Strategie

Cloudera: il canale è la chiave per crescere ancora



Il gruppo sta registrando una forte crescita sul territorio nazionale, grazie ai clienti acquisiti nel mondo Telco e Finance. Ai partner è richiesto un forte investimento nel training

Giorgio Fusari

Pubblicato il 06 Lug 2017


Dopo l’annuncio in maggio di Cloudera Altus, un’offerta PaaS (platform as-a-service) ideata per consentire alle aziende di semplificare l’elaborazione di grandi data set utilizzando cloud pubblici come AWS (Amazon Web Services), a giugno Cloudera, fornitrice di una piattaforma open source per l’analisi di big data, ha illustrato a Milano quale visione strategica sta guidando le proprie scelte di business. Due sono i punti principali. Nell’era della Internet of Things (IoT), il primo aspetto chiave, per le imprese, spiega Romain Picard, Regional Vice President Sud Emea di Cloudera, è ripensare il modo in cui acquisiscono e gestiscono i dati degli utenti, per riuscire a comprendere davvero quali sono le loro aspettative sui prodotti che usano, e arrivare e migliorarli di continuo, in tempi sempre più contenuti.

Romain Picard, Regional Vice President Sud Emea di Cloudera

L’altro aspetto è un ripensamento della strategia di cybersecurity. Anche in quest’area, Cloudera, con la propria tecnologia, sottolinea Romain, può aiutare le aziende a proteggere dati e comunicazioni, proprietà intellettuale, transazioni finanziarie con le terze parti, facendo leva sulla capacità della propria piattaforma di utilizzare tecnologie di apprendimento automatico (machine learning) e strumenti analitici evoluti: tutto ciò consente di prevedere e comprendere quali sono le nuove minacce e schemi di attacco informatico, sfruttando le moli di dati provenienti dai dispositivi IoT e, al contempo, la potenza di elaborazione e scalabilità elastica del cloud.

Investimenti su partner fortemente competenti

In Italia, spiega Michele Guglielmo, Regional Sales Director Mediterranean & Middle East di Cloudera, la società sta registrando una crescita davvero molto importante. «Questo perché siamo riusciti a cogliere tutte le opportunità offerte dal mercato: parlando del mondo telecomunicazioni, le tre grandi telco italiane sono nostri utenti; la stessa cosa avviene nel settore finance, con quattro delle prime cinque banche nel nostro paese che sono utenti di Cloudera; e, in ambiti come quello assicurativo o manufacturing, le grosse aziende che valutano investimenti nell’area IoT stanno parlando con noi».

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Sul canale, dice Guglielmo, Cloudera ha fatto un forte investimento, almeno per i numeri che la riguardano, inserendo due persone completamente dedicate ad esso. «Di queste due, una figura è il classico channel manager, che si occupa della gestione dei partner attraverso un nuovo programma che abbiamo lanciato proprio di recente al Cloudera Emea Partner Summit 2017, in maggio a Londra».  Gugliemo definisce l’iniziativa del nuovo programma per i partner una pietra miliare nell’approccio che Cloudera imposta con i propri clienti. «Stiamo investendo molto per crescere, e la scelta migliore, visto anche il rapporto che riusciamo a creare con i nostri partner, è estendere la partnership non solo a livello commerciale, ma soprattutto sul piano tecnologico: ciò significa che questi partner hanno l’obbligatorietà di essere fortemente competenti sulla nostra tecnologia; fanno tutti un percorso formativo con vari training, dopodiché diventano partner certificati Cloudera, e da lì in poi comincia un piano di lavoro comune per quanto riguarda la parte commerciale».

Focalizzazione sulla tecnologia

Avere una forte focalizzazione sull’area tecnica è del resto fondamentale perché, sottolinea Guglielmo, i progetti di sfruttamento dei big data attraverso una piattaforma come Cloudera non sono affatto una cosa semplice o scontata. In ogni singolo progetto occorre infatti saper avviare di volta in volta un processo di attenta selezione della tecnologia più adatta a eseguire determinate operazioni sui dati: «Ad esempio, se occorre lavorare sulle informazioni in modalità ‘batch’, sarà completamente diverso che dover operare su dati che devono essere raccolti ed elaborati in real-time». Dunque, la complessità dei progetti big data può essere affrontata in maniera adeguata solo quando i partner possiedono le competenze che permettono loro di creare la soluzione che riesce davvero a soddisfare l’esigenza di quel determinato utente.  In questo momento, in Italia, Cloudera ha meno di una decina di partner selezionati, e, conclude Guglielmo, l’idea non è allargare molto il loro numero ma, piuttosto, creare ulteriori livelli di specializzazione, che consentano alla società di essere ancora più presente e preparata in determinate aree di business: ad esempio, le applicazioni IoT, dove sono necessarie conoscenze specifiche in termini di strumenti analitici evoluti e trattamento dei dati in tempo reale.

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