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Facebook pronta a emettere la sua valuta digitale

L’ok della Banca Centrale irlandese (dove vi è la sede europea del social network) apre le porte alla gestione di una e-money da parte della piattaforma di Zuckeberg. Ora è rivoluzione

Pubblicato il 25 Nov 2016

Paolo Longo

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Per anni gli hacktivist di tutto il mondo hanno combattutto in favore di un’economia che facesse a meno dei soldi tradizionali in favore di una moneta di libero accesso, globale ed equidistribuita. Un buon motivo per virare verso un panorama del genere lo aveva dato Bitcoin, un sistema accettato anche da diversi brand (tra cui Tesla) come fonte alternativa di valore, da creare autonomamente, attraverso il computer di casa (il cosiddetto “mining”). Hacker, furti di denaro e criticità nella piattaforma hanno affossato il progetto, che ad oggi sembra relegato al deep web e a un numero sempre più ristretto di fruitori. Non è nemmeno da escludersi che blocchi e disservizi fossero stati “agevolati” da soggetti, enti e governi contrari alla criptovaluta, che cominciava a fare sempre più paura agli istituti di credito.

Svolta Facebook

Anche se i Bitcoin sembrano non avere la forza per ribaltare completamente il sistema economico mondiale, il futuro dell’e-money non è per nulla deciso e messo da parte. A rinvigorirlo c’ha pensato la Banca Centrale d’Irlanda, che nei giorni scorsi ha concesso a Facebook l’autorizzazione a operare in Europa come emittente di moneta elettronica. Si tratta di una decisione a suo modo storica, che apre interessanti scenari sia dentro che fuori il social network. Non è per nulla una novità: da tempo Facebook può gestire soldi reali negli Stati Uniti, tramite gli acquisti digitali effettuati sulle app ospitate online, sfruttando le chat di Messenger e alcuni accordi con partner finanziari, come PayPal. Tuttavia l’avvento in Europa era atteso da anni, almeno un paio, a causa di procedure burocratiche probabilmente più lunghe. A differenza degli USA, la licenza ottenuta in Irlanda, e valida lungo tutta l’Unione Europea, vanta un raggio d’azione più ampio, visto che consente alla compagnia di porsi come vero intermediario creditizio, ovvero ente per il deposito di denaro e per operazioni di pagamento. Cosa vuol dire? Che Zuckerberg potrebbe presto fondare una propria banca, magari piccola, ma abile a emettere conti correnti e bancomat, come qualsiasi altra agenzia del continente. Il tutto potrà avvenire per mezzo di una società sussidiaria, magari creata ex-novo, dipendente interamente dalla casa californiana.

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