Strategie

Apre la Cloud Region di Microsoft: effetto moltiplicatore per i partner

Microsoft annuncia l’apertura della Cloud Region Italy North, un tassello importante nell’ambito del programma Ambizione Italia. 32 le aziende partner Cloud Region Ready. Alte le aspettative: la Cloud Region attirerà10,5 miliardi di investimenti entro il 2027 e creerà 40.700 posti di lavoro nel solo comparto IT

Pubblicato il 06 Giu 2023

Maria Teresa Della Mura

Vincenzo Esposito_Microsoft_MadeInDigItaly

Era il tassello che mancava.
Quello in qualche misura anche più atteso.
L’annuncio dell’imminente apertura della Cloud Region italiana di Microsoft aggiunge di fatto un tassello importante nel quadro della collaborazione tra la società e il nostro Paese annunciato nel 2020, in piena crisi pandemica, con il varo del programma Ambizione Italia.
“1,5 miliardi di investimenti in cinque anni – ha ricordato nel corso della presentazione della Cloud Region Vincenzo Esposito, amministratore delegato della società – per intensificare la relazione tra Microsoft e l’Italia”.
Un progetto complesso, lo definisce Esposito, che ha richiesto non solo investimenti economici, ma anche “tanto tempo per creare le condizioni a contorno e per arrivare preparati al momento dell’apertura della Region”.
Condizioni di contorno realizzate seguendo cinque direttrici principali, a partire dalle attività di formazione e sviluppo di competenze digitali che hanno coinvolto oltre 3 milioni di persone, passando per la digitalizzazione delle PMI, che ha visto coinvolta, anche con programmi strategici specifici, la rete dei partner; per la ricerca dell’efficienza energetica e della sostenibilità; per la massima attenzione ai criteri di sicurezza e tutela dato necessari alla Pubblica Amministrazione e arrivando alla accessibilità e dunque guardando alla tecnologia come a un abilitatore di scenari migliori.

La Cloud Region di Microsoft nel segno di Ambizione Italia

A tre anni dal lancio di Ambizione Italia, ecco dunque l’annuncio della “prima Cloud Region di Microsoft in Italia, una delle più grandi Cloud Region europee – prosegue Esposito -. Una Cloud Region per le aziende italiane e per le aziende globali che vogliono investire in Italia, un catalizzatore di investimenti e innovazione nel Paese. Una Cloud Region che garantisce ai clienti sicurezza e sovranità dei dati, vicina alle esigenze del Made in Italy, sviluppata secondo criteri di sostenibilità e risparmio energetico”.
Soprattutto, sottolinea l’amministratore delegato, “non un punto di arrivo, ma un punto di partenza per accelerare i percorsi di innovazione”.
La Region aprirà a breve per un ristretto numero di partner, che si amplierà nel corso dell’estate, e offrirà tra i primi servizi Azure, Microsoft 365, Dynamics 365-
Le aspettative, dal punto di vista dell’impatto economico e sociale, sono molto alte.
“Secondo una valutazione di IDC, la Cloud Region attirerà 10,5 miliardi di investimenti entro il 2027 e creerà 40.700 posti di lavoro nel solo comparto IT. E favorirà la crescita di un ecosistema di innovazione che già include 32 aziende partner Cloud Region Ready”.
L’impatto economico e sociale della Region viene sottolineato anche da Ralph Haupter, presidente di Microsoft EMEA, che evidenzia come entro i prossimi quattro anni Microsoft, i suoi partner e i clienti cloud genereranno 135,7 miliardi di nuovi ricavi “e la nuova region peserà per il 17,1 per cento sulle nuove revenue”.
Un effetto moltiplicatore importante anche per l’ecosistema dei partner della società. “Se già oggi abbiamo misurato un effetto moltiplicatore tale per cui per ogni dollaro venduto da Microsoft, il partner ne guadagna 5,9, possiamo preconizzare che entro i prossimi 4 anni ne realizzerà 7,54”, prosegue Haupter. “L’innovazione è ciò cui tutti puntiamo. Ma l’innovazione richiede compute power”.

Sicura, Trusted, sostenibile e inclusiva: gli obiettivi della Cloud Region di Microsoft in Italia

Ed è Matteo Mille, Marketing and Operations Lead Microsoft Italia, che aggiunge qualche dettaglio in più sulla Region in apertura.
Una Region che si aggiunge alle 60 già realizzate da Microsoft in tutto il mondo e va ad arricchire una infrastruttura fatta di 200 datacenter tutti interconnessi, di 175.000 miglia di fibra, di 190 reti di PoPs (Point of Presence) cui si aggiungeranno i PoP di Milano e Roma.
“La domanda da porsi è perché scegliere il cloud Microsoft. Forse perché in questi anni abbiamo investito per sviluppare una tecnologia alla portata delle esigenze dei clienti e per creare framework mondi come retail, finance, manufacturing…”.
“La Cloud region Italy North – prosegue – ha il confidential computing alla apertura. Questo significa che rispetta fin da subito i requisiti sulla sovranità del dato. Abbiamo lavorato per garantire sicurezza, trust, sostenibilità e innovazione”.
Concretamente, per quanto riguarda la sicurezza, Mille sottolinea come il Cloud Azure sia di fatto l’unica piattaforma cloud creata da un security provider, che ogni giorno analizza milioni e milioni di segnali per prevenire qualsiasi minaccia o potenziale disguido sulla gestione della propria infrastruttura.
Quanto al Trust, Microsoft parla di Trusted Cloud, sottolineando la capacità di gestire il dato in tutte le fasi in cui viene acceduto, in qualunque processo, nel rispetto di tutte le normative nazionali.
Ma è sulla sostenibilità che Mille accende il riflettore: oltre agli impegni già presi da Microsoft su questo fronte, per la nuova Cloud Region si impegna a utilizzare il 100% di energia rinnovabile entro il 2025, a ridurre lo spreco di acqua del 95% entro il prossimo anno (“per la nuova Region parliamo di uno spreco di 0,023 l/kwh”, precisa Mille) e del riutilizzo di server pari al 90%, sempre entro il prossimo anno.
Ed è sull’innovazione sostenibile e inclusiva che Microsoft basa la propria crescita attuale e futura: “Microsoft è cresciuta in capitalizzazione perché ha sempre investito in innovazione”, è la chiosa di Mille.

Una opportunità per il Paese

La nuova Region rappresenta un segnale importante per un Paese che soffre di un deficit di digitalizzazione, come ha sottolineato nel corso dell’incontro Andrea Rangone, Full Professor Politecnico di Milano e Presidente di Digital360, ricordando come proprio la scarsa maturità digitale dell’Italia, derivante da scarsi investimenti in innovazione Ict (3,29% del Pil contro 4,4 e 4,3% di Germania e Francia) e dalla nostra posizione non certo lusinghiera nella valutazione Desi, si traduca di fatto in uno svantaggio economico e produttivo nella classifica europea.
“La pandemia – ha sottolineato Rangone – ha rappresentato una sorta di elettroshock culturale per l’Europa e per il nostro Paese, mettendo al centro delle priorità la transizione digitale, in parallelo a quella verde”. Come del resto emerge anche dagli investimenti in digitale previsti dal PNRR.
Una transizione digitale che ha anche un valore sociale in termini di inclusione e democratizzazione, arrivando a coinvolgere anche “fasce di popolazione con abilità ridotte” e che dunque rappresenta oggi una opportunità da non perdere.

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