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Managed Service Provider in Italia: la ricerca 2020 di Achab

A dispetto della crisi, gli MSP godono di buona salute: nel 2019 il 57% ha aumentato il fatturato, la metà prevede un’ulteriore crescita per il 2020

Pubblicato il 25 Giu 2020

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Al suo secondo anno, la ricerca sullo stato degli MSP in Italia promossa da Achab, azienda specializzata nella distribuzione di soluzioni software a valore, analizza i trend, le sfide e le evoluzioni in atto con uno sguardo al futuro. Trasformazione digitale, mobilità e connettività complesse, sicurezza e remote working, protezione dei dati e compliance, ma anche implementazioni cloud, backup e disaster recovery sono alcuni dei trend che le PMI hanno la necessità di indirizzare. Con l’accelerazione dovuta all’emergenza Covid-19, ancor più numerose sono le sfide che i Managed Service Provider sono chiamati ad affrontare, mettendo in campo competenze diversificate e servizi a valore.
Andrea Veca, CEO di Achab.
Il 57% degli MSP dichiara un aumento del proprio fatturato nell’ultimo anno; di questi, quasi la metà lo ha incrementato di oltre il 10%; e per il 2020, il 50% prevede una crescita ulteriore del proprio fatturato. “È un segno che conferma un mercato in fermento ed evoluzione, oltre al fatto che i servizi gestiti sono un modello di business che aiuta a crescere anno su anno” commenta Andrea Veca, CEO di Achab.

MSP in Italia: tra crescita e sfide

Tanta è la voglia di crescita, formazione e condivisione: il 72% degli MSP dedica un giorno al mese alla formazione (un buon 10% anche un giorno a settimana) e il 96% partecipa a eventi di settore. Le dimensioni della maggior parte delle realtà degli MSP sono tipicamente contenute, ma rispetto al 2019, cala il numero di micro-aziende e aumenta il numero di aziende strutturate che gestiscono oltre 100 clienti e quelle che offrono contratti pluriennali. Un 30% si trova a dover gestire un parco macchine con 500 o più end-point, il che richiede un passaggio da una gestione artigianale a una gestione strutturata e organizzata. Per quanto riguarda il business dei servizi gestiti, si conferma il focus (oltre l’80%) sulla fornitura di servizi ad aziende di produzione e studi professionali. Rispetto al 2019, aumentano i servizi offerti del settore della consulenza (68%) e delle scuole (30%).
“Se specializzarsi in un settore può fare la differenza per aumentare l’efficienza operativa, in quanto si offre a più clienti lo stesso pacchetto di servizi; chi diversifica può tenere testa in momenti di grave difficoltà. E gli MSP lavorano indistintamente su tutti i settori merceologici” aggiunge Veca che continua “Un discreto numero di operatori del settore si sta muovendo verso il modello dei Managed Services Provider. Si tratta di operatori che forniscono servizi di livello superiore e realizzano quelle economie di scala necessarie per essere competitivi, differenziarsi dalla concorrenza e aumentare il proprio margine avvalendosi di processi, strumenti e tecnologie in grado di aumentare l’efficienza e automatizzare determinate attività”.
Gli MSP si confermano realtà legate a un modello di business reattivo (break/fix), ma comunque più della metà delle aziende basa il proprio business sull’erogazione dei servizi gestiti. L’assistenza presso i clienti cede sempre più il passo a sistemi di controllo remoto e piattaforme RMM. Tra i problemi e le sfide principali, oltre al reperimento di tecnici validi (47%), figurano la mancanza di consapevolezza dei clienti in tema di ransomware e cybersecurity (66%), la difficoltà a differenziarsi sul mercato (49%), e i lunghi tempi di risposta dei fornitori (72%). Rispetto al 2019, cresce del 20% la percentuale di aziende che riesce a farsi pagare la gestione dei device mobili. Solo una minoranza di MSP offre servizi di pay-per-print (11%); un MSP su quattro offre servizi VoIP.

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