Strategia

Cereda: IBM punta a manutenzione predittiva e Industry 4.0

Non ci sono mai state condizioni così favorevoli, grazie al Piano Calenda, al Quantitative Easing della BCE e alla maturità delle tecnologie. Per portare il tessuto produttivo italiano verso l’Industria 4.0 l’amministratore delegato Enrico Cereda presenta la road map “Ripensare il Made in Italy nell’era del digitale”

Pubblicato il 23 Gen 2017

cereda

Per vincere la partita dell’Industria 4.0 occorre prima di tutto crederci e fare sistema e un ruolo centrale, in Italia, è nelle mani del trade e dei partner di canale. Enrico Cereda, amministratore delegato di IBM Italia presenta e strategie e le risorse che IBM mette in campo per la sfida dell’Industry 4.0 e sottolinea il ruolo dell’ecosistema dei partner e delle imprese per dare una risposta a tutte le imprese, di qualsiasi dimensione e all’innovazione di territorio e di distretto.

IBM si propone sempre di più come Service Integrator in grado di fornire una risposta di tipo End-to-End alle esigenze delle imprese italiane che intendono affrontare un percorso Industry 4.0 e proprio per proporre un quadro di riferimento per le imprese italiane IBM ha presentato il Ripensare il Made in Italy nell’era del digitale, disponibile a questo link) che ha lo scopo di spiegare il punto di vista di IBM per i progetti Industria 4.0.

«Ma prima di tutto bisogna crederci – osserva Cereda – Non si deve perdere assolutamente questa opportunità. Per l’Italia è necessario “Fare Sistema”. Abbiamo una occasione unica che ha creato condizioni uniche che aprono un orizzonte temporale di più di un anno nel quale le aziende possono far partire o accelerare i processi di innovazione e di competitività come prima d’ora è stato possibile».

Cereda sottolinea la concretezza del Piano Nazionale Industria 4.0 o Piano Calenda che mette sul tavolo dell’Italia risorse per 13 miliardi «che devono essere utilizzati per il Bene del paese e ricorda i benefici del Quantitative Easing della BCE che hanno creato una condizione di accesso al credito unica e l’offerta tecnologica che è diventata più accessibile. «Occorre poi fare attenzione ai competitor – aggiunge Cereda – (e nel manifatturiero non si può non pensare subito alla Germania) che approfittano di questa opportunità e che stanno accelerando sul fronte della competitività. Per questo l’Italia, deve tornare ad assumere un ruolo di guida del fenomeno Industry 4.0 per rilanciare il tema nazionale della competitività. Per tutte queste ragioni. insiste Cereda è il Momento Giusto per credere nell’Industria 4.0 e per far partire nuovi progetti.

Ma il vero tema oggi è come fare. Per Stefano Rebattoni, General Manager Global Technology Services IBM Italia «Ci sono spinte convergenti che stanno aiutando questo processo perchè nella gestione del passaggio all’Industria 4.0: la tecnologia è pronta per l’interconnessione, per l’integrazione con tutti gli apparati dell’IoT, ed è pronta per creare un ecosistema di informazioni e dati sempre più integrati che possono aumentare l’efficienza nella produzione e nel business Così come è pronto il Cloud Computing e soprattutto il Cognitive Computing che può dare risposte completamente nuove alla domanda di competitività e di trasformazione del business dove per le imprse è sempre più importante affrontare questi progetti integrati e End-to-End con un Service Integrator, come IBM che mette a disposizione anche le competenze territoriali e settoriali dei propri partner».

La manutenzione predittiva di IBM

Massimo Zocche, IBM S&D ISST team Industry Leader Industrial di IBM Italia ricorda poi che abbiamo le capacità per “mettere a terra” le tecnologie, trasferendo soluzioni nate per il mondo enterprise anche per le PMI. «Nella nostra strategia – osserva – ci sono dei moduli o dei “semilavorati” ad alta specializzazione pensati per i mercati verticali, come l’automotive, l’agroalimentare e altre comparti chiave del Made in Italy. Zocche ha poi sottolineato l’importanza di presentare e proporre una ricca esperienza basata su case history come ad esempio quella di John Deere che ha sviluppato un progetto industry 4.0 finalizzato a creare una fabbrica a zero difetti, o ancora con soluzioni per la manutenzione predittiva».

«IBM ci crede – prosegue Cereda – e mette in campo creato un team di 700 persone dedicate ai progetti Industry 4.0, un gruppo di lavoro che punta anche sui partner, che crea un ecosistema specifico per lo sviluppo e il supporto ai progetti Industria 4.0. In questo ecosistema entrano a pieno titolo le risorse di innovazione che arrivano dal Watson IoT Center di Monaco, un centro che ha lo scopo di mettere a disposizione le eccellenze tecnologiche di IBM per accelerare i processi di innovazione dei clienti. Sempre in tema di asset per spingere e portare innovazione Cereda sottolinea l’impegno di IBM anche sui temi della Blockchain soprattutto nella prospettiva di sviluppare soluzioni in grado di integrare Cognitive Computing, IoT e Blockchain.

«La Blockchain permette di abilitare e accelerare molti processi di innovazione soprattutto nell’ambito delle supplychain e nelle relazioni commerciali, non ci si deve limitare a considerare la Blockchain solo nell’ambito finance e banking – osserva – IBM è in grado di mettere a disposizione competenze prima di tutto, oltre infrastrutture e capacità di sviluppo».

Rebattoni ricorda che con l’Industry 4.0 occorre guardare in modo nuovo al rapporto con i clienti. «Perché i prodotti connessi si possono avere preziosissime informazioni sul comportamento dei clienti in relazione al prodotto, sulla vita del prodotto sulle aspettative e le necessità degli utenti finali. L’Industria 4.0 può permettere di portare la conoscenza dei clienti direttamente in fase di progettazione, ovvero di “chiudere” il cerchio e di fare, la dove naturalmente è coerente con le logiche di mercato delle imprese, una progettualità che coinvolge il cliente con tutte le sue esigenze.

Sempre in merito al “Come Fare” Rebattoni ricorda che IBM guarda all’Industria 4.0 anche in termini di partnership e in termini di azioni che permettano «di portare nuovo valore ai clienti e al territorio». In questo senso si colloca il road show che sta partendo e che vede la collaborazione tra IBM e Cisco.

Per Massimo Zocche, aggiunge che per recuperare competitività occorre accelerare il processo verso l’azienda integrata dove per integrazione si intende anche la collaborazione sempre più stretta e sempre più intensa tra la parte Operational e la parte Information Technology, tra il mondo tradizionale dell’automazione e quello del digitale e per questo è sempre più importante produrre e diffondere case history, casi di studio, e best practices, per aiutare le imprese a identificare dei modelli di riferimento.

Cereda conclude ricordando che ci sono oggi condizioni irripetibili per l’Industry 4.0 e occorre considerare che il vero valore sta però sempre di più nella conoscenza e che la grande sfida dell’Industry 4.0, e dell’Internet of Things nei vari ambiti applicativi è anche quella di portare a valore questa conoscenza. Prima di tutto portandola allo scoperto, creando e attuando forme di connessione tra tutti i centri vitali dell’azienda anche quelli apparentemente più lontani dal core business. E un contributo pr aumentare la consocenza arriva anche da Start Up e Open Innovation

Per Rebattoni l’innovazione dei modelli di business necessita sempre di più della spinta innovativa di start up e Open Innovation e aggiunge che «I processi di Open Innovation vanno sostenuti con un radicale cambio culturale e per questo IBM è in grado di fornire supporto alle imprese anche nei processi di formazione e di sviluppo delle competenze».

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