Cisco Partner Summit 2019

Cisco invita ad avere coraggio e affrontare il cambiamento



Spinta su DevNet, Intent Network e sull’as-a-service (anche hardware). Al Partner Summit di Las Vegas Cisco solleva il tema della Customer Experience e prepara un “kit” di prodotti e servizi per le PMI

Loris Frezzato

Pubblicato il 09 Nov 2019


Un acceleratore per la trasformazione delle aziende. È in questo ruolo che Cisco si pone oggi sul mercato, chiamando i propri partner a farsi interpreti dell’innovazione che sta portando alle aziende, della cultura del cambiamento e delle opportunità che il cambiamento può portare con sé. Un messaggio che il vendor ribadisce con forza nel corso del Cisco Partner Summit 2019, la 24° edizione del tradizionale momento di confronto con i propri partner, che ha visto quest’anno riunite a Las Vegas ben 3.000 persone provenienti da 80 Paesi.

Own your Edge. Per scoprire business inattesi

Un messaggio, che è anche il claim di questa edizione del Partner Summit, torna spesso nelle varie sessioni che si susseguono alla convention: Own Your Edge. Un invito, un avvertimento, a cogliere i nuovi business che possono arrivare dall’estensione dell’edge, inesorabilmente in atto, ma anche ad estendere i propri confini, ampliando le proprie competenze in nuovi ambiti che le nuove tecnologie stanno delineando.

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Il coraggio di cambiare. Di Cisco, dei partner, dei clienti

«Dobbiamo anticipare i cambiamenti, e fare in modo che si traducano in nuove opportunità di business per i nostri clienti e, di riflesso, per i nostri partner, i quali ormai generano quasi il 90% del nostro fatturato e che di fatto rappresentano un’estensione della nostra forza vendita» ha esordito Chuck Robbins, CEO di Cisco.

Robbins Cisco partner
Chuck Robbins, CEO di Cisco

«I nostri clienti vogliono migliorare il modo di fare business e noi dobbiamo creare nuove opportunità per loro – riprende -, stimolandone il coraggio di intraprendere dei cambiamenti. Lo stesso coraggio che ha avuto Cisco, abilitando a suo tempo la software transition e che sta avendo ora nell’orientarsi verso una logica di subscription. Lo stesso coraggio che chiediamo anche ai nostri partner».

Tecnologie come strumenti per abilitare e accelerare la trasformazione

Il portfolio tecnologico per sostenere questa transizione è valido e ricco. E Meraki, dal 2012 parte della famiglia Cisco, in questo è molto attiva, annunciando una ricca agenda di rilasci di nuovi prodotti, tra cui spicca Meraki MS390, un potente switch con feature avanzate di sicurezza.

Ma il cambiamento del panorama, dell’edge, come ribadito al Summit, è solo ai primissimi stadi. E tanto ci si deve attendere da quanto è alle porte.

Le prospettive che si stanno disegnando con l’avvento del 5G, stanno facendo immaginare scenari nuovi, un mondo dove la connettività è ubiqua e performante, in gradi di gestire flussi di dati con capacità e performance fino a oggi impossibili.

5G e IoT spingono verso un Internet nuovo

L’IoT e l’Industry 4.0 costringeranno a fare i conti con un’enorme quantità di dati, generati, trasferiti, interconnessi e analizzati da reti che devono essere intelligenti e capienti.

Prospettive che aprono anche a una nuova generazione di applicazioni che sulla rete dovranno e potranno trovare il proprio spazio per essere fruite al meglio.

«Si intravvede quindi un nuovo orizzonte per il quale serve iniziare a pensare a un nuovo Internet» avvisa Robbins. Un Internet in grado di gestire al meglio quanto arriverà e quanto le nuove tecnologie renderanno possibile fare. Un Internet che abiliti il cambiamento e che non rischi di esserne un freno.

Certificazione e specializzazione su DevNet. Per rendere visibili ai clienti le competenze di sviluppo dei partner

E a tutto questo cambiamento è chiamato il canale, a cui Cisco offre la possibilità di essere protagonista attivo, anche attraverso gli sviluppi consentiti da DevNet, il programma che apre le API della propria piattaforma per la creazione di applicazioni sulla base delle reali esigenze dei clienti. Un’attività che Cisco ora incentiva con la presentazione, a partire dal prossimo anno, di un’apposita certificazione e una specializzazione.

Customer Experience segue il cliente nella sua soddisfazione. Pronti 2 livelli di incentivi

Ma non è solo l’offerta a dovere cambiare. A essere innovativo è anche il modello di approccio al cliente, che abbia come unico obiettivo la soddisfazione del cliente e a tendere positiva la Customer Experience. Quella Cisco CX su cui il vendor sta puntando, invitando i partner a essere presenti con un’offerta as a service, basata prevalentemente sui servizi, financo all’hardware as a service.

