Analisi

Angel investor: come porta al successo le startup con investimenti e know-how

L’angel investor o business angel ha un ruolo fondamentale nel sostenere idee imprenditoriali e startup innovative con risorse finanziarie e know-how che possono trasformare l’embrione di una società, in particolare di una tech company, in un’azienda di successo. Il caso Google insegna

Pubblicato il 06 Nov 2022

Carmelo Greco

angel investor, chi è cosa fa e come si trova

Si chiamano angel investor o business angel e che in italiano traduciamo con investitori informali. Hanno un ruolo decisivo nel sostenere startup e idee imprenditoriali nella fase di avvio.

Alcuni sono diventati noti per aver permesso la nascita di aziende che oggi sono ai primi posti per capitalizzazione nella classifica mondiale.

Andy Bechtolsheim, ad esempio, credette nel 1998 al progetto di due venticinquenni, gli allora sconosciuti Larry Page e Sergey Brin, e diede loro 100 mila dollari. Senza di lui probabilmente Google non sarebbe mai nata, così come è avvenuto per tante altre realtà del mondo tech sulle quali, negli ultimi anni, si sono indirizzati gli investimenti dei business angel.

Cosa significa angel investor?

Angel investor o business angel o investitori informali sono di fatto investitori ma con alcune caratteristiche peculiari e per questo definiti anche informali.

Sebbene siano persone facoltose con una storia più che centenaria negli Stati Uniti, dove alla fine dell’Ottocento si distinguevano per la liberalità accordata agli spettacoli di Broadway, non va dimenticata la grande tradizione di mecenatismo del nostro Paese.

La differenza è che oggi l’angel investor si occupa di tantissimi settori economici, e non soltanto delle arti e delle lettere, che erano l’oggetto della munificenza in epoca rinascimentale o barocca.

Venture capitalist e angel investor: le differenze

La somiglianza tra venture capitalist e angel investor non deve trarre in inganno. Anzitutto il primo è un investitore istituzionale, vale a dire è un intermediario che gestisce il patrimonio per conto di terzi all’interno di un fondo.

L’angel investor, invece, è un privato che attinge a risorse proprie, motivo per il quale spesso le cifre che mette a disposizione sono di entità più modesta rispetto a quelle del venture capital. Inoltre, a differenza di quest’ultimo, non mira a occupare un posto nel board dell’azienda, assumendone il controllo. Si limita piuttosto a svolgere un ruolo di mentorship che poggia sulla propria esperienza imprenditoriale o manageriale.

L’altra differenza sostanziale è che il sostegno dell’angel investor ha come contraccambio l’ingresso azionario nella società, oltre alla condivisione di know-how e competenze che possono contribuire a far decollare una startup innovativa.

Caratteristiche che possono ricordare da vicino quelle del venture capital, che identifica quei fondi di private equity dedicati a operazioni di early stage, cioè a investimenti condotti nel ciclo di vita iniziale di un’impresa.

Angel investor: chi è e di che cosa si occupa

Un angel investor ossia un investitore privato, di solito è una persona benestante che dispone di fondi e che vuole ottenere un tasso di rendimento superiore rispetto alle opportunità di investimento tradizionale. L’angel investor, di solito usa consapevolmente i suoi fondi personali per sostenere finanziariamente startup o piccoli imprenditori ottenendo in cambio la partecipazione azionaria nella società.

L’investimento di un angel investor può essere effettuato una sola volta o continuo e ha per obiettivo il sostegno finanziario alla nuova attività.  In generale, questa tipologia di investimenti è rischiosa e rappresenta circa il 10% del portafoglio dell’angel investor.

L’identikit dell’angel investor

Il report SIM (Social Innovation Monitor) del Politecnico di Torino  fa un identikit dei business angel italiani da cui si ricava che:

  • il 46% svolge l’attività di manager o di dipendente di un’azienda privata,
  • il 32% è formato da imprenditori
  •  il 17% è costituito da consulenti o liberi professionisti,
  • il 3% corrisponde a manager o dipendenti della pubblica amministrazione.

Un ritratto che sostanzialmente corrisponde all’identikit dell’investitore informale italiano stilato dall’associazione IBAN e pubblicato nella Survey 2022 : uomo sopra i 50 anni (la componente femminile nel 2021 è solo del 14%, seppure in lieve crescita rispetto al 2020), che vive nel Nord Italia (44%) e generalmente ha un passato come dirigente (58%), ma attualmente si dichiara business angel a tempo pieno (42%). Nella quasi totalità è in possesso di una laurea magistrale e nel 42% dei casi ha anche conseguito dei titoli post-laurea.

L’importanza degli angel investor per una startup

Dal profilo appena accennato, si intuisce l’importanza dell’angel investor nel decretare il successo di una startup innovativa. Oltre al contributo economico che può apportare – contributo che fra l’altro può crescere qualora più angel investor si alleino in una cordata detta syndication –, il vero valore risiede nella propensione a scovare i talenti e ad accompagnarli passo passo verso il mercato.

Nell’ultimo report SIM, citato sopra, che ha identificato un totale di 1.209 angel investor attivi in Italia, si legge che: “nella maggior parte dei casi, i business angel investono anche per motivi non finanziari e con il desiderio di essere coinvolti nella gestione delle imprese in cui investono. Solitamente investono il proprio capitale in imprese giovani ad alta intensità tecnologica e in zone a sé vicine“.

Il report suddivide le tipologie di anger investor sulla base del supporto offerto tra active angel, che propongo servizi aggiuntivi oltre al finanziamento, e passive angel, che si limitano a finanziare l’idea imprenditoriale.

