Collaboration

Vista dalla parte dell’utente, nella collaborazione semplicità e versatilità sono le parole d’ordine

Spark, l’ultima sfida Cisco, punta su cloud e massima integrazione per assicurare un passo avanti agli strumenti di collaboration e risolvere alla fonte ogni potenziale conflitto tra It e business

Pubblicato il 15 Dic 2015

Redazione TechCompany360

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Michele Dalmazzoni, collaboration architecture leader di Cisco

Nel momento in cui la Rete si è affermata quale fulcro di qualsiasi attività digitale a qualsiasi livello, anche per le aziende più specializzate, restare concentrati sulla componente infrastrutturale non è sufficiente. Un messaggio, in Cisco recepito in tempi non sospetti, partito con una prima escursione nel mondo dello storage networking, allargato nel tempo e arrivato oggi a ruotare soprattutto intorno al concetto di collaborazione. «Per noi è un principio esteso a voce, telefonia Ip, video, telepresence, conference e contact presence – spiega Michele Dalmazzoni, collaboration architecture leader dell’azienda -. Più in generale, ogni strumento utile ad attivare il collegamento person-to-person. È un’interessante evoluzione, emersa prima di tutto dalle esigenze dei clienti, e di conseguenza seguita da noi».

Un’evoluzione diversa da quelle del passato, soprattutto per la presenza di una svolta ormai in fase di consolidamento. «Il nuovo approccio al mercato richiede temi meno specifici e più vicini al business – conferma Dalmazzoni -. Una quota crescente di acquisti nel campo It viene decisa al di fuori. La nostra visione va verso una collaborazione tale da consentire di abbracciare ogni modalità tipica della comunicazione».

Un approccio integrato, esteso ai servizi, con la massima integrazione, così da non trascurare nessuna configurazione esistente ed estenderne le potenzialità. Il tutto spostando il baricentro verso l’utente, dedicando quindi particolare attenzione alle modalità di impiego e alla pressante richiesta di mobility. «Qualunque amministratore delegato riconosce nella digitalizzazione una priorità, pochi però sanno come affrontarla – osserva Dalmazzoni -. Studiando tutto questo, abbiamo messo a punto l’ultimo passaggio a livello di offerta, con una forte spinta anche in direzione del cloud».

Spark, proposta articolata su tre punti, intende portare sul cloud quelli individuati come i principali strumenti di comunicazione utilizzati sul lavoro, riunioni, messaggistica, e chiamate. I primi due in particolare, intendono assecondare una strategia di migrazione in linea con le esigenze e i piani di sviluppo delle singole realtà. «La versione Service offre una piattaforma cloud completa in materia di collaborazione, pensata per funzionare in modalità sincrona o asincrona su qualunque dispositivo lato utente. Anche quando la comunicazione è asincrona, i relativi contenuti restano continuamente aggiornati. L’infrastruttura può essere gestita completamente da noi».

Potenzialmente in grado di rispondere alle esigenze di piccole e medie aziende poco propense, o non in grado, di investire su una infrastruttura e personale dedicati, la proposta non trascura tuttavia chi preferisce invece contare su risorse proprie, anche preesistenti. «Hybird Service è pensato per salvaguardare gli investimenti in essere. In pratica, offre la possibilità a chi dispone già di funzioni come voce o video, di collegare a Spark l’intera componente applicativa esclusivamente via software – riprende Dalmazzoni -. Dal punto di vista utente, siamo in grado di presentare una stessa interazione. Per esempio, durante una telefonata è possibile avviare una connessione dati per condividere un desktop o dei documenti».

A livello di offerta, i servizi si articolano tra l’altro sul numero di utenti gestibili in simultanea, l’integrazione con gli strumenti WebEx, la disponibilità di stanze virtuali per riunioni, combinati alla modalità preferita. Tra le opzioni aggiuntive, audioconferenze, supporto per assistenza e formazione. «In pratica, si pensa prima alla tipologia di servizio come numero di utenti, quindi a cosa collegare, dal semplice telefono fino alla sala riunioni, per arrivare ai sistemi più sofisticati, con la gestione di eventi».

Per funzionare a dovere e raggiungere gli obiettivi previsti, Spark deve inoltre garantire la massima integrazione. Da qui la grande attenzione rivolta alla componente per gli sviluppatori. «Permette ai partner di integrare i servizi in applicazioni di terze parti. Significa poter portare voce, sms e video in spazi virtuali all’interno di piattaforme esistenti, di qualunque natura. Inoltre, consente di utilizzare i servizi Cisco mantenendo l’interfaccia originale di ogni applicazione in uso, semplificando quindi la vita all’utente finale».

Dove il concetto ogni applicazione è da intendersi nel senso più esteso possibile. «Dalla recente partnership con Apple scaturiscono tre aspetti principali – conclude Dalmazzoni -. Una migliore compatibilità sulle connessioni Wi-Fi, i nostri servizi voce in modalità nativa su Ios e la possibilità per tutti i dispositivi Apple di integrarsi con il nostro ecosistema video. Il tutto attraverso un aggiornamento software dell’infrastruttura Cisco, che ci auguriamo sia pronto entro luglio».

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