#D4T2017: come il Trade deve affrontare la rivoluzione digitale

#D4T2017: come il Trade deve affrontare la rivoluzione digitale

La terza edizione di DayTrade, l’annuale appuntamento organizzato da Digital4Trade che si è svolto ieri a Milano, si è confermata come un’occasione unica di confronto e arricchimento informativo per gli oltre 600 partecipanti

Pubblicato il 10 Feb 2017

Gianluigi Torchiani

Una sala strapiena, 600 partecipanti, le prime posizioni raggiunte a livello nazionale nei trend topic di Twitter per diverse ore e corner affollati. Ma, soprattutto, la terza edizione di Day4Trade (#D4T2017)è stata caratterizzata da un confronto di qualità tra i protagonisti della filiera IT sui temi che maggiormente stanno interessando il mercato (cloud, Internet of things, Big Data, sicurezza, social network, intelligenza artificiale). Senza bisogno di stilare classifiche dei buoni e dei cattivi ma, piuttosto, cercando di mettere a fattor comune i fattori che possono e devono spingere le aziende italiane a scommettere sull’innovazione digitale. Ma cerchiamo ora di riassumere in qualche migliaio di battute i contenuti i principali spunti che sono emersi in oltre otto ore di evento.

Che si è aperto con un appassionato intervento di Luciano Canova, economista e divulgatore scientifico, su un tema non propriamente abituale per la comunità IT: quello della felicità. Ovvero qualcosa di immateriale e non certamente facile da misurare, ma che sicuramente non può essere ricondotto soltanto al mero benessere economico. Perché, come aveva già messo in luce Robert Kennedy nel 1968, il Pil non è certo un indicatore adatto a misurare la felicità di una nazione. A sorpresa, invece, un contributo può arrivare dalla tecnologia: in particolare open data e big data possono aiutare l’healthcare, ossia un settore decisivo per la felicità sociale e individuale.

Successivamente, la discussione a Day4trade è entrata immediatamente nel vivo, grazie a una ricerca, condotta su 50 Cio di aziende medie e grandi italiane, che è stata illustrata da Paolo Catti di Partner4Innovation, che ha permesso di conoscere il giudizio di questi professionisti nei confronti del canale italiano. Un giudizio che, in generale, è molto positivo, tanto che si aggira sull’8 in pagella. Esistono ovviamente anche delle aree di miglioramento, in particolare sulla gestione degli applicativi, ma soprattutto le richieste sono quelle di una maggiore qualità del servizio e di una migliore flessibilità contrattuale. Le aziende chiedono poi di essere accompagnate verso l’innovazione e nell’acquisizione di nuove competenze digitali. In positivo, per il canale, c’è anche da segnalare la maggiore propensione agli investimenti in IT nel 2017.

A proposito di canale, dopo Catti è stata la volta di Andrea Gaschi, sempre di Partner4Innovation, che ha fatto il punto sulle operazioni di M&A sul mercato italiano. Che sono avvenute sia tra aziende omogenee, per aumentare le economie di scala, che eterogenee, così da cogliere le possibili opportunità presenti sul mercato. Operazioni che, tra l’altro, sono destinate a proseguire anche nel 2017, magari anche da parte di acquirenti non strettamente legati al mondo ICT tradizionale. Altra vision interessante è stata quella di Canalys, che ha permesso di fare il punto su dove stia andando il mercato del cloud, con una sentenza estremamente chiara: dopo un iniziale sbandamento per il cloud pubblico, le soluzioni ibride sono destinate sempre più a prendere la scena nei prossimi anni, in particolare sul mercato europeo.