Il settore di investimento più attrattivo per i business angel si dimostra essere:

  • Digital Services & ICT (57% con 99 business angel),
  • Biotech & healthcare (55% e 97 business angel),
  • Fintech & big data tech (45% e 79 business angel).

Nel 2020, sempre secondo il rapporto SIM, l’ammontare di capitale mediamente investito è stato pari a 61.845,36 euro ed è stato indirizzato nel 51% dei casi in Italia.

Come e dove trovare un angel investor?

Il fatto che gli angel investor prediligano la vicinanza territoriale con le realtà che decidono di supportare può rappresentare un primo criterio quando si è alla ricerca di uno di questi investitori informali.

Un altro dipende dalla tipologia di investing. Se, ad esempio, il business angel propende a favore delle startup femminili o per le iniziative nel settore biotech, l’incrocio di queste peculiarità dovrebbe orientare nella direzione giusta.

A titolo esemplificativo, poiché non c’è un elenco completo degli angel investor in Italia, esistono associazioni come IBAN Italian Business Angel Network  che conta al momento 182 soci in Italia,  la cui autorevolezza deriva dalla longevità; altre come IAG (Italian Angels for Growth) che possono contare sul più grande network di business angel (sono 214 i soci)  del nostro Paese.

Il primo è anche il punto di riferimento per i Business Angel Network, cioè le community che favoriscono lo sviluppo di iniziative imprenditoriali, mettendo in connessione investitori e imprenditori alla ricerca di finanziamenti.

IAG invece rientra all’interno dei Business Angel Group, vale a dire delle organizzazioni che riuniscono business angel che hanno interessi simili e disponibilità a investire congiuntamente in imprese innovative. Una distinzione che, per chi è in cerca del suo angel investor di riferimento, conta poco o nulla.

Le associazioni di riferimento per trovare un business angel in Italia sono:

  • Angels4Impact, nasce dalla fusione di Angel4Innovation e Impact Angels Italia, è costituta da 103 soci e hanno investito oltre 4,5 milioni di euro in più di 40 startup.
  • Angels4women conta 89 soci per la maggior parte donne che investono in startup fondate da donne o che si rivolgono Le socie di Angels for Women investono in startup fondate da donne o che si rivolgono al mercato femminile.
  • Business Angel Network nata come BAN a Firenze nel 2016. Organizza 6 incontri all’anno in cui presenta 4 startup selezionate ai soci che possono decidere come investire. Si può sempre presentare il proprio progetto.
  • IAB Italian angels for biotech, conta 39 soci focalizzati su investimenti nel settore startup biotech. IAB riferisce che l’investimento oscilla tra i 5.000 euro e i 100.000 euro per ogni startup che rientra nel suo portafoglio.
  • Il Club degli Investitori conta su circa 300 angel business tra imprenditori e professionisti con esperienza internazionale che sostengono mediamente tra le 5 e le 10 nuove startup ogni anno. Gli investimenti vanno dai 100.000 euro a 1,5 milioni di euro.

Come si diventa angel investor

Non esiste un percorso accademico formale e univoco per diventare angel investor. C’è bisogno ovviamente di un patrimonio mobiliare che l’ultima survey di IBAN ha stimato per ciascuno inferiore ai 2 milioni di euro, di cui solo il 10% mediamente destinato a operazioni di angel investment.

Le associazioni di investitori informali, network o group, propongono attività formative per lo sviluppo di competenze specifiche in ambito early-stage e seed investing rivolte soprattutto ai propri membri.

Queste attività cercano di delineare uno scenario quanto più completo dei trend di mercato in cui si muovono le startup oggetto di un potenziale interesse da parte degli investitori, oltre a illustrare i profili contrattuali e fiscali che è necessario conoscere in materia.

Non hanno certo l’ambizione di sostituire quell’insieme di soft e hard skill di cui un business angel deve essere munito. Che sono le stesse richieste a un imprenditore se vuole che la sua azienda cresca e si sviluppi.

Se di una formazione l’imprenditore ha bisogno affinché la sua azione possa essere coronata da successo, è la medesima che può aiutare l’angel investor nel selezionare le opportunità tra le tante che gli si pongono innanzi. Si chiama anche “fiuto per gli affari” e non è detto che lo si possa apprendere sui libri.

Quanto guadagnano gli angel investor?

L’investimento di equity (capitale sociale) e non di debito (il prestito di una banca) condotto da un angel investor è molto rischioso poiché sostiene una startup nella sua fase iniziale. Solitamente anche se chiede quote dell’azienda non assume poi un controllo definitivo e si comporta come un socio di minoranza. La quota capitale viene richiesta anche per pianificare una eventuale Exit per ottenere un più consistente ritorno dell’investimento.

Angel investor: pro e contro

Avere un angel investor dalla parte di un’azienda o startup significa disporre di liquidità e non deve restituire i fondi poiché si cedono quote di proprietà in cambio del denaro.

Ricorrono all’’angel investing le imprese consolidate che hanno superato la fase di avvio e che hanno dimostrato di poter ottenere profitti ma che hanno bisogno di capitale per crescere.

In gioco c’è il capitale dell’investitore informale e ciò si traduce in una reale motivazione che lo porta a sostenere l’azienda con il mentoring e offrendo aiuto diretto nella gestione.

Gli svantaggi dell’angel investing per le startup

Lo svantaggio principale di questa forma di finanziamento riguarda le “pretese” dell’ angel investitori che in genere richiede in cambio del finanziamento dal 10% al 50% della società. Così i proprietari potrebbero perdere il controllo societario. Quindi prima di chiedere a un Business angel di investire nell’azienda bisogna valutare quante quote si è disposti a cedere.

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