Strategie

Anche Xerox si divide in due

Una società sarà dedicata ai servizi, mentre l’altra resterà concentrata sulla vendita di hardware. Lo split sarà già completato entro l’anno. Il gruppo viene da una serie di annni caratterizzati da risultati negativi

Pubblicato il 01 Feb 2016

Gianluigi Torchiani

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Ursula Burns, Ceo di Xerox

Dopo la divisione di HP, un altro split, ossia una divisione in due di una società preesistente, interessa il mondo dell’IT. Il nome è, anche questa volta, piuttosto noto nel panorama dell’IT: stiamo parlando di Xerox, società con una storia centenaria alle spalle, specializzata nel mondo delle stampa documentale. Confermando le indiscrezioni già circolate nei giorni scorsi, in occasione della presentazione dei risultati finanziari 2015 è stata infatti ufficializzata la scelta della separazione. Da una parte ci sarà una società legata alla vendita di hardware (document technology), mentre dall’altra parte ci sarà una società dedicata ai servizi (Business Process Outsourcing). Una divisione – tra l’altro – molto simile a quella messa in atto da HP e che, per certi versi, rappresenta una sostanziale marcia indietro nella strategia di Xerox. La nuova società dedicata ai servizi, il cui futuro nome non è stato ancora svelato, in buona ricalcherà ruoli e attività di Affiliated Computer Services, azienda che era stata acquisita nel 2010 proprio da Xerox per la non modica cifra di 6,2 miliardi di dollari, con l’obiettivo dichiarato di diversificare il business aziendale.

Obiettivo che – vista l’attuale scelta – non è stato del tutto centrato, anche se il Ceo della società, Ursula Burns, ha evidenziato che «Oggi Xerox compie ulteriori e decisivi passi nell’incrementare il valore per gli azionisti. I due gruppi saranno ben posizionate per diventare leader su mercati in evoluzione e per capitalizzare sulle opportunità esistenti di espandere i margini e incrementare la quota di mercato. La trasformazione strategica che stiamo avviando cambierà e migliorerà il modo in cui gestiamo le attività». Quel che è certo è che il momento attuale per Xerox non è dei migliori, come hanno evidenziato i risultati finanziari del 2015: il giro d’affari del gruppo si è attestato a quota 18 miliardi di dollari (-7,2% rispetto al 2014), con i ricavi della divisione servizi in decrescita del 4,7% a quota 10,1 miliardi e quelli dell’hardware in calo del 12% (7,4 miliardi di dollari). Si tratta, tra l’altro, del quarto anno consecutivo di risultati negativi per Xerox che, insomma, patisce la costante pressione sui prezzi e la tendenza al taglio dei costi da parte del mondo enterprise, una trend che rischia di acuirsi sempre di più nell’era della mobility e del cloud.

Non a caso, la decisione del vertice – oltre che con le classiche necessità di seguire al meglio i diversi tipi di business, la volontà di avere una maggiore agilità, ecc – è dettata ufficialmente dalla necessità di tagliare i costi: la previsione è che lo split (che dovrebbe essere operativo già entro il 2016), dovrebbe consentire a Xerox di risparmiare 2,4 miliardi nel prossimo triennio, di cui 700 milioni già entro l’anno. Risparmi che coinvolgeranno anche la forza lavoro del gruppo, con un taglio dell’1-2% degli addetti. L’operazione, secondo quanto riportano alcune agenzie specializzate in Finanza, è stata perlomeno avallata dal multimiliardario Carl Icahn, che aveva recentemente acquisito circa l’8% del gruppo e da subito aveva spinto per una discontinuità. E a cui saranno riservati tre posti nel futuro CDA della nuova società dedicata ai servizi. Lo split, ovviamente, è destinato a impattare anche sul canale di rivendita Xerox, perché le due società avranno sin dall’inizio diversi referenti e – molto probabilmente – anche programmi di partnership distinti.

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