I numeri veri, reali, italiani e ancora le strategie, le storie, i casi ma, soprattutto i rischi, gli errori da evitare e i danni ai quali rischiamo di esporre persone, business, imprese. Il Cloud insomma nella sue declinazione più concreta e reale possibile, un cloud che, la scorsa settimana, è andato in scena a Roma nel corso di un evento senza precedenti per formula e vocazione mai così pragmatica e concreta. Una vocazione che, fin da principio, un distributore a valore come Arrow ECS ha voluto mettere con forza in cima ad ogni idea e discorso relativo all’attesissimo Arrow Cloud Business Day. Un giorno ideato e realizzato per mettere al servizio del canale un confronto di valore con con i maggiori player del mercato IT e soprattutto con i più autorevoli esperti del settore, come Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service, Politecnico di Milano e Matteo Flora, Hacker, Esperto di Privacy, Forensics e IP Protection e CEO di The Fool. Un evento che ha chiamato a raccolta oltre 100 partner che hanno interagito con i relatori sul palco grazie all’uso di una app interattiva che consentiva di fare instant poll e soprattutto hanno riversato sui social immagini, idee, provocazioni domande portando l’hashtag di riferimento della giornata #ArrowCBD16 a diventare uno dei primissimi Trend Topic su Twitter per tutta l’intera giornata di lavori. «Proprio cosi – racconta Eleonora Molinari, marketing manager di Arrow Ecs – abbiamo voluto creare un piccolo ecosistema di confronto in cui i nostri partner potessero attingere a informazioni chiave e concrete in relazione alle trasformazioni che il cloud sta determinando già oggi sul loro modo di fare business e sul modo di chiedere innovazione digitale da parte dei propri clienti».
«Il cloud è un tema trasversale che chiama in causa direttamente i nostri partner su più fronti – ha poi aggiunto Stefano Rossini, product management director di Arrow ECS Italia – il modello di business, il rapporto con i clienti, la sicurezza, la privacy, i contratti… un’evoluzione importante alla quale stiamo cercando di rispondere con progetti, supporto ed eventi chiave come questo»
Dalle parole alla pratica intorno al tavolo del Cloud Business Day si sono seduti vendor come Hitachi Data Systems, Check Point, Trend Micro, Citrix Sophos, Barracuda, RSA, F5 e GFI. Nomi importanti del panorama Ict che hanno accettato la sfida di rispondere, con brevi speech, alle provocazioni sollevate dai numeri e dagli scenari disegnati da due esperti come Alessandro Piva e Matteo Flora. «Difficile parlare ancora di cloud al futuro oggi – ha raccontato Piva, a pochissimi giorni dalla pubblicazione dei dati esclusivi dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service, Politecnico di Milano – si tratta infatti di una realtà chiara e consolidata per il nostro paese e il 2016 si appresta a sancire l’importanza di questo mercato con una crescita a due cifre vicina al 20%. Per la precisione la percentuale di sviluppo prevista per quest’anno è del 18% per il mercato nel suo complesso che dovrebbe raggiungere un valore assoluto pari a 1,7 miliardi di euro. I dati sono il frutto della ricerca dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service della School of Management del Politecnico di Milano che prevede in particolare per il comparto del Public Cloud un ritmo ancora più acceso del 27% rispetto al 2015 per un valore di 587 milioni di euro. Il mercato conta poi anche sulla spinta che arriva dalla Cloud Enabling Infrastructure, destinata a rafforzare e aggiornare le infrastrutture e le applicazioni legate all’adozione del Cloud, che punta a una quota di 1,185 miliardi di euro. Dal punto di vista dei mercati di approdo dall’Osservatorio arrivano conferme molto importanti per il mondo del manufacturing che rappresenta il 23% della spesa totale, ma anche per le banche con il 21% e per Telco e Media che rappresentano ormai il 14% seguite dai Servizi con il 10%».
Il lato oscuro della nuvola
Un trend dirompente nei numeri e nell’uso, un fenomeno che mette nelle mani di manager e imprese enormi poteri a livello di flessibilità, scalabilità, rapidità di esecuzione ma che, per sua natura, se governato male può mettere nei guai seri intere organizzazioni. Anche e soprattutto per questo, nel corso dell’evento firmato Arrow, l’intervento di Matteo Flora, tra i massimi esperti di sicurezza in Italia, ha avuto un seguito e un livello di partecipazione molto elevati. «Il cloud è un paradigma tecnologico incredibile che offre vantaggi mai sperimentati a manager, imprese e privati – ha spiegato Flora – i problemi di sicurezza e gestione dei dati critici attraverso questo nuovo modello di fruizione dei servizi IT non dipende quasi mai da problemi collegati al buono o cattivo funzionamento degli strumenti e delle piattaforme su cui è basato ma, nella maggior parte dei casi, da quello che vien chiamato fatto H, ovvero le persone. Basto fare un esempio semplice come cryptolocker: l’ormai famoso ransomware che blocca i nostri dati fino al pagamento del riscatto. Questi attacchi funzionano ancora oggi benissimo perché se le persone hanno più o meno imparato ad avere timore del phishing, non hanno invece ancora compreso che non bisogna aprire i file “sospetti” che arrivano da Internet, per un mix di curiosità, stupidità e vari fattori. Le grosse imprese sono più facilmente protette perché possono dedicare una maggioranza di risorse alla protezione informatica. Più spesso gli studi professionali, (professionisti, avvocati, ecc) si sono invece visti bloccare completamente i propri contenuti. Tanti hanno pagato ed è stato estremamente profittevole per il cybercrime. Questo è il punto, l’enorme facilità con la quale ci siamo abituati a interagire con la Rete, le app, i social mettendo in condivisione informazioni critiche che riguardano la nostra vita personale, professionale, l’azienda che ci paga lo stipendio ha determinato un aumento esponenziale dell’interesse delle organizzazioni criminali per quanto viene condiviso anche grazie al cloud computing. Un interesse “morboso” che può e deve essere contrastato solo e solamente con una formazione e una sensibilizzazione adeguate. Un compito questo che spetta soprattutto al mondo dell’offerta e che vede proprio il canale, i system integrator, i partner sul territorio come interlocutore chiave».