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Startup e PMI innovative ICT: crescita e produttività in aumento



Queste imprese hanno realizzato maggior valore aggiunto rispetto alle startup e PMI innovative non-ICT, mantenendo livelli di produttività migliori rispetto alle imprese non-ICT soprattutto nei filoni 4.0 e digital enabler. I dati del monitoraggio Anitec-Assinform e InfoCamere

di Redazione

Pubblicato il 31 Gen 2023


Dal report di monitoraggio “Startup e PMI innovative ICT: performance economica” di Anitec-Assinform e InfoCamere

Quello delle startup e PMI innovative ICT (SPMII ICT) è un universo in salute, perfettamente in grado di contribuire alla crescita del settore ICT e all’innovazione del sistema economico nel suo complesso, aiutando così il Paese a fare il tanto atteso balzo nella trasformazione digitale. Nel 2022 queste imprese hanno realizzato maggior valore aggiunto con livelli di produttività migliori, soprattutto nei filoni 4.0 e digital enabler. Hanno mantenuto una sostenibilità finanziaria nel medio periodo e continuano a generare margine. Le SPMII ICT dimostrano di avere la capacità di creare nuovi prodotti e servizi e di generare nuovi posti di lavoro, confermandosi motore di innovazione in ogni settore produttivo e rafforzando il loro ruolo per la crescita economica dell’Italia. Lo suggerisce la seconda edizione dell’analisi di monitoraggio dedicata alle performance economiche e finanziarie delle startup e PMI innovative del settore ICT condotta da Anitec-Assinform, l’Associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende dell’ICT e InfoCamere, la società delle Camere di Commercio italiane per l’innovazione digitale.

L’analisi di monitoraggio Anitec-Assinform e InfoCamere

Attraverso il report di monitoraggio “Startup e PMI innovative ICT: performance economica”, Anitec-Assinform e InfoCamere intendono offrire un riferimento oggettivo e continuo per il monitoraggio di questo segmento facendo leva sul data base del Registro delle Imprese delle Camere di commercio che permette di correlare diverse fonti informative (per territori, dimensione di imprese e settore industriale) e ottenere nuova conoscenza reale e aggiornata sulla performance delle start-up e PMI innovative ICT, anche in funzione dell’impatto degli interventi di policy e per formulare e calibrare nuove proposte di intervento.

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La performance delle SPMII ICT è stata analizzata in comparazione con l’intero segmento (non ICT) di startup e PMI innovative, facendo leva su indicatori di produttività, indicatori di profittabilità e indicatori finanziari. Il rapporto presenta dati aggiornati al 10/10/2022 per i dati relativi alle startup e alle PMI innovative ICT, al quarto trimestre 2021 per i dati relativi agli addetti, al periodo 2018-2020 per i dati annuali di bilancio Coerentemente con le edizioni precedenti del rapporto, dall’analisi sono escluse: le Startup e PMI con Classe di Valore della Produzione > 5 Mln; dall’analisi dei dati di bilancio, le imprese per cui l’anno di iscrizione alla sezione speciale è successivo all’anno di esercizio di bilancio considerato.

La crescita demografica di Startup e PMI Innovative ICT resta sostenuta

Il numero di startup e PMI innovative ICT iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese ai sensi del decreto-legge 179/20121 continua la sua crescita. Sono 8.416 le startup con codice ATECO associato al settore ICT registrate nell’ottobre 2022, con una crescita del +8,6% rispetto alle 7.749 rilevate al termine del 3° trimestre 2021.

Da questa edizione del monitoraggio, è stato analizzato un perimetro “allargato” che, oltre alle 8.416 imprese con codice ATECO ICT, include anche 3.071 imprese che si sono registrate con codici ATECO non associati al settore ICT, ma che dichiarano – nella sezione “Vetrine” del registro speciale – di svolgere attività digitali quali la messa a punto di prodotti tecnologici, soluzioni e/o servizi digitali ad esempio in ambito Cloud, Big Data, Cybersicurezza.

Secondo il nuovo perimetro, la quota combinata di imprese ICT con codice ATECO e digitali con vetrine ma senza codice ATECO (11.487 imprese) aumenta al +69% ovvero più di 2 su 3 delle 16.554 aziende registrate.

