Nuovi Server

«Cosi accendiamo il motore, sicuro, dell’Intelligenza Artificiale», HPE e la scommessa dei nuovi server Gen 10

Un evento record per HPE che ha alzato il sipario sugli attesi server HPE Gen 10. «L’infrastruttura IT più sicura, scalabile e flessibile di sempre». Un motore, nuovo, su cui la multinazionale scommette per rendere possibili e sicure le più dirompenti trasformazioni in atto sul mercato

Pubblicato il 30 Ott 2017

Marco Maria Lorusso

Fabio Tognon

Server hpe gen 10: Un’impronta digitale direttamente nel chip, un marchio immutabile che impedisce ai server di avviarsi senza corrispondenza tra impronta e firmware… Eccola la risposta di HPE al vincolo che lega in maniera sempre più preoccupante Innovazione e rischio.
Più cresce una e più aumenta l’altro. Una sorta di parallelismo, una forma speciale di ossimoro che sta “investendo” il mercato in questo strano 2017. Da una parte fenomeni dirompenti come Internet delle cose, Industria 4.0 e ancora Intelligenza artificiale. Dall’altra l’immensa distesa di dati alla base di simili fenomeni che, proprio per le sue dimensioni, diventa “ventre” molle del digitale e dunque obiettivo primario di hacker e cybercriminiali per sferrare attacchi e furti di identità sempre più dirompenti.
Un circolo non certo virtuoso che, come detto, una multinazionale come HPE ha deciso di scardinare mettendo sul piatto una nuova gamma di infrastrutture flash che si propone di «abilitare le piccole e medie imprese (PMI) ad incrementare le performance applicative, riducendo i rischi, senza costi aggiuntivi e a budget contenuti». Sul tavolo insomma c’è uno dei mercati cardine del nostro Sistema Paese e, soprattutto, la capacità di mettere nelle sue mani gli strumenti corretti per essere competitivi, innovativi senza però mettersi nei guai con il digitale… Il tutto a pochi mesi dall’avvento del GDPR, il tanto temuto nuovo regolamento europeo sulla gestione di privacy e dati.

Server HPE gen 10, verso il cloud ma con gli strumenti corretti

Non a caso, proprio nei giorni scorsi, la stessa HPE Italia ha scelto la cornice di un evento multimediale intitolato “New Compute Experience” per dare il via alla nuova offerta di server, storage e iperconvergente. Un nuovo modo di fare computing, appunto, con la security al centro.
Un evento che, vista la centralità degli annunci e del mercato a cui sono rivolti, ha chiamato a raccolta il top management della società, a partire da Stefano Venturi, numero 1 di Hewlett Packard Enterprise in Italia. «Si tratta di una fase decisiva per tutti noi – ha spiegato Venturi – siamo in un momento di grande evoluzione che vede al centro i nostri partner di canale, vedi il clamoroso successo del nostro progetto Hpe Innovation Lab, e i partner tecnologici chiave come Intel. Proprio con Intel abbiamo lavorato a lungo e oggi presentiamo al mercato la nostra nuova offerta di server HPE Gen10. Si tratta di piattaforme senza precedenti, che hanno un motore composto proprio dai processori scalabili Intel Xeon, la memoria persistente scalabile HPE e una potenza di calcolo superiore capace di garantire le prestazioni necessarie per gestire le applicazioni più esigenti. Sono queste le piattaforme in grado di rendere più agili le nostre PMI, sono queste le soluzioni in grado di abilitare tutti i vantaggi e la scalabilità degli ambienti cloud, coniugati con il controllo e la gestione delle soluzioni onpremise. Un vero cloud ibrido capace di unire il meglio di due mondi».

Hpe New Compute Experience, sserver HPE gen 10, «Mettiamoli al sicuro»

