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Apple ARKit oltre ogni aspettativa

Gli sviluppatori sono entusiasti della piattaforma per creare applicazioni che sfruttano la Realtà Aumentata. Ecco i primi progetti online

Pubblicato il 15 Giu 2017

Paolo Longo

apple arkit

Poco più di una settimana fa Apple svelava ARKit. La piattaforma è già un successo, almeno tra gli sviluppatori, che stanno pubblicando in rete vari video che dimostrano quanto di interessante vi sia dietro il progetto che ha il potenziale di cambiare per sempre il modo di usare le app, almeno con iPhone e iPad. C’è anche un motivo dietro tanta frenesia da parte dei developer: gli utenti finali potranno usare le nuove applicazioni che sfruttano l’AR quando verrà rilasciato ufficialmente iOS 11, ovvero con il lancio dei prossimi melafonini a settembre; avere la propria app tra le prime a disposizione darà un vantaggio notevole alle software house e agli indie più svelti a pubblicare.

Apple ARKit + Unity + Overwatch Widowmaker Test Recording

Apple ARKit + Unity + Overwatch Widowmaker Test Recording

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“La cosa più incredibile di ARKit è la semplicità con cui funziona – ha scritto uno sviluppatore online – gli altri software di realtà aumentata spesso necessitano di qualche meccanismo di tracciamento fisico, come un codice QR, che inevitabilmente diventa un limite quando si vuole rendere tutto più naturale”. A quanto pare, Apple si è basata sul framework comune a cui hanno attinto Microsoft e Google per la realizzazione degli HoloLens e di Project Tango, estrapolando concettualmente solo la parte software per adattarla a dispositivi esistenti, come gli iPhone e gli iPad. Durante il keynote dedicato della WWDC 2017, la compagnia di Cupertino ha mostrato una serie di demo che riescono solo in parte a far comprendere dove possa arrivare l’ecosistema di augmented reality casalingo. A chi si chiedeva se e quando la Mela avrebbe presentato un paio di visori dedicati (simili ai Google Glass), il team ha risposto nel migliore modo possibile, dimostrando come la porta di accesso al mondo AR è già nelle nostre mani, anzi nelle nostre tasche.

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