Distribuzione territoriale e filoni di attività

Rimane stabile la distribuzione territoriale con più della metà delle imprese concentrate in tre regioni: Lombardia che conta il 29,4% delle SPMII ICT, Lazio (14%) e Campania (8,4%). Seguono Emilia-Romagna (6,8%), Veneto (6,8%), Piemonte (5,6%), Toscana (4,8%), Puglia (4,8%), Sicilia (3,9%), Marche (2,1%), mentre le altre regioni rappresentano quote inferiori al 2%.

Sostanzialmente stabile anche la distribuzione delle SPMII ICT per filone di attività, con quote rilevanti nei filoni nei filoni IoT con il 12,5% (10,7% nel perimetro ICT- ATECO, ovvero con codice ATECO e con o senza filone di attività), Artificial Intelligence & Machine Learning con l’11,0% (12,1% nel perimetro ICT- ATECO), Industria 4.0 con il 7,1% (3,7% nel perimetro ICT- ATECO), Mobile app con il 6,7% (8,3% nel perimetro ICT- ATECO) e quote importanti per Big data e data science con il 4,5% (5,1% nel perimetro ICT- ATECO), Blockchain con il 3,7% (4,7% nel perimetro ICT- ATECO), Cloud con il 2,9% (3,8% nel perimetro ICT- ATECO). Molto bassa la quota di SPMII ICT in ambito cybersicurezza e crypto con l’1,7% (2,2% nel perimetro ICT- ATECO).

Dal report di monitoraggio “Startup e PMI innovative ICT: performance economica” di Anitec-Assinform e InfoCamere

Livelli di produttività migliori rispetto alle non-ICT

Gli indicatori di produttività per azienda segnalano un progressivo miglioramento soprattutto per startup e PMI innovative ICT attive nei filoni di attività digitale dai mercati più dinamici, quali 4.0 e Digital Enabler. Complessivamente, le SPMII ICT con bilancio depositato hanno prodotto nel 2021 beni e servizi per un totale di 2,5 miliardi di euro (1,6 nel 2020). La forte concentrazione della mediana su valori ancora inferiori a meno di un quinto della media conferma che una quota sempre rilevante di startup e PMI innovative ICT si trova in una fase embrionale di sviluppo. Uno sviluppo che è finalmente in accelerazione nel 2021 rispetto ai due anni precedenti, come confermato dalle dinamiche di produzione complessiva, media e mediana in crescita demografica più dinamica nell’ultimo anno soprattutto nei filoni di attività 4.0 e altre tecnologie e soluzioni digitali.

Profittabilità: startup e PMI ICT continuano a generare più margine

Complessivamente nel 2021 per ogni euro di produzione, le PMI e startup innovative ICT hanno generato 32,3 centesimi di valore aggiunto (32,2 nel 2020) contro 22,5 centesimi nel segmento non-ICT (19,5 nel 2020), a conferma della maggiore creazione di valore da parte delle attività sviluppate dalle aziende specializzate nei mercati tecnologici avanzati.

Valore aggiunto complessivo, medio e mediano nel segmento ICT sono in netta ripresa nel 2021 (33,9% crescita annua del VA complessivo, 65,4% del VA mediano) e, a eccezione della mediana, tornano ai livelli del 2019 (quando l’impatto congiunturale e economico della pandemia era ancora agli inizi).

Queste dinamiche portano il valore aggiunto medio per addetto nell’ICT a 48,2 mila euro (50 mila euro per le aziende con vetrine digitali valorizzate), contro una media non-ICT pari a 41,8 mila euro. Questo significa che la produttività per unità di lavoro (o per addetto) delle start-up e PMI innovative del settore ICT è superiore a quelle non-ICT. Quindi, più aziende ICT nascono nella nostra economia, maggiore è la capacità di raggiungere livelli di produttività superiori.

La migliore performance in ambito digitale (4.0, Digital Enabler ecc.) si riflette anche a livello di utile netto, con un valore mediano per queste imprese superiore rispetto alle altre SPMII ICT, che comunque per almeno il 50% chiudono il bilancio 2021 a pareggio o in utile, generando nel complesso il 53% di produzione nel settore ICT-digitale.