Gabriele Faggioli, Giurista, CEO di P4I – Partners4Innovation, Presidente Clusit

Ma c’è di più e si tratta, come anticipato, di sicurezza, di protezione e di lotta contro il tempo per cercare di prevenire e sventare cyber attacchi sempre più efficaci. Attacchi che sfruttano proprio la liquidità dei dati “imposta” dalla digital tranformation, per mettere al tappeto le imprese. Non a caso, a New Compute Experience, HPE ha voluto fortemente la presenza di Gabriele Faggioli, Ceo di P4I, Presidente del Clusit e Reponsabile dell’Osservatorio Privacy ad security del Polimi, tra i massimi esperti italiani di sicurezza e diritto informatico. «Industria 4.0 e Intelligenza Artificiale sono fenomeni che devono il loro successo ai vantaggi che promettono proprio in tema di dati e della mole di informazioni che riescono a gestire. E’ naturale dunque che il cyber crimine oggi punti in quella direzione cosi come è naturale che abbia anche successo dato il basso livello di percezione del rischio digitale che c’è soprattutto a livello di PMI. Un livello, basso, che male, malissimo si sposa con l’ampliamento della superficie di attacco che stanno conoscendo le infrastrutture IT con l’ingresso nell’era della trasformazione digitale e del cloud computing». Il business del crimine digitale è ormai talmente redditizio da essere diventato terreno polo attrattivo di una moltitudine di attori «Proprio cosi – ha aggiunto Faggioli – assistiamo ad una “consumerizzazione” del Cyber Crimine che, purtroppo, va di pari passo con la facilità con la quale è possibile entrare nei sistemi e nei dispositivi di privati, imprese, PA, infrastrutture critiche, come banche e ospedali, a causa della bassissima percezione del rischio da parte degli utenti. Basti vedere come si è diffuso e che danni ha creato il caso Wannacry».
Poi ovviamente c’è il GDPR, «Il nuovo regolamento per la gestione di privacy e dati – ha spiegato Faggioli – è nato proprio per favorire l’esternalizzazione di servizi e infrastrutture e, dunque, tutte le forme di cloud considerando l’impossibilità, da parte di Piccole e Medie imprese, di sviluppare skill e strutture adatte a gestire la digital transformation in casa. Per farlo però ha posto regole, vincoli e procedure che occorre conoscere, studiare e rispettare. Non si tratta di una legge italiana ma europea e il cammino di adeguamento o parte oggi o si rischia di arrivare pericolosamente lunghi… per farlo servono procedure, soluzioni e partner di valore».

HPE New Compute Experience, server hpe gen 10, la risposta in una impronta digitiale

Potenza di calcolo, agilità ma, dunque, necessità primaria di protezione e sicurezza a fronte di uno scenario davvero preoccupante. Uno scenario di fronte al quale serve un approccio nativamente sicuro. «Proprio così – ha aggiunto Fabio Tognon, Country Manager Server Division Italia di HPE – ed è per questo che, insieme a Intel, abbiamo studiato e messo su strada una sicurezza nuova, diversa, direttamente “stampata” nel DNA di questi server. Grazie al lavoro sviluppato con Intel abbiamo infatti sviluppato una “sicurezza integrata su chip in silicio”, una vera impronta digitale immutabile che impedisce ai server di avviarsi in assenza di collegamento con il firmware. Un simile livello di protezione, integrato in un chip, rappresenta la miglior protezione possibile contro gli attacchi via firmware, oltre alla possibilità di ripristinare automaticamente il firmware essenziale di un server».
Nel dettaglio i modelli ProLiant ML110 Gen10 e ProLiant ML350 Gen10 offrono un mix equilibrato di prestazioni, capacità e gestibilità e, nelle strategie degli uomini di HPE, si inquadrano come scelta ideale per PMI in crescita, sedi remote e distaccamenti (ROBO). «In combinazione con ClearOS – spiega Tognon -, rendono l’IT più semplice, sicuro e accessibile per PMI e ROBO. Il server ML100 Gen10 è il tower monoprocessore dalle performance migliori per PMI e ROBO raggiungendo il 21% di prestazioni in più rispetto alla generazione precedente. Il server ML350 Gen10 è il tower 2P più potente e versatile della linea ProLiant grazie al 71% di performance in più e al 27% di incremento nel numero di core rispetto alla generazione precedente. Ultimo ma non ultimo, il modello HPE ProLiant DL580 Gen10 offre sicurezza, espansibilità storage e scalabilità prestazionale da due a quattro processori per supportare le applicazioni business-critical delle medie aziende».

Un motore nuovo per l’Intelligenza artificiale e il super computing

Sicurissimi dunque, innovativi e, soprattutto, tremendamente potenti. Cosi potenti da accettare la sfida del super calcolo e della capacità di mettere al servizio di Intelligenza Artificiale, Gaming ecc tutta la potenza di calcolo di cui hanno bisogno. «Proprio cosi – ha spiegato durante l’evento Edmondo Orlotti, HPC & POD Business Development Manager EMEA di HPE -, ci sono dati e numeri molto chiari. Entro il 2019 il 40% delle iniziative di Digital Transformation sarà abilitato dall’Intelligenza Artificiale. Si tratta di una conseguenza diretta rispetto all’incredibile esplosione di dati di questi anni. A fronte di un simile scenario serve una potenza di calcolo senza precedenti. Una potenza che, da sola non basta, al suo fianco c’è il problema non banale dell’analisi. Tutto questo è e sarà il tema portante per gli anni a venire e può essere riassunto nel concetto di super calcolo. Un super calcolo che già oggi è per esempio una priorità nell’ambito finanziario dove realtà del settore ci hanno chiesto macchine in grado di lavorare a 4GHz… ma non è tutto qui, non si tratta di un tema solo per grandi aziende. La potenza di calcolo sarà una necessità sempre più forte anche per piccole e medie imprese. Basti pensare alla computer grafica ecc…Una macchina che mi dà maggiore capacità di calcolo mi fa risparmiare sul software e mi garantisce una maggiore sicurezza a tutti i livelli. Per questo con Intel abbiamo lavorato duramente e i nuovi server Gen 10 possono davvero essere definiti il motore computazionale più efficace per intelligenza artificiale, machine learning, bitcoin…»

