Strategie

Red Hat, 64 trimestri consecutivi di crescita. Ecco come

L’azienda leader nel mondo open source ha messo a segno una crescita del 21% a livello globale. Uno sviluppo ancora più accentuato in Italia, come racconta il country manager Gianni Anguilletti

Pubblicato il 06 Apr 2018

Gianluigi Torchiani

Red Hat
Gianni Anguilletti, Country manager di Red Hat Italia

Per Red Hat c’è davvero da festeggiare. E non soltanto perché il 2018 segna i 25 anni di attività della società e il ventennale dell’open source ma, soprattutto, per i numeri estremamente positivi che ormai da tempo la accompagnano, in particolare in Italia. Come ha messo in evidenza il country manager di Red Hat Gianni Anguilletti, a livello globale il gruppo ha ottenuto ottimi risultati, con ricavi per ben 2,9 miliardi di dollari, in crescita del 21% rispetto all’anno precedente. Se è vero che ancora il sistema operativo Red Hat enterprise Linux vale ancora circa i due terzi del giro d’affari, le aree a maggiore sviluppo (+42%) sono quelle relative ai cosiddetti Strategic products (application development, cloud e storage), su cui Red Hat sta spingendo da tempo. Più in prospettiva, l’ultimo appena concluso è stato il trimestre numero 64 di crescita consecutiva di ricavi e utili.

L’Italia come caso di successo

Numeri che, ha messo in evidenza il country manager, sono ulteriormente rosei per quanto riguarda l’Italia, che nell’anno fiscale appena concluso è stata la migliore country europea di Red Hat. Merito della squadra di persone – tra l’altro in piena espansione, toccati i 150 dipendenti – ma anche di un mercato nazionale che ha risposto in linea con le sue potenzialità al portafoglio di offerta sempre più ampio di Red Hat, grazie anche a uno scenario macroeconomico più favorevole. Tra i casi di successo recenti c’è Fastweb, che ha scelto le soluzioni di Red Hat per offrire servizi hybrid cloud e storage al mercato enterprise. Ma anche un’azienda decisamente più tradizionale come Magneti Marelli, che ha adottato la piattaforma Openstack per il proprio cloud interno. A testimonianza della crescente attenzione verso il mondo PA c’è poi il recente rinnovo della convezione Consip, che permette a Red Hat di accedere a questo vasto mercato.

Le tre linee strategiche

Ma quali sono le caratteristiche che rendono possibile questo successo da parte di Red Hat? Senza dubbio il fascino della filosofia open source, che ormai si è imposta nei più svariati filoni tecnologici. Per Anguilletti il merito è però anche di tre linee strategiche che guidano e continueranno a guidare lo sviluppo di Red Hat: «Innanzitutto la completezza funzionale: partner e clienti devono trovare nel nostro portafoglio tutto ciò che serve per realizzare infrastrutture scalabili, flessibili e vantaggiose economicamente. In secondo luogo l’apertura (openess): vogliamo fare in modo che sia possibile scegliere anche soltanto una parte del portafoglio Red Hat, magari per salvaguardare investimenti effettuati in passato. Infine flessibilità. Che significa rendere possibile il motto any application (any contaeir) anytime, anywhere. Questo significa anche che un nostro cliente può realizzare un cloud privato a partire dalle nostre tecnologie, ma questo non deve impedirgli di accedere a risorse cloud esterne, magari nei momenti di picco, che possono essere assicurate dai maggiori provider cloud».

Cloud provider e MSP nel mirino

Dal punto di vista tecnologico questo si traduce nella volontà di giocare soprattutto su tre campi: Hybrid cloud infrastructure, cloud native app platforms e management e automation. Senza naturalmente dimenticarsi di Linux e del sistema operativo, che rimane il cuore della proposizione di Red Hat. Anche perché la tecnologia dei container, su cui l’azienda scommette tantissimo, si poggia proprio sull’OS alternativo più popolare al mondo. Da un punto di vista commerciale, Red Hat ha potenziato ulteriormente l’approccio verticale, che però da quest’anno è differenziato a seconda della struttura del cliente finale: overro se mid&small oppure strategic enterprise. Confermata poi la politica di grande attenzione per le partnership. In particolare Red Hat guarda a cloud provider e MSP, per offrire ai clienti quella apertura tecnologica e logistica di cui si accennava in precedenza. Per il futuro, Anguilletti delinea un’azienda che pensa a ulteriori investimenti nel mondo dei container (un’area vista con le stesse potenzialità avute dalla virtualizzazione in passato) e nel cloud, mentre più sul lungo termine l’interesse è rivolto verso intelligenza artificiale e machine learning.

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