Qualcomm porterà l’AR su tutti gli Android di nuova generazione

Lo Spectra Module Program debutta su piattaforma mobile con un mix di sensori per il riconoscimento avanzato degli ambienti. Si parte con lo Snapdragon 845

Pubblicato il 11 Set 2017

Paolo Longo

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Si fa un gran parlare oggi di realtà virtuale ma è in quella aumentata che si intravedono gli sviluppi più interessanti per il pubblico consumer e professionale. Se il VR è possibile solo tramite un paio di visori, connessi o meno a un computer, l’AR già sulla carta risulta semplice da attivare, versatile e comodo in molte situazioni. Ancora più della mixed reality, la visione aumentata non si sovrappone pesantemente con il mondo circostante, così da essere utilizzata senza grosse limitazioni durante le attività quotidiane (pensiamo ai Google Glass).

Ad oggi però non esistono dispositivi AR validi e in grado di aprire prospettive concrete di adozione futura visto che chi aveva contribuito a far conoscere la tecnologia, la stessa Google, si è arenata in prototipi e versioni di prova, rinati solo nell’ultimo periodo. Anche i primi smartphone dotati di hardware ad-hoc, come il Phab 2 Pro di Lenovo e lo Zenfone AR di Asus, stentano a decollare.

Di cosa si tratta

A dare una scossa al settore potrebbe essere Qualcomm, non con un accessorio finito ma tramite una tecnologia che ha la capacità di portare la realtà aumentata su qualsiasi smartphone e tablet Android, al pari di quanto fatto da Apple su iOS con ARKit. Stiamo parlando del nuovo Spectra Module Program, il progetto dal quale è nata la prima generazione della piattaforma Spectra ISP, questa volta focalizzata in ambito mobile.

Il primo modulo, Image Signal Processor, aveva permesso di compiere passi notevoli verso il miglioramento della fotografia a bassa luminosità, sfociata anche nel trend delle dual camera. Il progetto ufficializzato di recente prosegue sulla stessa falsariga ma con uno sguardo ancora più lungimirante. Adesso lo Spectra ISP comprende tre sensori fotografici, tra cui uno per il riconoscimento dell’iride, un modulo passivo per abilitare un’interazione 3D di primo livello e uno attivo, che usa i raggi infrarossi per proiettare modelli digitali nell’ambiente, da visualizzare sullo schermo dello smartphone in alta qualità.

La novità è che la soluzione di Qualcomm guarda alla totalità del mondo Android, dai dispositivi entry-level a quelli top di gamma, così da sdoganare ovunque l’AR e democratizzarne l’utilizzo. La piattaforma lavorerà infatti con i prossimi processori Snapdragon, a partire dal più recente 845. Per rendere davvero fruibile la realtà aumentata, gran parte del lavoro spetterà agli sviluppatori, che dovranno sfornare applicazioni in grado di raccogliere l’interesse degli utenti, ma la base di partenza sembra davvero ottima.

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