Realtà aumentata

Microsoft non lancerà i nuovi HoloLens prima del 2019

La versione per sviluppatori è in giro già da un bel po’ ma la prossima, idealmente dedicata al consumer, arriverà tra almeno due anni

Pubblicato il 22 Feb 2017

Paolo Longo

hololens

Microsoft ha confermato di star lavorando alla nuova versione degli HoloLens. Per chi se li fosse persi, si tratta di un paio di occhialini che permettono di fruire di contenuti di realtà aumentata, ovvero senza perdere d’occhio quello che accade nel mondo reale. I Google Glass avevano avviato il settore hi-tech a una sperimentazione del genere, sebbene con limiti strutturali (la piccolissima telecamera in alto) e di marketing, tanto che oggi i visori di Big G sono usciti definitivamente di scena. Gli HoloLens sono un prodotto simile per quanto riguarda la tecnologia di base (augmented reality appunto) ma molto diversi per ambiti di utilizzo e target di riferimento. Per questo c’è grande interesse intorno ai device, dei quali si attendeva a breve una versione destinata alla massa. E invece no, dovremo aspettare fino al 2019.

La prossima generazione di Holo, la numero 2, potrebbe non vedere mai la luce, visto che Microsoft salterebbe direttamente alla terza. In realtà, come la stessa compagnia di Redmond ha spiegato in più occasioni, gli occhialini sono un progetto talmente innovativo e futuristico da non essere basato su una roadmap vera e propria. Il fatto è che il team dedicato non rilascerà un nuovo visore solo con qualche aggiornamento estetico di sorta, preferendo lavorare su un modello che sia davvero un passo in avanti a quello attuale. Ciò si tradurrà in un design più minimalista, una migliore dotazione hardware e un’autonomia maggiorata. Non è nemmeno ben chiaro quando il pubblico consumer potrà mettere le mani sul dispositivo, considerando che attualmente solo i developer e qualche utente enterprise hanno potuto sperimentarne le potenzialità. Oltre al business però i contesti di riferimento sono innumerevoli: dall’intrattenimento multimediale al gioco, passando all’istruzione e la formazione specifica. Il rischio è di rubare ai Google Glass il ruolo di Godot della tecnologia; cosa che a Redmond proprio non vogliono.

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