Useremo il computer con il cervello

Microsoft ha registrato un brevetto che promette di dare agli utenti capacità di controllo neurali sui normali PC. Un beneficio soprattutto per la disabilità

Pubblicato il 23 Nov 2017

Paolo Longo

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La possibilità di controllare un’interfaccia digitale (come il computer) con il pensiero, o meglio, con i collegamenti neurali, è già una realtà concreta. Viene utilizzata da vari team di ricerca per studiare in che modo i portatori di handicap possono comunicare sfruttando tastiere virtuali, ambienti ricreati in 3D e contesti informativi avanzati. Uno degli scienziati più famosi della nostra era, Stephen Hawking, usa strumenti simili per dare voce ai propri pensieri, andando oltre i limiti imposti dalla patologia del motoneurone diagnosticata nel 1963 e che ne ha ridotto progressivamente le capacità motorie ed espressive.

Microsoft vuole rendere più semplice beneficiare di sviluppi tecnologici del genere, magari tramite prodotti già esistenti, come i normali PC. Lo farà anche grazie a un brevetto ottenuto di recente che si basa sull’opportunità di controllare un computer attraverso l’attività neurale. Alcune delle specifiche presenti nel documento della multinazionale includono task quali: la regolazione del volume del dispositivo; la riproduzione e sospensione di file multimediali; il copia e incolla di contenuti e app; lo switch del sistema di input del dispositivo; la modifica dell’interfaccia e degli elementi presenti.

A quanto pare, il passaggio di informazioni dalla mente al device avverrà tramite una speciale antenna che riceverà i comandi dall’utente per poi interpretarli e inviarli al computer, in un tempo molto breve. Non è da escludersi che il trasferimento possa avvenire tramite tool già visti, come gli HoloLens, che avrebbero solo bisogno di un’aggiunta allo chassis di cui sono dotati. Siamo ancora nel campo delle ipotesi ovviamente, visto che non sempre i brevetti si trasformano in progetti concreti, ma la sola volontà di Microsoft di esplorare mondi così futuristici e lontani è un buon segnale per l’innovazione che ci attende nei prossimi anni.

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