In un momento in cui ormai l’open source è definitivamente diventato “cool”, tanto da essere accarezzato e blandito anche dai nemici storici di un tempo, non stupisce che il principale fornitore di soluzioni open source dedicato al mondo enterprise, Red Hat, stia conoscendo un ottimo momento, anche nel nostro Paese. Come ha raccontato Gianni Anguilletti, Country Manager Italia di Red Hat, «Fino a qualche anno fa c’erano ancora discussioni riguardo all’utilizzo dell’open source nelle grandi aziende. Oggi invece non ci si sono più e, anzi, siamo sempre più coinvolti nello sviluppo e integrazione applicativa». Tra i grandi nomi che sono diventati partner dell’uomo con il cappello rosso nella Penisola ci sono marchi come Fastweb, Tim e Magneti Marelli. Tutto questo fa naturalmente bene ai numeri finanziari della società: a livello globale Red Hat ha visto nell’anno fiscale 2017 – appena chiuso – una crescita del fatturato del 18%, per complessivi 2,4 miliardi di dollari.
Indice degli argomenti
60 Trimestri consecutivi di crescita
A sorprendere, però, è soprattutto la durata di questa crescita, che continua ininterrottamente da 60 trimestri consecutivi. In Italia il tasso di sviluppo è persino superiore, considerato che il giro d’affari globale è frenato dall’incremento più ridotto (a causa di un mercato più maturo) riscontrato nelle Americhe, dove si concentra circa il 67% delle revenue complessive. Il merito di questo sviluppo è soprattutto degli accordi di grandi dimensioni: infatti per la prima volta Red Hat ha messo in cascina un ordine da 100 milioni di dollari, ma sono in aumento anche quelli superiori al milione di euro, a testimonianza ulteriore dell’appeal maggiore riscontrato nel mondo grandi imprese.
Un open source non esclusivo
Dal punto di vista tecnologico le chiavi del successo sono sempre più legate non soltanto allo storico prodotto che ha sancito l’affermazione di Red Hat, vale a dire il sistema operativo Red Hat Linux, ma alla crescita dei nuovi prodotti legati al mondo dell’Application development+ cloud (Jboss, Open stack, openshift). Negli ultimi 12 mesi, in particolare, l’attenzione si è concentrata sullo sviluppo della tecnologia dei container, sui micro services e sui sistemi di api management. Tutto questo prestando una grande attenzione alla flessibilità che, concretamente, significa garantire ai propri clienti e partner che le applicazioni possano sempre funzionare (Any application, any time, anywhere), anche quando si sceglie di non sposare in toto la filosofia e le soluzioni Red Hat. Dunque c’è la piena compatibilità con altri sistemi operativi, Windows compreso, che può risultare particolarmente utile per quelle aziende che arrivano da importanti investimenti pregressi.
Un canale in salute nonostante le acquisizioni
Al di là di questa apertura, Red Hat ha una strategia comunque ambiziosa: «Non vogliamo essere visti soltanto come un technology vendor, ma anche come una società che può fungere da catalizzatore e far comprendere al cliente come crescere grazie all’open source, che ormai è alla base delle innovazioni tecnologiche dell’ultimo decennio». Anguilletti ha parlato anche di politiche di canale in Italia e non poteva che essere altrimenti, dato che i due distributori che sinora hanno lavorato con Red Hat sono stati acquisiti: prima Avnet e poi Itway. Entrambe le operazioni, secondo il numero uno italiano, sono state gestite in maniera positiva, senza che ci fosse una perdita di produttività o un qualsiasi tipo di ingessamento sul mercato, grazie allo sforzo corale da parte di tutti. Dunque i partner italiani, da cui arriva oltre il 70% del giro d’affari della società, non hanno risentito delle due operazioni. Anzi secondo Red Hat il canale si conferma in un buono stato di salute, capace di identificare le opportunità create dall’open source. D’altra parte interesse di Red Hat è naturalmente quello di avere un ecosistema a supporto sempre più forte e con le spalle larghe. In Italia i partner possono contare su un’organizzazione in netta espansione, tanto che è stata superata la soglia dei 120 dipendenti, sempre più specializzati su determinati mercati verticali.