Il grande network italiano di servizi professionali di revisione ed organizzazione contabile ha sfidato le “convenzioni” scegliendo CDLAN tra i propri fornitori di connettività e servizi Data Center, un provider che sembrava non avere la forza di competere con i giganti delle Telco. E invece…
Nicoletta Boldrini
Pubblicato il 04 Ott 2018
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E’ uno dei principali network di servizi professionali alle imprese, una rete di competenze specializzata nella revisione e organizzazione contabile, nella consulenza manageriale e nei servizi fiscali, legali e amministrativi. Parliamo di KPMG, network attivo in 154 paesi del mondo con più di 200 mila professionisti. In Italia KPMG è presente da 60 anni, conta 26 sedi sull’intero territorio nazionale, ha più di 200 soci e oltre 4 mila professionisti che servono i circa 6 mila clienti con un portafoglio di servizi che vede nella tecnologia un importantissimo volano a supporto del business e dei clienti.
Una realtà che dimensionalmente ha un “peso” rilevante nell’economia del nostro paese e dalla quale ci si attenderebbe dunque di vedere una rete di partner tecnologici fatta di grandi nomi. Una rete che conta senz’altro le grandi multinazionali dell’It per quanto riguarda i sistemi che compongono il Data Center dell’azienda alle quali si affiancano però realtà molto più piccole, tra le quali CDLAN entrata nel “cuore” di KMPG inizialmente solo per i servizi di connettività e, più recentemente, anche per l’hosting di tutto il Data Center (trasferito da poco proprio nel Data Center Caldera21 di CDLAN, alle porte di Milano).
Valentino Tedaldi, Responsabile Acquisti & Facility di KPMG
«Non possiamo derogare in alcun modo sulla qualità del servizio che eroghiamo ai clienti, questo significa che anche tutto ciò che sta dietro al servizio, come le scelte di procurement tecnologico, devono essere ponderate e garantire i risultati attesi», è la premessa che fa Valentino Tedaldi, Responsabile Acquisti & Facility di KPMG, divisione che lavora a strettissimo contatto con l’IT da cui dipendono tutti i servizi digitali che il gruppo eroga ai propri clienti. «L’accoppiata di responsabilità (Acquisti/IT) ci ha portato spesso a risultati pionieristici».
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Come ha fatto CDLAN ad entrare nel “cuore” di KPMG
La scelta di affidarsi a CDLAN se non pionieristica può senz’altro definirsi “coraggiosa”. «Dieci anni fa la connessione a Internet iniziava ad essere un punto critico di attenzione nelle scelte dell’IT aziendale ma anche punto di attenzione da parte dei clienti», racconta Stefano Cammilli, IT Manager di KPMG. «Avevamo chiaro l’obiettivo di business, ossia diversificare l’accesso a Internet, ma il come non era poi tanto facile da intuire. CDLAN ci ha suggerito di diventare un Autonomous System facendoci notare che, con un accesso Internet tradizionale, ogni qual volta avessimo voluto o dovuto cambiare service provider saremmo stati costretti a rivedere anche l’infrastruttura, problema superabile facendo richiesta di diventare, appunto, Autonomous System appropriandoci di una nostra classe di indirizzi. Un suggerimento divenuto poi scelta strategica che ci ha dato molti vantaggi negli anni a seguire».
Stefano Cammilli, IT Manager di KPMG
Dalle primissime battute di Tedaldi e Cammilli è evidente che nella scelta di affidarsi a CDLAN – e di rafforzare poi negli anni la partnership ampliando la gamma di servizi – il peso delle relazioni umane è determinante. «L’averci suggerito di diventare Autonomous System non portava nulla in termini di business a CDLAN ma per noi si è rivelato strategico – commenta Cammilli -. Da questo primissimo scambio relazionale abbiamo capito che avevamo a che fare con persone con le quali ci saremmo potuti confrontare per costruire qualcosa di valore».
Un’intuizione che ha trovato poi una seconda conferma qualche anno dopo quando, a un anno dalla scadenza del contratto con l’allora principale provider Telco e di servizi gestiti, KPMG ha deciso di indire una gara tra vari Telco provider chiamando al tavolo anche CDLAN. «Pensavamo erroneamente che non avrebbero potuto sostenere un’offerta concorrenziale rispetto ai grandi provider – è il ricordo condiviso da Cammilli -, ma ci sbagliavamo: non solo la loro proposta era assolutamente in linea dal punto di vista commerciale con quelle dei “giganti” ma sul fronte dei servizi offerti non c’era paragone sostenibile, le soluzioni proposte da CDLAN superavano di gran lunga i concorrenti ammessi alla gara. Sono stati in grado di portarci una rete in fibra ad alta velocità a 10Gb (stiamo parlando di ben otto anni fa) a prezzi assolutamente concorrenziali e con garanzie di servizio che non avremmo avuto dagli altri provider».
Scegliere un fornitore molto più piccolo dimensionalmente rispetto al resto del parco fornitori non è mai una scelta facile, «abbiamo dovuto fare molte analisi sui rischi e confrontarci con i nostri legali e il top management», fa presente Tedaldi.
Dalla connettività alla colocation di tutto il Data Center, a vincere è la cooperazione
Nel corso degli anni le richieste di KPMG verso CDLAN sono cresciute ma sono quasi sempre rimaste nell’alveo della connettività con istanze di network dedicati in specifici contesti (per esempio nei caveau di alcune banche), creazione di VPN e gestione di servizi IaaS, Cloud & Managed Services come trouble ticketing e virtual call center per l’erogazione dei servizi di Application Management.
Recentemente, la partnership ha avuto un’ulteriore rafforzamento a seguito della decisione di KPMG di spostare tutta la propria infrastruttura IT all’interno del Data Center Caldera21 di CDLAN aggiungendo alla lista precedente anche i servizi di colocation. «Anche in questo caso abbiamo indetto una gara ma l’unico Data Center vicino alla nostra sede di Milano, che avesse tutte le caratteristiche di un DC Tier IV, garantisse i livelli di affidabilità e sicurezza come descritto nei requisiti oggetto della gara, e ci consentisse di non rifare da capo le scelte legate alla connettività, era quello di CDLAN», puntualizza Cammilli. «Aggiungo che CDLAN era anche l’unico provider in grado di garantirci la possibilità di avere uno spazio chiuso dedicato completamente a noi ed accessibile solo alle persone che ne hanno l’autorizzazione».
La migrazione del Data Center è stata occasione per KPMG per rivedere tutta la parte di produzione (oggi tutta virtualizzata) e per rafforzare la focalizzazione sul tema della sicurezza. Il prossimo anno il gruppo dovrà unificare le sedi di Roma, su una delle quali confluisce oggi il sistema di Disaster Recovery, decidendo se far convergere tutto su un altro Data Center o se gestire il recovery via cloud.
Qualsiasi tipo di scelta potrà fare il gruppo è evidente che nella rosa dei partner di KPMG devono oggi rientrare aziende con le quali è possibile condividere un percorso, anche in termini di rischi, così come ha fatto negli anni CDLAN: «la differenza nelle aziende la fanno sempre le persone – dicono coralmente in chiusura Tedaldi e Cammilli -; ciò che in questi anni ha consentito alle nostre due realtà di intensificare la relazione sono aspetti come la trasparenza (anche di fronte ad eventuali criticità che vengono mappate e per le quali viene sempre prodotto un report dettagliato con l’analisi dell’accaduto e di come si è risolto un problema) e la massima disponibilità delle persone alla cooperazione».
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