Smartphone

Perché la fine di Windows Phone non è un bene per nessuno

Dopo la conferma della dismissione del progetto facciamo alcune considerazioni sul presente e il futuro della mobilità “made in Redmond”

Pubblicato il 11 Ott 2017

Paolo Longo

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Che Windows Phone fosse giunto al capolinea era oramai chiaro. Sembrava però che in Microsoft non fossero del tutti convinti della questione, sperando di poter rinfrescare prima o poi il parco macchine mobile dell’azienda. E invece no, da Joe Belfiore, Vice President, Operating Systems Group della compagnia, è arrivata la conferma di uno spegnimento del progetto, almeno per il momento: “Continueremo a supportare la piattaforma, a rilasciare update e bug fix ma sviluppare nuove funzioni e hardware non è nei nostri piani”.

Perché terminare

Più che continuare a perpetrare su una strategia che evidentemente non porta i suoi frutti, Redmond sta seguendo una linea diversa, che vede una certa monetizzazione arrivare pur sempre dalla mobilità ma quella focalizzata sulla realizzazione di software per altri sistemi. In tale ottica si inserisce il rilascio del browser Edge per Android e l’acquisizione di app che già hanno segnato un buon successo sugli OS rivali: Swiftkey e Wunderlist.

Del resto, già HP aveva fatto presagire un futuro non così solare per Windows Phone quando si era capito che la linea di prodotti X3, dedicati proprio a device mobili potenziati dal sistema operativo derivato da Windows 10, non sarebbe stata aggiornata, seppur solo un paio di anni fa le prospettive dell’ibrido per il business parevano più che promettenti.

Perché non è un bene

La dismessa, prematura o ritardata, di Windows Phone potrebbe suonare come una vittoria di iOS e Android ma non è così. In generale, in un contesto talmente saturo di proposte e alternative, un terzo sistema operativo sarebbe stato un vantaggio per tutti, prima di tutto per la realizzazione di app e soluzioni qualitativamente migliori. Lo ha dimostrato la stessa Apple quando si è sentita “costretta” a rendere Pages, Numbers e KeyNote meglio di quanto fossero, dopo il lancio della suite Office per iPhone e iPad.

Lo ha dimostrato Samsung, quando al fianco del Galaxy S8 e soprattutto del Note8 ha messo il dock DeX, chiaro figlio della logica del Continuum di Microsoft, in grado di trasformare il device mobile in un piccolo computer. Se ha senso oggi sul phablet della coreana pensate un po’ sul vecchio Lumia 950, dove alla connessione l’interfaccia da pochi pollici diventava Windows 10 in completa modalità desktop.

Ma non è finita, forse

Belfiore ha parlato di stop allo sviluppo di ciò che oggi è Windows Phone ma non dell’assenza di progetti alternativi futuri. Lungi dal pensare che Redmond possa sfornare un nuovo OS per smartphone, viene più da pensare che prima o poi progetterà una declinazione più limitata di Windows 10, da dedicare apposta a oggetti con display più piccoli. La stessa scintilla che accompagna da anni i rumors sul probabile Surface Phone partirebbe proprio da qui.

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