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Honor V10: ecco cosa serve l’AI a bordo degli smartphone

Il primo telefonino del brand controllato da Huawei con processore Kirin 970 è quello che più di altri mostra i vantaggi di un algoritmo avanzato per l’utilizzo quotidiano in mobilità. Scopriamo in che modo

Pubblicato il 12 Dic 2017

Paolo Longo

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In diretta da Londra, Honor ha presentato qualche giorno fa lo smartphone 7X ma soprattutto il V10. Il primo non è altro che un dispositivo di fascia media dalle buone specifiche tecniche e un prezzo interessante (299 euro), mentre il secondo è un terminale di tutt’altro spessore per una serie di motivi. Il primo è la presenza del processore Kirin 970, lo stesso a bordo del Mate 10 Pro di Huawei, sul quale a una classica CPU si affianca una sezione dedicata all’Intelligenza Artificiale. Se finora gli utilizzi di una tale tecnologia avevano destato qualche dubbio presso i consumatori, sul V10 le cose si fanno decisamente più interessanti.

Il motivo è che proprio l’algoritmo avanzato di mobile computing permette al telefonino di incrociare dati e informazioni per innalzare i livelli di sicurezza e di privacy, senza appoggiarsi su piattaforme e software terzi, ad esempio nella gestione della rubrica, delle email o delle chat. Sul V10, nella parte frontale c’è un sensore di riconoscimento del volto, meno performante e completo del Face ID di Apple ma comunque capace di ottenere buoni risultati in fase di accesso al sistema generale e ai servizi. Cosa c’è dunque di eccezionale? Beh, sfruttando i pattern memorizzati circa il possessore dello smartphone, il V10 può limitare la visualizzazione di alcuni elementi personali quando non vede davanti a sé il suo legittimo proprietario, ovvero gli occhi e il volto registrato in precedenza.

Così, se arriva un messaggio di WhatsApp e a prendere il cellulare è un amico, un collega o la fidanzata, le classiche notifiche del client mostreranno solo il mittente ma non il contenuto della chat per preservare la privacy. Lo stesso può avvenire per tante altre applicazioni, già supportate e in via di definizione, per proteggere i contenuti individuali pur senza chiudere del tutto il sistema.

A livello tecnico, le specifiche sono molto simili a quelle del cugino Mate 10 Pro, non per altro prodotto dall’azienda che controlla Honor, Huawei appunto. Il processore, come detto, è un Kirin 970, il display da 5,99 pollici con bordi ridotti, 6 GB di RAM E 64 O 128 GB di memoria interna con supporto alle microSD, batteria da 3.570 mAh e Android 8. Sappiamo che arriverà in Italia, come in altri mercati europei selezionati, dall’8 gennaio, al prezzo di 499 euro. Con queste caratteristiche un vero best-buy per il 2018.

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