Qualcomm lancia il suo primo chip per l’IoT

In un mondo sempre più connesso arriva il processore basato sulla Vision Intelligence Platform che porta AI e machine learning su fotocamere e webcam

Pubblicato il 17 Apr 2018

Paolo Longo

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Al giorno d’oggi gli smartphone di fascia alta godono già di aree dedicate sui  processori per il calcolo neurale. Pensiamo ai progetti interni di Apple, Huawei e Samsung, che rispettivamente hanno lanciato l’A11 Bionic, il Kirin 970 e l’Exynos 9810, ma ci sono tanti altri brand pronti a fare un salto del genere, per innalzare il livello della tecnologia a disposizione di tutti. Tra questi non poteva mancare ovviamente Qualcomm, che se con lo Snapdragon 845 è riuscita a offrire un SoC completo per il panorama mobile, mira con il QCS605 e QCS603 a consolidare la leadership come chipmaker pure nel mondo IoT.

I due hardware infatti, parte della stessa famiglia, sono stati progettati per potenziare la prossima generazione di fotocamere e webcam, così da portare a bordo dei device un alto grado di Intelligenza Artificiale che, grazie al machine learning, può analizzare meglio e rispondere in maniera puntuale alle esigenze degli utenti, privati o enterprise che siano.

Il tutto gira intorno alla nascente Vision Intelligence Platform, il progetto con cui Qualcomm intende concentrare gli sforzi proprio nel settore dell’AI applicata a oggetti concreti. Tecnicamente, i due chip sono costruiti con un processo a 10 nanometri e architettura multicore. Al loro fianco una GPU Adreno, supporto alla registrazione 4K, Wi-Fi e Bluetooth. Il software invece è focalizzato sul Neural Processing Engine di casa Qualcomm, che dunque ha tutti gli elementi necessari per offrire oggi, in un pacchetto completo, ciò che serve ai produttori per realizzare un IoT con i fiocchi.

I partner dell’americana sono davvero tanti e con questa mossa sicuramente le strategie su vasta scala prenderanno il largo. Basti pensare che gran parte dei telefonini al mondo godono di un SoC Qualcomm e se l’intenzione è quella di popolare anche l’Internet delle Cose c’è da credere che presto vi sarà una sorta di monopolio globale, a beneficio dell’innovazione, tassello che guida da anni l’operato della compagnia.

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