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Microsoft scommette sul cloud open-source con Docker

Lanciate nuove funzionalità di storage sulla nuvola con Docker Volume Plugin per Azure File Storage

Pubblicato il 21 Mar 2016

Paolo Longo

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Microsoft accellera notevolmente verso la proposta di tanti servizi aggiuntivi cloud per i clienti Azure. Di recente l’azienda con base a Redmond ha infatti implementato il Docker Volume Plugin per Azure File Storage. Di cosa si tratta? In pratica il progetto open-source di Docker permette di migare con facilità interi container tra host diversi, tra cui anche i volumi di Azure. Ciò dimostra l’interesse sempre maggiore di Microsoft di popolare l’ecosistema cloud orientato all’open source, sviluppando soluzioni che mirano a semplificare alcune operazioni svolte sinora solo da software proprietari, peraltro non sempre compatibili con piattaforme esterne. Il recente support a Docker arriva in un momento caldo della storia di Azure visto che Microsoft, solo lo scorso autunno, aveva introdotto lo standard SMB 3.0 per la sua nuvola professionale, il protocollo già disponibile su Windows Server 2012.

Il vantaggio di Docker

Con Docker Volume Plugin per Azure File Storage, gli utenti possono utilizzare dati e file conservati, fisicamente, su volumi esterni alla macchina virtuale su cui è presente lo stesso Docker. Questo rende il trasferimento delle informazioni non solo più semplice ma anche più sicuro, visto che viene preservato lo stato di ogni host. “Un volume Docker classico è di solito una directory ospitata su una macchina host. Perciò il container in sé risulta dipendente dai file di un particolare host, rendendo difficile applicare il concetto di scalabilità durante la migrazione – ha detto Ahmet Alp Balkan, ingegnere software del progetto Azure Linux di Microsoft – con un plugin del genere possiamo invece montare uno storage Azure come una vera directory sul file system così da rendere le informazioni disponibili a tutti i container connessi e creati tramite Docker Volume”. Al momento il plugin è compatibile con gli host che girano con Ubuntu Server 14.04 e successivi; un’ulteriore mossa per abbracciare la community del pinguino dopo l’annuncio della versione di SQL Server database per Linux e delle istanze Red Hat Enterprise Server su Azure.

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