Aziende

Wildix, una crescita continua supportata dal Trade

La decima convention di Wildix ha confermato l’ottimo momento di salute del vendor italiano specializzato nel mondo delle Unified Communication. Grazie anche a una strategia di internazionalizzazione sempre più spinta

Pubblicato il 16 Gen 2018

Gianluigi Torchiani

wildix

Il mondo delle Unified Communication non viaggia certo a ritmi travolgenti, smaltita l’euforia del VoIp e per effetto di una certa prudenza degli IT manager agli investimenti. Tanto che il mercato globale, secondo le ultime stime di Gartner relative al 2017, sta viaggiando a ritmi di sviluppo decisamente contenuti (circa il +3%). Eppure c’è una realtà italiana che, ormai da diversi anni, marcia a ritmi di crescita a doppia cifra grazie a una precisa strategia di internazionalizzazione e al proficuo lavoro delle sue centinaia di partner. Stiamo parlando ovviamente di Wildix, che nei giorni scorsi ha tenuto la sua decima convention globale, che ha visto la partecipazione di ben 471 partecipanti, in rappresentanza di 354 System Integrator provenienti da 12 paesi del mondo, dagli USA all’India.

wildix
Stefano Osler, CEO di Wildix

I numeri snocciolati dal ceo Stefano Osler sono chiari: complessivamente il gruppo ha messo a segno nel 2017 una crescita del 57%, superiore persino agli incrementi a doppia fila ottenuti nel 2016 (+32%) e 2015 (+19%). In particolare ha iniziato a macinare risultati il mercato nordamericano, con la filiale statunitense che, nel suo primo anno di attività ha potuto vantare un sorprendente +953%, conquistando partner prima legati ad altri vendor storici del settore. Positivi i numeri anche del mercato tedesco (+138% e nel 2017 superata quota un milione di euro di fatturato), francese (+ 87% quota 3 milioni) e anche italiano (+ 34%, oltre 5,6 milioni di euro di giro d’affari). Come sono stati ottenuti questi risultati?

I punti di forza di Wildix

Secondo Osler Wildix si trova a operare in un mercato caratterizzato dalla presenza di molti “walking dead”nel mercato, ovvero i nomi storici del mondo Unified  che stanno faticosamente cercando di riciclarsi in ambito cloud. D’altra parte ci sono moltissimi piccoli attori del VoIp, che riescono a mettere sul mercato prodotti economici ma che – secondo Wildix – sono poco affidabili. Il rischio per i rivenditori che si affidano all’una o all’altra campana è di vedersi ribaltati su sé stessi i problemi, tecnici e di mercato delle soluzioni acquistate. Wildix, ha invece ribadito Osler, non ha di questi problemi e si pone nella stessa logica degli operatori di canale, con l’obiettivo di guadagnare e far guadagnare del denaro ai propri partner. Tutto questo è possibile mettendo in campo prodotti e soluzioni agili, concepiti per aiutare gli utenti finali a fare business e a migliorare efficienza e produttività, oltre che perfettamente sicuri già a partire dalla loro costruzione. In questo senso la filosofia DevOps (adottata già da diversi anni) e il reclutamento di alcuni tra i migliori sviluppatori europei (in particolare negli stati dell’ex Urss) permette a Wildix di rilasciare soluzioni e aggiornamenti con cicli temporali molto rapidi, laddove invece la concorrenza impiega mesi se non anni.

La conferma del modello 1 Tier

Dal punto di vista del modello commerciale, Wildix resta sostanzialmente legata al suo modello 1 tier, che dunque esclude la presenza della distribuzione, anche se per il mercato teutonico è stata avviata la collaborazione con alcuni distributori atipici. Per quanto riguarda invece la collaborazione con i partner, Osler ha lanciato alcuni messaggi chiari: Wildix è disponibile ad ascoltare tutte le esigenze che arrivano dalla sua base, ma vuole che la sua strategia sia seguita dal canale con una certa coerenza. Altrimenti le strade possono anche separarsi, come successo in alcune occasioni con partner italiani e francesi. Il reclutamento di nuovi partner, in Italia, è già sostanzialmente terminato nel 2017, dunque nella Penisola agli alleati storici di Wildix è demandato il compito di proseguire nella crescita registrata nel corso degli ultimi anni.

Cloud e novità tecnologiche, guardando al 2018

Da un punto di vista tecnologico il focus, come anticipato già dall’edizione dello scorso anno, è incentrato sul cloud: l’aspettativa è che sempre più le la nuvola sarà la modalità con cui si venderanno le UC&C nel futuro. Ma già oggi circa il 20% del fatturato Wildix è legato a questa modalità, ad appena un anno dal lancio delle soluzioni. E per il futuro queste percentuali non potranno che aumentare, dal momento che da qui al 2019 l’obiettivo di Wildix è certificare almeno 400 nuovi partner sul cloud. Proprio sul versante partner-formazione, Wildix ha ribadito la sua volontà di investire risorse economiche in attività marketing-oriented che possano agevolare anche il lavoro quotidiano dei system integrator. Riguardo alle novità tecniche presentate, un importante spazio è stato dedicato alla ubiconf di Wildix, la soluzione di videoconferenza WebRTC accessibile per utenti aziendali e pubblici, attraverso un click, senza necessità di installare alcun componente aggiuntivo.  Tra le altre novità tecnologiche presentate spiccano il supporto per la tecnologia WebRTC sul browser Safari di Apple, una App dedicata per le videoconferenze – direttamente tramite iPhone – e il nuovo telefono Vision: con un display di 7”, una camera a 2 Megapixel e la tecnologia WebRTC su OS Android, Vision è stato presentato come il video-telefono perfetto per le videoconferenze e le videochiamate. Per il 2018, l’obiettivo tracciato da Wildix è chiaro: incrementare i ricavi almeno del 30%. Guardando non più soltanto alle classiche Pmi (focus classico dell’azione di Wildix) ma anche alle imprese internazionali e al settore pubblico.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 5