Strategie

Intel investe ancora su cloud più maturi



Il lancio di nuovi processori Xeon e unità a stato solido, unito a collaborazioni e programmi, potenzia la strategia ’Intel Cloud For All’, volta a facilitare la migrazione verso la nuvola

Giorgio Fusari

Pubblicato il 08 Apr 2016


Il cloud è davvero un modello di IT in grado di adattarsi alle esigenze di ogni business, e qualunque azienda ha specifiche necessità di fruizione in questo ambiente: ma l’implementazione del cloud non è semplice, a causa del permanere di alcune barriere all’adozione. Rimuovere questi ostacoli, e rendere la nuvola realmente alla portata di tutti, arrivando alla nascita di decine di migliaia di nuovi cloud, è l’obiettivo dell’iniziativa denominata ’Intel Cloud For All’, annunciata nel luglio 2015 dalla casa di Santa Clara.

Strategia rafforzata a fine marzo da Intel, con l’introduzione a livello mondiale di una serie di novità tecnologiche, e lo sviluppo di varie collaborazioni e programmi. I punti chiave – ha spiegato Andrea Toigo, Pre-Sales Director Intel Central, Southern & Eastern Europe – sono investire per migliorare l’efficienza dell’infrastruttura software-defined (SDI) e semplificarne il dispiegamento; ottimizzare il cloud per una completa gamma di workload; allineare tutti gli attori del settore, in modo da garantire l’interoperabilità e velocizzare l’implementazione delle nuvole.

Puntando in queste direzioni, Intel ha investito pesantemente per accelerare l’adozione della tecnologia OpenStack, aprendo l’innovation center di San Antonio, creando un grande team di sviluppo, eliminando molti bug del software e collaborando con Rackspace per rendere OpenStack più scalabile, affidabile e facile da implementare nelle varie organizzazioni. Insomma per conferire a questo stack di software tutte le funzionalità di classe enterprise necessarie, sanando le lacune esistenti.

Tra i vari programmi e collaborazioni, quelle con CoreOS e Mirantis puntano a fornire un’unica piattaforma open source per la gestione sia di container, sia di applicazioni basate su macchine virtuali. Inoltre, nell’ottica di facilitare l’implementazione e fornire un software ottimizzato, collaudato e certificato a livello ’end-to-end’, Intel ha anche pubblicato venti ’solution reference architectures’ che si propongono di coadiuvare il decollo di applicazioni commerciali.

Nuova famiglia Xeon E5

Andrea Toigo, Pre-Sales Director Intel Central, Southern & Eastern Europe

Alla base della strategia di fornitura delle piattaforme cloud di prossima generazione, però, c’è l’hardware, ossia la quarta famiglia di processori Xeon: i dispositivi Xeon E5-2600 v4, basati su processo di fabbricazione a 14 nanometri, hanno le prestazioni, le funzionalità di security e le capacità di orchestrazione delle risorse che un’infrastruttura SDI ottimizzata richiede. In particolare, potendo arrivare fino a 22 core per CPU, questi Xeon incrementano le performance fino al 44%, con miglioramenti della virtualizzazione. Anche le prestazioni di cifratura, per core, crescono fino al 70%, portando a una miglior protezione dal malware.

Per quanto riguarda le funzionalità di orchestrazione, la Intel Resource Director Technology introduce nuovi livelli di visibilità e controllo su come le risorse condivise (cache LLC, larghezza di banda della memoria) vengono usate da applicazioni, macchine virtuali e container. Altra tecnologia chiave per abilitare un accesso veloce e affidabile ai dati sul cloud sono le nuove unità SSD Intel DC serie P3320 e P3520: ottimizzate per la famiglia di processori Xeon E5-2600 v4, sono le prime a usare la tecnologia NAND 3D, caratterizzata dalla massima densità del settore.

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