Purtroppo resta la sfida dei costi non operativi

Tuttavia, le perdite non mancano, anzi peggiorano a -188 milioni di euro (-142,7 milioni nel 2020) contro -78,9 milioni di euro per quelle non-ICT (-83,7 milioni nel 2020) anche se a livello di media i risultati individuali aziendali sono meno negativi per il settore ICT, soprattutto nei filoni di attività 4.0 e Digital Enabler. Questi risultati denotano complessivamente un’incidenza maggiore sulla gestione da parte dei costi non operativi (oneri finanziari e straordinari e politiche di accantonamento e ammortamento) presso le SPMII ICT rispetto al segmento non ICT, anche se non pervasivo essendo media e mediana riscontro di una redditività netta leggermente migliore o in linea con il segmento non ICT.

Passando alla redditività del patrimonio netto (ROE) ovvero il ritorno economico dell’investimento effettuato dai soci dell’azienda, almeno il 50% delle startup e PMI innovative ICT registra stabilmente negli ultimi tre anni un ROE positivo (0,016% nel 2021). Le aziende ICT con attività digitali innovative registrano performance di ROE migliori da almeno tre anni. Similmente la redditività 2021 dei capitali investiti (ROA) in startup e PMI innovative ICT registra valori in miglioramento per Digital Enabler e altre tecnologie e soluzioni digitali, mentre è sostanzialmente stabile per gli altri filoni su valori positivi ma non migliori rispetto a SPMII non ICT.

Startup e PMI ICT mantengono la sostenibilità finanziaria nel medio periodo

Gli indicatori finanziari – da quelli di equilibrio finanziario a quelli di rotazione degli asset a quelli sul potenziale delle risorse di generare valore lungo un arco temporale di più esercizi – confermano anche per il 2021 che allo squilibrio finanziario iniziale di molte startup e PMI innovative ICT segue il consolidarsi delle attività nelle fasi successive con potenzialità effettive per il medio-lungo periodo.Nel complesso gli indici denotano una buona capacità delle risorse aziendali di manifestare benefici economici lungo un arco temporale di più esercizi. In particolare:

  • l’indice mediano di liquidità immediata conferma un equilibrio finanziario almeno soddisfacente se non anche migliore in almeno la metà delle start up ICT, mentre nei filoni di attività più innovativi dal 2018 i valori mediani e medi del ROA sono stabilmente superiori al livello ottimale;
  • il rapporto tra debiti e mezzi propri di startup e PMI innovative ICT registra un valore mediano vicino ai livelli di equilibrio “limite”, ma resta la presenza di strutture finanziarie con squilibri da contenere e strutture finanziarie decisamente squilibrate;
  • il ricavo mediano per unità di investimento presso le startup e PMI innovative ICT (come anche le non-ICT) è tendenzialmente basso essendo bassi i volumi delle vendite soprattutto nei primi anni di attività;
  • il valore delle risorse immateriali (soprattutto brevetti, marchi, avviamento) resta elevato confermando una seconda caratteristica distintiva di startup e PMI innovative ICT e non ICT.

Gay: è fondamentale sostenere l’innovazione e i giovani per rilanciare l’economia

“I dati che presentiamo oggi con InfoCamere confermano l’effervescenza del segmento delle startup e delle PMI innovative ICT, motore di innovazione in ogni settore produttivo e per la crescita economica del nostro Paese – sottolinea Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform – Oggi è fondamentale sostenere l’innovazione che viene dalle startup e PMI innovative e i tanti giovani e giovanissimi che hanno idee, talenti, competenze e soprattutto la determinazione per creare nuova impresa. In una fase di profonda trasformazione del lavoro, dell’industria e delle catene del valore globali abbiamo l’opportunità di rilanciare la nostra economia puntando sull’innovazione digitale e sui giovani per dare nuova linfa e vitalità al sistema economico”.

Ghezzi: il valore insostituibile dei dati per intercettare i bisogni e spingere l’innovazione

Per Paolo Ghezzi, Direttore Generale di InfoCamere il report conferma che “ci troviamo di fronte ad un universo in salute, portatore di dinamiche in grado di aiutare il Paese a fare il balzo nell’innovazione e nella trasformazione digitale. La qualità dell’analisi dei dati di fenomeni complessi e in evoluzione come quello delle startup e PMI innovative è sempre più centrale per intercettare bisogni e sviluppi dell’innovazione tecnologica nel Paese. Quando questi sono certificati e disponibili in modo puntuale, aggiornato e dettagliato – come quelli del Registro delle Imprese delle Camere di commercio – il loro valore diventa insostituibile per capire le tendenze che governano un settore economico, le sue connessioni con gli altri e per intervenire con politiche mirate al fine di favorirne la crescita”.

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