IT IBRIDO

Ci vuole capacità flessibile per muoversi verso l’IT ibrido



Muoversi vero l’IT ibrido non è facile, flessibilità e scalabilità devono “fare i conti” con gli investimenti. La soluzione è dotarsi di infrastrutture moderne on site pagandone però solo i consumi effettivi delle risorse utilizzate.

Nicoletta Boldrini

Pubblicato il 23 Gen 2019


Nell’attuale complesso scenario di cambiamento tecnologico che stanno affrontando le aziende, il modello di IT ibrido sembra essere la chiave di lettura primaria a garanzia di quella flessibilità (tecnologica in primis ma anche di business) indispensabile per reggere nuovi workload data-intensive come quelli richiesti in progetti di Industry 4.0, IoT, Big Data, Modern Analytics o Intelligenza Artificiale.

Non solo, guardando il quadro dalla prospettiva della “sola” governance dei sistemi IT, è innegabile che questi siano diventati molto complessi sia da gestire sia da trasformare; l’integrazione con i servizi cloud, in forte crescita di adozione, inoltre non sempre risulta agilmente attuabile e non è detto che il public cloud sia sempre la risposta perfetta alle esigenze di dinamicità e scalabilità.

L’ideale, sarebbe poter prendere il meglio dei due mondi (dell’on premise e del cloud), per avere, da una parte la velocità e il modello pay per use del cloud e, dall’altra, la sicurezza dell’on premise, potendo così garantire richieste di compliance, risolvere problemi di latenza o di sicurezza.

Alla base però c’è sempre la sfida legata alla modernizzazione di sistemi: sia che si tratti di progetti di standardizzazione e consolidamento, sia che si tratti di progetti più innovativi legati, come accennato, a nuovi trend tecnologici come IoT, Big Data o Intelligenza Artificiale, l’IT necessita di infrastrutture moderne per poter “reggere” nuovi flussi e spostamenti di dati. Infrastrutture che seguono un modello software-defined (capace di garantire quell’agilità nell’allocazione dinamica delle risorse e nella loro scalabilità e la semplificazione necessaria ad una governance più efficace) ma che richiedono spesso ingenti investimenti iniziali.

Come utilizzare allora le tecnologie più innovativee affrontare i cambiamenti imposti dalla digital transformation senza l’ansia dei budget?

Cercheremo di dare una risposta a queste domande nel corso di un webinar in programma il prossimo 13 febbraio all’interno del quale analizzeremo anche le opportunità per il canale offerte da HPE con i servizi “Flexible Capacity”, un’offerta che consente alle aziende di portare all’interno del proprio data center tutta l’infrastruttura hardware necessaria a reggere i nuovi workload di business pagando però a consumo e cioè solo le risorse effettivamente utilizzate. Si tratta di servizi che non solo facilitano il passaggio al cloud di tipo privato ma, grazie all’integrazione nativa con tutti i principali ambienti cloud pubblici, offre alle aziende l’opportunità di scalare rapidamente i propri sistemi accedendo in modo automatico alle risorse esterne quando necessario, abilitando così un vero modello di IT ibrido.

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