Forse il problema era solo questo: i Google Glass avevano anticipato troppo i tempi, proponendosi come prodotto lungimirante che dai più non era stato capito. Non a caso gli occhialini hanno visto un’applicazione vera e propria solo in ambito business, dove qualche attività peculiare ha saputo cogliere al volo le possibilità offerte da un piccolo schermo sempre connesso a internet. A distanza di tre anni dall’ultima versione (settembre 2014), Google ha rilasciato un nuovo aggiornamento firmware per i Glass, che introduce una grande novità, utile per avanzare di livello nel campo dell’IoT. Stiamo parlando dell’attivazione del Bluetooth, chip da sempre montato a bordo delle lenti ma ancora inutile per motivi che non riusciamo a spiegarci. Fino a ieri, il BT dei Google Glass era chiuso cioè non in grado di connettersi a dispositivi vicini, che pure avrebbero migliorato le possibilità di fruizione dello strumento.
Cosa succede adesso
Una volta aperto, il Bluetooth consente di agganciare ai visori tastiere e mouse, per interagire meglio con menu e finestre, relegate al solo tap & slide attuale. La domanda è: chi usa ancora i Google Glass? Nel 2015 erano circolate in rete le voci di una probabile seconda versione, da destinare all’utenza consumer. Non abbiamo mai più avuto nessuna notizia né di questa generazione né della precedente, considerata oramai fallimentare. Eppure qualcosa potrebbe muoversi. Con lo sbarco nell’AR di Apple e con il mercato del VR sempre più consolidato, Big G potrebbe aver deciso di puntare con maggiore convinzione sullo sviluppo di un nuovo device, migliore dal punto di vista del design, dell’hardware e dell’ecosistema software. Strano che la compagnia non ne abbia parlato durante il Google I/O 2017, forse volendo rimandare tutto alla prossima edizione. Quando i diretti concorrenti potrebbero aver già presentato i loro occhialini.