HPE Server Gen 10, il cuore è il canale. Il ruolo dei system integrator

Venendo infine alla strategia commerciale, nel corso della serata più volte è tornata la conferma del ruolo centrale per il canale dei system integrator, dei Var e dei distributori come abilitatori delle più interessanti declinazioni di business legate ai server Gen 10. «Il progetto HPE Innovation Lab conferma la centralità del canale per HPE, soprattutto quest’anno – spiega Fabio Tognon – e ora, con i Gen10, questa “relazione” conosce un nuovo salto di qualità. Un canale che veicola oltre il 70% del nostro business e dal quale passerà buona parte del valore e del successo possibile dei nuovi server Gen10. La nostra nuova famiglia di server è comunque già disponibile per intero in Italia e può essere gestita da tutto il nostro canale. Ai system integrator che si affacciano su questi nuovi server chiediamo soprattutto la capacità di avvicinarsi e decifrare gli ambiti applicativi su cui si muovono i clienti. La presenza sul territorio e la capacità di rispondere alle esigenze della clientela faranno davvero la differenza con queste nuove soluzioni. Si tratta in fatti di server che rompono il concetto di hardware come commodity e lo elevano a piattaforma che è in grado di vestire gli ambiti applicativi più verticali. Per farlo però servono competenze e prossimità senza precedenti».

Flash optimized HCI, storage e networking ottimizzati per  accelerare l’hybrid IT, ecco tutti gli annunci di HPE: HPE SimpliVity 380

Per la prima volta oggi le piccole e medie aziende possono disporre di storage all-flash a prezzi accessibili, grazie alla nuova Hyperconverged Infrastructure (HCI) HPE SimpliVity 380. HPE ha infatti introdotto nuove configurazioni SimpliVity 380 entry-level ad un costo inferiore del 20% rispetto al prezzo di mercato. Tali soluzioni offrono tutti i vantaggi della tecnologia all-flash – con performance pari al doppio delle hybrid solution a metà della latenza. HPE SimpliVity 380 HCI è destinata alle organizzazioni di medie dimensioni che devono poter contare sull’agilità e sulla convenienza del cloud, beneficiando delle prestazioni e della sicurezza garantite dalle soluzione on-premise. Le funzionalità integrate – di data protection, disaster recovery, deduplication e compression – soddisfano le principali necessità, offrendo ulteriori opportunità di consolidamento e risparmio.

Flash array HPE Nimble Storage

«La piattaforma HPE Nimble Storage Predictive Flash – spiegano da HPW -, che comprende l’engine analitico predittivo più avanzato del settore, è dedicata ai clienti che ricercano una vera soluzione all-flash di nuova generazione. L’analisi predittiva InfoSight è in grado di affrontare oltre l’86% delle problematiche storage prima che possano verificarsi e consente un livello di disponibilità misurato pari al 99,9999%. Questa tecnologia offre performance superiori e la più alta disponibilità, permettendo di scalare fino a livelli di petabyte, al crescere del business. HPE ha annunciato l’acquisizione di Nimble Storage a inizio anno. Da novembre 2017 l’intero portfolio di soluzioni adattative e all-flash Nimble Storage sarà disponibile esclusivamente presso i partner di canale HPE di tutto il mondo».

MSA1050 Hybrid Storage Array

«Le PMI devono spesso trovare un compromesso tra prezzo e prestazioni. Oggi, finalmente, possono disporre di storage di livello enterprise a costi accessibili, senza dover trascurare gli obiettivi di business a causa dell’elevato costo dello storage enterprise. I modelli di punta MSA 2050/2052 raggiungono prestazioni doppie rispetto alla precedente generazione a parità di costo. HPE abilita la connettività SAS diretta per i server ProLiant Gen10 verso lo storage MSA1050/2050, permettendo di accedere allo storage flash senza bisogno di alcuna infrastruttura di rete».

Switch Ethernet StoreFabric M-series

«Per molte PMI, il pensiero di dover installare un’infrastruttura di rete Fibre Channel dedicata ai sistemi flash rappresenta un costo proibitivo e un’aggiunta di complessità. Gli switch HPE StoreFabric M-series permettono invece di implementare un’infrastruttura di rete ad alte prestazioni per flash a costi accessibili. La nuova famiglia di switch Ethernet HPE StoreFabric M-Series offre infatti un networking ottimizzato per flash attraverso connessioni iSCSI standard. I clienti MSA, Nimble, 3PAR e SimpliVity possono contare su soluzioni flash in grado di fornire elevate performance per app e utenti attraverso una architettura di rete per tempi di latenza estremamente bassi a prezzi tra migliori sul mercato».

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