Un approccio che va oltre alla fornitura del prodotto, ma che deve essere garante della soddisfazione del cliente per tutto il lifecycle della sua trasformazione digitale. A supporto di tale approccio, Cisco ha lanciato in occasione dell’edizione di quest’anno del Partner Summit, due programmi di incentivazione e rebate, uno dei quali destinato agli starter.

Non solo CIO nei nuovi processi decisionali

I clienti, infatti, vogliono vedere risolte le loro esigenze, senza pensare alla tecnologia. Al punto che stanno cambiando anche i referenti interni all’azienda rispetto al passato, sempre più sono le line of business a sollevare richieste. E ad avere budget. Per questo motivo il rapporto va pensato secondo la Customer Experience, un’esperienza di successo per un percorso di innovazione, attesa da aziende, città, nazioni.

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David Goeckler, EVP and GM Networking di Cisco

Il cambiamento che passa dal network

«Gli ambienti sono più dinamici e sempre più lo saranno – avverte David Goeckler, EVP and GM Networking di Cisco – e il nostro portfolio deve poter rispondere a chi vuole sapere dove sono e come gestire i clienti, le persone, i dati, i device, le applicazioni. Siamo chiamati a dare delle esperienze utente di nuova generazione, con accessi sempre disponibili, più sicuri e con una migliore agilità. Per questo motivo Cisco sta integrando una nuova multi domain architecture, che tenga conto di IoT, smart city, cloud, dati, device, infrastrutture, il tutto nella massima sicurezza. Una integrazione estesa necessaria oggi nell’impresa estesa di oggi che però diventa opportunità quando l’architettura è “deployable”».

Si va, quindi, verso il concetto di Intent Based Network. Il 4% degli IT manager pensa che lo debba essere oggi, ma fra 2 anni se lo attende il 35%, secondo un report Cisco. Una rete che nel suo insieme rappresenti un sensore. Con security, business e IT tutto integrato al suo interno e che sfrutti l’AI e il machine learning per rilevare anomalie e intervenire preventivamente, prima che gli overload o altre problematiche si realizzino.

Gee Rittenhouse, Cisco partner
Gee Rittenhouse,
SVP e GM, Security Business di Cisco

Sicurezza integrata per una rete Intent Based che sia zero trust

In questo modo si realizza l’automatizzazione della connettività sicura, su una rete Intent Based nativamente votata al cloud, che abilita l’as a service, anche per l’hardware. E deve garantire piena sicurezza ai clienti che si stanno spostando sul cloud.

«Sul nostro sistema di Cloud Security passano mediamente 200 miliardi di richieste DNS al giorno, 100 milioni di utenti attivi e oltre 500 milioni di user authenticationa al mese. Una sicurezza di larga scala garantita da un’integrazione ampia che sfrutta AI e Machine Learning» dichiara Gee Rittenhouse, SVP e GM, Security Business di Cisco. Affrontare un mercato di cloud security equivale a business assicurato: si calcola che il cloud edge sia in gradi di generare 4,9 miliardi di dollari di opportunità e, dall’altro canto, Cisco, con la propria piattaforma Umbrella insieme alle soluzioni Meraki, ha consentito l’estensione verso un full secure Internet gateway, per una protezione ottimale del cloud edge.

Un cloud in grado di gestire il panorama dinamico delle applicazioni

Il cloud, dunque, come elemento abilitatore del cambiamento innovativo. Un cloud come piattaforma digitale, la cui esperienza non può deludere i clienti. Pare, infatti, che il 49% dei clienti abbia cambiato il fornitore IT dopo avere avuto un’esperienza digitale negativa. Nel contempo, il panorama stesso delle digital application sta cambiando, con un portfolio che è cresciuto del 50%, ma il 50% è anche la percentuale di applicazioni che sono state migrate, ricostruite o ritirate. E in tutto questo, la quota dello storage e dell’elaborazione è già stata spostata nel cloud pubblico per il 58%.

Il multicloud, gestito come fosse uno solo

«L’enterprise esteso, ormai è un mondo multicloud – osserva Kip Compton, SVP e GM cloud platform and solutions di Cisco – e Cisco abilita il multicloud come se fosse uno solo, unendo gli ambienti on premises con i diversi public cloud e il SaaS, agevolando l’app e il workload management, garantendo la sicurezza e un network intuitivo».

Andando incontro alle esigenze di nuovi buyer all’interno delle aziende. Se fino a oggi i decisori d’acquisto per il cloud erano i responsabili della rete, del data center o della Security, con il multicloud ci si deve confrontare con i CIO, i Cloud Architect e con gli sviluppatori.

Nuove figure alle quali il canale è tenuto a garantire un’esperienza di successo per l’intero ciclo di utilizzo delle soluzioni e dei servizi.

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