Convention Var

Var Group: la trasformazione digitale non è più rinviabile

La Convention Var 2022 è stata l’occasione per il system integrator di entrare in contatto con il suo ecosistema di partner e clienti. E porre l’accento sulla necessità dell’aspetto umano della digital transformation

Pubblicato il 24 Ott 2022

Gianluigi Torchiani

Francesca Moriani, CEO di Var Group Spa

La tecnologia è un mezzo ma non è il fine. Potrebbe essere riassunto così il messaggio principale della Convention Var 2022, l’annuale appuntamento di VAR Group che si è svolto nei giorni scorsi, finalmente in regime di piena partecipazione in presenza dopo la pandemia, con ben 1400 persone provenienti da ogni parte d’Italia che si sono ritrovate a Riccione. A spiegare meglio il senso dell’evento è stata Francesca Moriani, Ceo di Var Group: “Ogni azienda ha le sue radici, che permettono di restare ancorate al proprio territorio, ma anche dei rami che permettono di adattarsi a cambiamento che la circonda. Ma le aziende sono fatte di persone, che oggi utilizzano strumenti digitali per qualsiasi attività della propria vita. Fare business oggi significa essere digitali: di fatto è possibile svolgere la propria attività soltanto utilizzando questo tipo di strumenti. Eppure tante volte nel confronto quotidiano che abbiamo con i nostri clienti ci sentiamo ripetere: come si fa nel concreto a costruire una piattaforma digitale che abiliti il business ma? Anche perché tecnologie a disposizione ormai ce ne sono tantissime. La risposta è che dobbiamo trasformare l’anima delle aziende, facendole acquisire un anima digitale, facendo nascere una storia d’amore tra business e digitale”.

L’approccio Digital Soul

Da qui il motto della Convention Var 2022, Digital Soul, che è stato poi ulteriormente declinato da Giovanni Moriani, presidente di Var Group: “In tutta la mia carriera ho lottato contro una certa visione dell’informatica, che è spesso stata vista solo in un’ottica di efficienza e ottimizzazione e linearità di processo. Dal nostro punto di vista, invece, per noi l’essere umano ha sempre la capacità di dare del valore aggiunto alla tecnologia. Lo vediamo nelle aziende italiane, che sono quella parte di economia che continua ad andare bene in barba a tutto quello che succede: dal 2010 a oggi nonostante oggi le esportazioni sono cresciute del 67%, tanto che ora valgono 1/3 del Pil. Questo vuol dire che c’è una forza produttiva e di innovazione che funziona. Ed ha solo bisogno delle tecnologie per continuare a crescere. Con questa cultura alle spalle, ci saranno altre crisi e problemi, ma potranno essere trasformati in opportunità”.

Come ha raccontato a Tech Company360 Fabio Stanga, Business Technology Alliance Director di Var Group, l’approccio Digital Soul investe anche i rapporti tra i diversi membri dell’ecosistema IT: “Faccio una premessa: in Var Group abbiamo sempre chiamato i vendor partner, fin da quando la relazione era prevalentemente orientata al legame cliente-fornitore. Oggi questo messaggio non dobbiamo più farlo passare, perché è evidente che senza un rapporto di partnership, i vendor da soli non riescono ad andare avanti. Sempre più spesso nascono dei progetti che presuppongono che gli attori siano multipli, anche tra i fornitori di soluzioni. Mettere insieme più soggetti che siano in partnership tra di loro rappresenta una necessità che nasce dal mercato. Se si approccia un progetto in termini di competenze, anche il partner più piccolo ma che possiede determinate competenze, può vedere riconosciuto il suo ruolo. Lo sforzo è proprio quello di mettere insieme tutte le competenze e, a quel punto, la dimensione del singolo attore diventa abbastanza indifferente. In questo senso la specializzazione rappresenta un parametro su cui è possibile ottenere un riconoscimento dal mercato, ma che deve essere comunque messa a fattor comune, insieme ad altre. perché questi progetti mettono insieme più componenti, dunque occorre avere una squadra e che sappiano lavorare insieme. Importante è seguire anche startup e giovani, cercando di cogliere nuove opportunità”. Proprio sul tema della formazione e delle competenze, Stanga ha ricordato come “C’è una grandissima necessità di competenze su tutta la trasformazione digitale. È innegabile che i punti più estremi di questa trasformazione (il web3.0, il metaverso) siano ambiti sui quali bisogna mettere grande attenzione e su cui c’è carenza di competenze. Ma come Var Group siamo costantemente alla ricerca di persone, anche su temi più consolidati come quello dell’analisi del dato”.

