Sono lontani i tempi dei telefonini con una fotocamera da meno di 1 megapixel. Oggi abbiamo ottiche avanzate, capaci di fronteggiare le compatte di fascia alta e, quasi quasi, anche le reflex di base. L’innovazione fa il suo corso e non ne vuole sapere di fermarsi. Tanto che dopo solo un paio di anni dal primo smartphone dual-cam (in principio fu HTC poi Huawei con il P10 Plus), dietro l’angolo c’è un dispositivo dotato di ben tre ottiche, pronto a segnare un nuovo record nel campo della telefonia mobile. Si tratta del P20, cellulare che la cinese Huawei mostrerà il 27 marzo a Parigi, dopo averne cancellato la presentazione durante il Mobile World Congress di Barcellona.
In Spagna il terzo marchio per produzione di smartphone al mondo (dietro Samsung e Apple), ci sarà comunque ma solo con un tablet, il MediaPad M5, difficilmente il prodotto che ridarà vigore a un settore in discesa ma comunque un aggiornamento interessante per chi ama Android in versione extralarge. Tornando al P20, non si hanno certezze sulla presenza di una tripla camera ma oramai i rumors online sono insistenti e persino chi realizza cover, principalmente brand cinesi, si sono fatti sfuggire alcune immagini promozionali del device, come già accaduto nel caso di iPhone X e, prima ancora, di Galaxy S8 e Note8.
Quanto credere a indiscrezioni del genere? Poco, se fossero uniche e isolate ma qui si tratta di voci di corridoio che si susseguono con insistenza e che, è plausibile pensarlo, aumenteranno con l’avvicinarsi della data parigina. La domanda è: cosa ce ne facciamo di tre fotocamere? Gli oggetti provvisti finora di due, dedicano un sensore al soggetto in primo piano e l’altro a ciò che c’è sullo sfondo, abilitando quei famosi effetti bokeh che tanto amano i millennials (ma non solo).
La terza ottica potrebbe abilitare opzioni ulteriori, come l’analisi della profondità e la distanza degli elementi inquadrati, sia a scopo artistico, per modificarli uno a uno, senza intaccare gli altri, che funzionale, ad esempi o una modalità AR integrata e molto più avanzata di quella offerta oggi dagli iPhone con ARKit. Ci aveva provato in passato Google con il suo Project Tango, concretizzatosi in un paio di modelli di Lenovo e Asus, ma senza successo. Più di questi, Huawei ha il potenziale per andare a fondo e portarci finalmente qualcosa di nuovo.