#HPEReimagine, il progetto HPE Innovation Lab ora è un caso di successo globale



Il canale, i partner, il valore sono stati, come detto, i grandi protagonisti della due giorni di Bologna HPE Italian Summit + HPE Reimagine. Due giorni durante i quali, al centro delle discussioni e dell’interesse della stessa Meg Whitman, è stato il progetto HPE Innovation Lab

Marco Maria Lorusso

Pubblicato il 04 Lug 2017


«Avrei però anche io una domanda da farti… mi racconti bene questo progetto HPE Innovation Lab?». A sorpresa, ma fino ad un certo punto, alla fine della seguitissima sessione che l’ha vista protagonista all’HPE Reimagine di Bologna, è stata Meg Whitman in persona a chiedere lumi a Stefano Venturi. Una curiosità figlia di un’eco che ha raggiunto latitudini inattese per un progetto nato proprio in Italia esattamente 12 mesi fa.

L’anno degli HPE Innovation Lab

Tutto è cominciato circa un anno fa, proprio dal palco della HPE Italian Partner Conference di Rimini, fu Paolo Delgrosso a prendere il microfono e ad annunciare un progetto chiave per il 2017, un progetto che avrebbe portato HPE casa per casa, sul territorio, nel cuore del business dei suoi principali system integrator e distributori con l’idea di costruire spazi di inocntro e innovazione senza precedenti. Detto fatto a inizio anno la conferenza di lancio con Stefano Venturi che abbraccia il progetto e lo mette al centro dell’intera strategia aziendale 2017, 15 inaugurazioni per altrettanti partner, 9 città italiane, 4 distributori. «Un onore ma anche una grande responsabilità – racconta soddisfatto Paolo Delgrosso -. La digital transformation sta cambiando profondamente il modo di chiedere, utilizzare e vendere innovazione tecnologica. Una trasformazione di fronte alla quale la risposta non può proprio essere quella della filosofia e della distanza. Serve prossimità, servono km0 e conoscenza del territorio».

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Il canale al centro, i numeri degli HPE Innovation Lab

Il valore e soprattutto il canale al centro. Un canale che, non a caso ha immediatamente risposto presente per voce di Elmec, Project.it, NPO, Sistemi HS, CDM, TT Tecnosistemi, Information Consulting, Infonet Solutions, ACS, IFI, Var Group e SIM NT, Converge, Harpa Italia ed R1, oltre ai distributori Computer Gross, Ingram Micro, Tech Data e V-Valley. 15 system integrator, 4 distributori che non a caso erano tutti presenti, in forze alla due giorni di Bologna. Una due giorni arrivata proprio in momento cruciale per il progetto HPE Innovation Lab, le inaugurazioni presso i system integrator si sono quasi esaurite e da poco è iniziata la fase di apertura presso i distributori». Una fase molto importante perché permette a questo progetto di conoscere una nuova dimensione, quella dello spazio al servizio di reseller magari piccola e media dimensione che hanno necessità di far conoscere le tecnologie e progettare soluzioni insieme ai propri clienti e che, nei Lab dei distributori possono ora cerare eventi e sessioni ad hoc. Nella seconda parte dell’anno sarà poi il momento di avviare tutte le attività di lancio e sviluppo delle varie strutture. «I partner ingaggiati – racconta Delgrosso – sono tutti con alti livelli di competenze e certificazioni scelti sulla base delle competenze specifiche sia tecnologiche, sia di conoscenza del mercato verticale e locale. Grazie a loro, in questi mesi, abbiamo tagliato il nastro di strutture all’avanguardia che ci hanno permesso di entrare in contatto con oltre 200 clienti e di rilanciare il nostro focus su Hybrid Cloud, Mobility, IOT, Industry 4.0, iperconvergenza…».

Un progetto italiano nel segno della digital transformation


«Questo progetto – spiega Delgrosso – poteva nascere solo in un Paese come l’Italia, con la sua geografia lunga e stretta, con le sue territorialità cosi uniche, cosi specifiche, con le imprese cosi frammentate e cosi alla ricerca di interlocutori precisi, affidabili, vicini. HPE Italia attraverso questo format ha deciso di mettere il partner al centro con le sue competenze e i suoi spazi. Spazi presso i quali già oggi non ci stiamo limitando a semplici demo di prodotto, ma stiamo sviluppando sempre più un concetto di aggancio con le realtà del territorio, dalle associazioni di categoria alle aziende pubbliche e private che presso i Lab trovano ascolto, confronto, idee, innovazione». Proprio questi sono gli ingredienti sui quali, nel corso dell’HPE Italian Summit e dell’HPE Reimagine di Bologna Stefano Venturi è voluto tornare più volte. «La base fondamentale del progetto HPE Innovation Lab – ha raccontato Venturi – sta tutta nella volontà di fare e lasciare qualcosa di molto concreto che aiuti il territorio e il sistema Paese italiano a cambiare passo. Un approccio che ha richiamato l’attenzione di Meg Whitman con la quale da sempre c’è una forte sintonia e che, in prima persona, si è impegnata per essere presente qui a Bologna per capire e toccare con mano quello che stiamo facendo». Un interesse, quello per i Lab e per il canale italiano che la manager americana ha ribadito anche alla fine della sua presentazione sul palco della plenaria all’interno della Fiera di Bologna quando ha espresso il desiderio di incontrare un Gruppo ristretto di partner italiani per conoscerne più da vicino nel necessità, le storie, le esigenze. «Proprio il canale – ha infatti ribadito Whitman – è il motore della nuova HPE, una azienda che solo le varie operazioni di split e acquisizione è ora più veloce, verticale, focalizzata e conta proprio sulle qualità, l’abilità di integrazione che il canale è in grado di esprimere per sviluppare soluzioni di valore in collegamento con tutto il proprio ecosistema di alliance e partner»

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