L’urgenza dell’innovazione

Un altro punto chiave emerso dalla Convention Var è stato quello dell’urgenza, ovvero come non sia più possibile aspettare per trasformare la propria anima aziendale in senso digitale. Come ha spiegato chiaramente Agostino Santoni, vicepresidente di Confindustria con delega al digitale: “Il momento è ora, non domani. Non c’è aspetto nel nostro Paese che non debba considerare il ruolo del digitale. Inoltre abbiamo già dimostrato come Sistema Italia di saper essere innovativi: non c’è nessuno più bravo al mondo di noi su Smart grid e reti del gas digitalizzate. D’altra parte l’unico modo per rendere il nostro Paese più sovrano dal punto di vista energetico è associare il digitale alla sostenibilità. La priorità numero uno è però quella di aggiornare nostro sistema operativo, ovvero facilitare la formazione delle giovani generazioni. Come Confindustria abbiamo lanciato il progetto Formaticonnoi, identificando i 16 lavori più richiesti dal mercato, con corsi disponibili da parte delle imprese”. Sulla formazione ha insistito molto anche Mauro Solimene, Italy country leader di Salesforce Italia: “Stiamo costruendo delle abilità a prova di futuro grazie al digitale. Stiamo andando più veloci di altri paesi europei, lo scorso anno eravamo 25simi in Europa sulla digitalizzazione, ma in un anno abbiamo scalato sette posizioni. La tecnologia c’è, ma servono anche le persone: come Salesforce ci siamo impegnati a formare 36.000 talenti. I limiti sono superabili, facendo sistema e impegnandosi. Ma procrastinare non aiuta: chi sale oggi a bordo della digitalizzazione acquisisce un vantaggio, chi sale dopo rischia di non recuperare più”.

L’innovazione nel manufacturing

Lorna Vatta, Head of advisory Digital Industries di Var Group, ha messo in evidenza come questa urgenza riguardi in particolare il settore industriale, che vedrà dal 2023 un calo degli incentivi riconosciuti per Transizione 4.0: “Il piano Calenda del 2016 aveva stabilito degli incentivi importanti soprattutto sull’hardware, solo per quest’anno gli incentivi per il lato software a livello dell’hardware. Dall’anno prossimo le percentuali si abbasseranno. D’altra parte, per effetto del programma Digital Europe stanno arrivando nuovi indirizzi che spingono molto di più su tecnologie digitali su tecnologie abilitanti ulteriormente innovative, come intelligenza artificiale, high performance computing e cybersecurity. Anche questa è una chiara indicazione di cambiamento; se le imprese non hanno ancora fatto qualcosa è ora che lo facciano rapidamente. A che punto siamo? La maggioranza delle imprese si trovano in una fase in un cui l’interconnettività è stata avviata ma non è ancora a tutto tondo. Qualcuno magari ha acquistato un macchinario nuovo interconnesso e non ha fatto lo stesso con quelli vecchi. Va dunque completato almeno questo processo. Ci sono comunque persino ancora molte aziende di grandi dimensioni che lavorano tramite CAD. Ed è difficile in questa situazione parlare con grandi clienti, che comunque spesso spingono queste realtà a digitalizzarsi, anche per rispondere a esigenze di tracciabilità e sostenibilità. In questo senso il nostro modello è fare delle analisi a 360 gradi ma in tempo brevi, combinando le nostre competenze lato digitale con le peculiarità di business molto diversi. Da questo incontro nasce poi una roadmap: in questo modo possiamo attingere a un’enorme gamma di prodotti Var Group. Vale a dire Erp, sistemi semplici e complessi, sistemi per la progettazione e l’ingegneria con la simulazione, ma anche Mes per far diventare le macchine più intelligenti. Parliamo anche di manutenzione, sempre più fondamentale per evitare i tempi di fermo, ma anche di IOT per la tracciabilità di processo e prodotto”.

Il punto di vista dei clienti

Roberto Boselli, CIO di Poltrone Frau, ha evidenziato il punto di vista di un cliente che ha messo in atto un percorso di questo tipo: “La digitalizzazione costituisce una leva fondamentale per la flessibilità, ma ovviamente è un percorso che ogni azienda affronta in maniera diversa. Non bisogna neanche fare troppa indigestione di tecnologia: noi ad esempio commercializziamo un prodotto particolare, per il quale occorre capire esattamente dove vada inserita ogni innovazione. La digitalizzazione è insomma un percorso che deve essere fatto con qualcheduno che lo possa effettivamente implementare e non certo attraverso un singolo un singolo progetto. L’aspetto vincente, in questo senso, è rappresentato dalla collaborazione e fiducia reciproca”.
Insomma, l’invito che arriva da Vari Group ai propri clienti, è quello di scommettere subito sull’innovazione. Anche perché chi aveva investito in tecnologie innovative alcuni anni fa aveva fatto una scommessa con uno spirito quasi pionieristico, mentre nel 2022 le piattaforme sono sicuramente più collaudate senza più rischi. Chi ha già fatto investimenti di questo tipo in passato può invece continuare ad evolvere, ad esempio in direzione dell’intelligenza artificiale.

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