Strategie

Con il giusto partner l’e-commerce è un grande affare alla portata di tutte le tasche

I rinnovati strumenti Aruba facilitano la messa a punto di siti per le sfruttare la crescita nelle vendite online senza commettere passi falsi a valorizzando la specializzazione delle PMI

Pubblicato il 10 Nov 2016

Gianluigi Torchiani

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Stefano Sordi, Direttore Marketing di Aruba

Dal punto di vista dell’impiego professionale, per un sito Web l’e-commerce è una delle principali destinazioni d’uso. Passare dalle buone intenzioni alla pratica non è tuttavia semplice. In assenza di adeguate competenze tecniche, anche il miglior progetto può tradursi in un fallimento dal punto di vista delle vendite. La grande presenza di PMI in Italia e la relativa specializzazione, rappresenta tuttavia un enorme potenziale da questo punto di vista, a condizione di saperlo sfruttare. In occasione di Smau l’argomento è stato al centro di uno dei brevi seminari proposti da Aruba Business, nell’intento di aiutare chiunque intenzionato ad affrontare le vendite online a conoscere più da vicino lo scenario e al tempo stesso capire come ottenere il meglio dai rinnovati strumenti messi a disposizione dal provider.

«Secondo la più recente ricerca di Casaleggio Associati, la crescita dell’e-commerce in Italia è regolare e ormai in linea con la media europea – spiega Stefano Sordi, direttore marketing di Aruba -. In particolare nel 2015 si è registrata un’impennata del 19%, raggiungendo un fatturato di 18,8 miliardi di euro». Come prevedibile, una fetta importante è occupata dal turismo, con il 30% del mercato. La più consistente però, il 47%, arriva dall’insieme delle attività legate al tempo libero, per la quasi totalità inteso come scommesse e giochi. Inizia a raggiungere livelli interessanti anche l’8% di spesa presso i centri commerciali, mentre le assicurazioni si assestano al 6%. Più contenuta del previsto, l’attenzione verso il mondo dell’elettronica, al 3%. Un settore considerato ormai saturo per il canale online.

Dove emergono invece le maggiori prospettive di crescita è l’alimentare, stimato per il 2016 al 35%. Allargando la valutazione all’intera offerta dei centri commerciali, si arriva al 55% Le opportunità quindi non mancano, il problema è semmai farsi trovare pronti. «Non può esistere una piattaforma senza una strategia di promozione – osserva Sordi -. Questo significa prima di tutto partire da Google AdWords e ottimizzare il negozio in funzione dei motori di ricerca. Servono contenuti unici e originali, senza naturalmente dimenticare la presenza sui social. Infine, la fidelizzazione attraverso campagne mirate e newsletter».

Questi sono anche i principi sui quali il provider ha posto le basi per costruire i propri strumenti a supporto dell’e-commerce. «L’obiettivo finale è la conversione in acquisto e qui non si deve sbagliare – precisa Sordi -. Serve prima di tutto semplicità d’uso e il minor numero possibile di passaggi. Per esempio, l’utente si aspetta di trovare il carrello sempre visibile e in altro a destra, è inutile collocarlo altrove. Le opzioni di scelta e i costi aggiuntivi devono essere sempre visibili, così come le modalità di pagamento. Per completare l’ordine, quattro passaggi sono già abbastanza». A partire da uno schema di base di un pannello di controllo, gli spazi di manovra sono stati studiati per consentire al singolo venditore di mettere in evidenza il valore aggiunto dei propri prodotti. «Si possono sfruttare le potenzialità di un canale noto e ormai organizzato – conclude Sordi -. Gli investimenti sono relativamente contenuti, e con traduzioni dedicate e assistenza in lingua locale si può affrontare facilmente anche il mercato estero. In genere conviene affiliarsi ai marketplace, anche se i margini diminuiscono, perchè la concorrenza è veramente forte».

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