Case History
C’è il canale dietro la conversione all’open source di P.L. Ferrari & Company
Il system integrator ligure Delphis informatica ha curato la migrazione alle soluzioni Red Hat del broker specializzato nelle assicurazioni di protezione e indennizzo
19 Mag 2016
La maggioranza di questi sistemi vengono operati dalla sede centrale dell’azienda a Genova; inoltre i dipendenti vi accedono tramite web o via virtual private network (VPN) dagli uffici di Monaco, Pireo, Napoli, Ferrara e Londra. In passato il broker aveva puntato su un software di virtualizzazione VMware, ma la necessità di rinfrescare un’architettura ormai datata ha spinto l’azienda a puntare tutte le sue carte sulle soluzioni Red Hat, con cui era da tempo avviata una collaborazione per alcuni workload.
«I nostri sistemi devono funzionare in modalità always-on – spiega Andrea Guerreri, Deputy IT Manager di P.L. Ferrari & Company -. Servizi come il software di gestione e i sistemi email non possono mai fermarsi, perché un cliente potrebbe chiamare da ovunque nel mondo, a ogni ora, ed il tecnico che lavora sulla pratica deve poter accedere immediatamente a questi sistemi. Volevamo trovare il modo di ottenere un’affidabilità ancora maggiore, con costi ridotti e una gestione più semplice».
La migrazione delle macchine virtuali di P.L. Ferrari a Red Hat Enterprise Virtualization si è rivelata un successo: lineare, completa e senza alcuna perdita di dati. Il risultato finale è che oggi, tutti i sistemi di produzione dell’azienda, compreso il nuovo sito di disaster recovery creato a Napoli, vengono gestiti centralmente utilizzando Red Hat Enterprise Virtualization. «In Delphis, aiutiamo i clienti a ottenere il massimo valore dai propri progetti – commenta Maurizio Priano, CIO di Delphis Informatica -. In questo caso, la scelta è stata quella di installare l’hardware IBM Flex System a Genova, trasferire il BladeCenter a Napoli e installare Red Hat Enterpise Virtualization su entrambi, con una soluzione che permette a P.L. Ferrari di ottenere risparmi concreti».