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#MSForum2017, la trasformazione digitale è ineludibile

L’atteso Microsoft Forum 2017 ha visto la partecipazione di oltre 2.000 professionisti e tantissime aziende partner, che hanno dato vita a una giornata di confronto vivace e qualificata.

Pubblicato il 09 Mar 2017

Gianluigi Torchiani

microsoft forum 3

Se c’è un’azienda che in questo momento sta scommettendo sull’innovazione digitale è senza dubbio Microsoft che, a partire dall’avvento di Satya Nadella, ha progressivamente lasciato i tradizionali lidi dell’hardware e del software per abbracciare sfide decisive come cloud, Big Data e intelligenza artificiale. Un’ondata di progettualità e sfide che si è naturalmente trasmessa anche al variegato ecosistema di partner e alleati Microsoft in Italia, come si è potuto notare dalla partecipazione che ha interessato ieri il Microsoft Forum 2017: un evento che ha visto la partecipazione di oltre 2000 professionisti dal vivo, più altre migliaia in streaming (che è possibile rivedere qui) e un’interazione mai vista prima sui social.

Il #MSForum 2017 è stato innanzitutto un vivace dibattito sulla rivoluzione digitale e sulle prospettive dell’Industry 4.0, articolato in oltre 60 sessioni di formazione gratuita per aiutare i protagonisti delle PMI e delle grandi aziende italiane a cogliere le opportunità della trasformazione digitale. Centrale al Microsoft Forum è stato il ruolo dei Partner: l’evento è stato occasione per dare loro voce e consentire ai professionisti delle aziende italiane presenti di incontrarli e di beneficiare di un punto di vista qualificato, grazie alle loro competenze verticali e del radicamento sul territorio.

L’evento è stato introdotto dal keynote di Carlo Purassanta, amministratore delegato di Microsoft Italia, che ha posto l’accento soprattutto sulle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale, ovvero un fenomeno che può apparire futuristico ai più ma che, invece, è già oggi realtà, per effetto di fenomeni come la crescita del volume dei dati e della capacità computazionale, nonché grazie allo sviluppo continuo di adeguati algoritmi. Il computer può così diventare qualcosa di simile alla mente umana, in grado cioè di avere cognizione dell’ambiente che lo circonda e non soltanto di eseguire calcoli complessi, ma questo cambiamento non deve spaventare.

Il messaggio che Microsoft ha voluto lanciare è che intelligenza artificiale non significa scomparsa di posti di lavoro, come molto si discute a livello accademico, ma di una tecnologia che andrà a beneficio di tutte le aziende (PMi comprese), permettendo di fare di più e raggiungere più obiettivi, per cogliere maggiori opportunità. Hololens, in questo contesto rappresenta la prima vera e propria applicazione concreta di intelligenza artificiale che Microsoft mette a disposizione e nel Forum se n’è avuta una dimostrazione pratica. Ma al di là delle singole tecnologie, nella visione di Microsoft la trasformazione digitale è soprattutto la scelta di ripensare modelli di business esistenti e abbracciare nuove modalità per creare ecosistemi di persone, dati e processi, per migliorare le performance, ridurre gli errori e migliorare la qualità di prodotti e servizi.

Una lezione che vale anche le Pmi nostrane: la scommessa è che, mettendo in atto un percorso trasformazione digitale che faccia leva su Cloud, IoT, Machine Learning, Big Data e Intelligenza Artificiale, qualsiasi realtà Italiana possa ottimizzare i processi, migliorare la relazione con i clienti, mettere i dipendenti nella condizione di essere più produttivi ed efficaci e trasformare prodotti e modelli di business. «È chiaro che le nuove tecnologie intelligenti possano offrire una risposta alla necessità di produttività e di crescita delle nostre imprese, rivoluzionando il loro business e trasformando il modo in cui lavoriamo e viviamo. Il Piano Industria 4.0 intende proprio aiutare le aziende italiane a cogliere questa occasione per recuperare flessibilità e competitività ed in questo contesto i player ICT devono fare squadra con le istituzioni per promuovere una trasformazione digitale a tutto tondo. Proprio per questo, Microsoft è fortemente impegnata a creare insieme ai propri partner nuovi ecosistemi di collaborazione. Il nostro obiettivo è democratizzare l’intelligenza artificiale e crediamo che persone e macchine possano interagire in uno scenario di crescita in cui si delineeranno nuove opportunità. Le persone hanno creatività e capacità relazionale, le macchine incorporano sempre più capacità di ascolto, visione e interazione e possono potenziarle grazie alle infinite possibilità di calcolo e analisi che abilitano», ha evidenziato Purassanta.

In realtà, al momento, il tessuto imprenditoriale italiano deve ancora lavorare per raggiungere questa visione. Lo ha messo in evidenza una ricerca Microsoft-Ipsos Mori presentata nell’ambito del Microsoft Forum, condotta sui dipendenti delle PMI italiane (aziende sotto i 1.000 dipendenti). Tra gli aspetti positivi c’è un certo livello di ottimismo sul futuro (46% ottimisti VS 27% pessimisti), un’adeguata comprensione dei benefici delle nuove tecnologie e dei meccanismi della digitalizzazione. Le note dolenti arrivano dal punto di vista della pianificazione: l’Italia è il primo tra i Paese europei in cui le PMI dichiarano di non avere un business plan strutturato (30% – laddove la media EU senza Business Plan è del 22%, con un picco del 29% tra le microimprese). I motivi di questa mancanza di pianificazione strategica risiedono principalmente nella focalizzazione su priorità di breve termine (23%), nella mancanza di risorse essendo un compito non facilmente espletabile in via informale (17%) e nelle dinamiche del flusso di cassa che rendono difficile pianificare (15%). Tutti fattori che, naturalmente, non aiutano le imprese a intraprendere un percorso di digitalizzazione, che per forza di cose deve essere adeguatamente pianificato.

Che il cambiamento sia però un’opzione ineludibile lo ha confermato anche Alec Ross, uno dei maggiori esperti americani per l’innovazione e autore del bestseller “The Industries of the Future”: «La digitalizzazione ha creato migliaia di miliardi di euro di valore e centinaia di migliaia di lavori ben remunerati. Questa tendenza alla digitalizzazione è destinata a proseguire e a impattare positivamente e in modo sempre più diretto l’Italia e gli italiani. La Penisola è stata un centro di innovazione per centinaia di anni e sono certo che continuerà a distinguersi per la sua capacità creativa».

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