Il cloud ibrido, tra l’altro, rappresenta una chiara opportunità di crescita del business per quegli operatori del Trade che hanno avuto il coraggio di scommetterci. In effetti, grazie a questa formula tecnologica, sarà più semplice far valere le proprie capacità in termini di consulenza e integrazione, anche se dall’altro lato occorrerà maggiormente investire in competenze. Perché, come ha successivamente spiegato Massimo Ficagna, Senior Advisor dell’Osservatorio Enterprise Application Governance della School of Management del Politecnico di Milano, per cogliere le opportunità offerte dalla digital transformation occorre essere in grado di cambiare passo, operando in maniera agile, veloce e flessibile. Proprio su come interpretare la rivoluzione del cloud e della digital transformation hanno raccontato la propria esperienza distributori come Ingram Micro e Allnet, vendor come HPE (che ha raccontato il progetto non solo di business di Cloud28+) , Red Hat, Lenovo Italia, StorageCraft e Supermicro.

Un altro grande trend affrontato durante la mattinata è stato quello dei Big Data: che, come ha messo in luce il responsabile dell’omonimo Osservatorio del Politecnico di Milano, Carlo Vercellis, interessa da vicino anche il canale. L’utilizzo di algoritmi predittivi e del machine learning permette infatti di disegnare nuovi prodotti e nuovi servizi grazie all’uso sapiente dei dati. Che possono interessare da vicino anche le Pmi italiane, che sinora hanno trascurato questa possibilità. Ormai prossimo è invece un altro business, quello dei bot, tanto che ormai si può parlare di chatbusiness. Un fenomeno che è già destinato a superare quello delle App tradizionali, secondo Fabio Lalli, numero uno di Iquii. Su questi temi si sono confrontati diversi operatori, tra cui la startup Mathesia, i vendor CommVault, Qnap, Synology e Veeam.

Nella sessione pomeridiana di #DayTrade è stato poi dato spazio a un argomento estremamente innovativo: quello dell’utilizzo dei social per fare lead generation. Al di là dell’utilizzo per scopi privati e ludici, infatti, è possibile impiegare i social network per aumentare la conoscenza dei potenziali clienti, migliorare la propria brand awareness, sviluppare campagne adv mirate, generare lead qualificati e incrementare il traffico verso il sito web aziendale. Ma anche per reperire informazioni sulla concorrenza e ottenere una facile e rapida condivisione di contenuti. Una situazione che ormai è già realtà negli Usa, dove il 90% delle aziende utilizza i social per raggiungere il proprio pubblico. Insomma chi si occupa di Ict deve capire assolutamente di marketing e comunicazione, avviando dei progetti social ben strutturati e taylor made.

Tra i grandi temi di #D4T2017 non poteva poi mancare la sicurezza, un argomento che è progressivamente aumentato di importanza con l’emergere dei nuovi trend che stanno caratterizzando il mondo ICT (cloud, Iot, Big Data), che hanno notevolmente ampliato la superficie d’attacco a disposizione degli operatori. Come dimostra il successo del ransomware, come hanno raccontato gli esperti Luca Bechelli e Gabriele Faggioli, che poi può contare su una scarsa consapevolezza degli utenti aziendali. Le aziende del canale sono chiamate a dare una risposta su questo, anche in vista del nuovo GDPR, che renderà più stringenti le misure da attuare in materia di protezione dei dati dei propri clienti. Le diverse ricette in questo campo sono state raccontate da alcuni dei principali big della sicurezza, come RSA, Panda, BitDefender, F-Secure e Kaspersky Lab, oltre che dall’innovativa startup Banksealer.

Infine, l’ultima grande tematica affrontata dai relatori è stata quella dell’Internet of Things, un tema di grande attualità se si guarda al piano sull’Industry 4.0 voluto dal Governo. Un percorso che può interessare, in linea di principio, l’intera filiera industriale italiana, perché ogni oggetto che entra ed esce dalle catene produttive può diventare un touch point, un generatore di dati. Una partita, insomma, estremamente importante per il mondo della vendita indiretta, che operatori rilevanti come Tech Data (con il suo progetto Futura) e Cisco. Insomma, la terza edizione di #D4T2017 si è confermata un’occasione irrinunciabile per il mondo degli operatori del Trade, che hanno potuto arricchire il proprio panorama informativo e di conoscenze. L’appuntamento, ancora una volta, è per il prossimo anno, per un’edizione ancora più ricca di novità e contenuti.

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