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Unified communication and collaboration: più valore per i clienti e più business per il canale

Traghettare le aziende alla Unified Communication and Collaboration è una sfida importante per il canale. Si tratta, infatti, di spiegare ai propri clienti un’innovazione fatta di tante soluzioni diverse e in vario modo funzionali, che coinvolgono infrastrutture di networking, logiche organizzative, risorse e modelli di gestione

Pubblicato il 07 Set 2016

Redazione TechCompany360

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È ora dell’Unified communication and collaboration perché il telefono non basta più per comunicare e fare business. Che si tratti di ambito pubblico o di ambito privato, informazione e comunicazione sono diventate parte di un unico filone di gestione per qualsiasi impresa.

L’incalzante sviluppo delle tecnologie digitali ha portato a una progressiva convergenza di soluzioni che, a seconda della tipologia di business e del settore di riferimento, supportano da un lato la produttività individuale e dall’altro la collaborazione intra e interaziendale.

La consumerizzazione dell’IT e l’offerta di soluzioni freemium per le offerte base ha favorito un utilizzo sempre maggiore delle videochiamate e delle chat di gruppo accelerando una nuova era della digitalizzazione aziendale all’insegna della collaboration. Il diffondersi dei social media, inoltre, ha abituato le persone a diversificare le tecnologie utilizzate, a seconda dei gruppi e dei trend.

Come cambia la comunicazione nell’era digitale

Così, se ieri il perno della comunicazione era un binomio tra incontri fisici (riunioni, meeting) e telefonate, con lo sviluppo delle tecnologie associate alla convergenza fonia/dati (VoIP), al mobile, alla videochiamata e ai social media le cose sono notevolmente cambiate, diversicando i modi e i tempi delle relazioni. L’intero mondo della fonia è profondamente cambiato, dando vita a nuove forme combinate all’uso dei video e delle chat. Il tutto sviluppato su un orizzonte multicanale che consente alle persone in azienda e in mobilità di poter accedere a piattaforme di comunicazione condivise, proprietarie o brandizzate. Colleghi, partner e clienti stanno adottando in varia misura soluzioni differenti per scambiare informazioni, che si tratti di file, mail o messaggi. È uno degli aspetti della digital transformation.

La consumerizzazione dell’IT e l’offerta di soluzioni freemium per le offerte base ha cambiato la cultura della comunicazione, favorendo una nuova digitalizzazione aziendale. Il diffondersi dei social media ha abituato le persone a diversificare le tecnologie utilizzate, a seconda dei gruppi e dei trend.

Unified communication and collaboration: un’offerta composita

Dunque oggi le aziende italiane si trovano a un bivio: le infrastrutture sono quasi mature ma le soluzioni copresenti nelle organizzazioni per gestire la comunicazione in modalità unificata mancano della necessaria integrazione. Lo sa bene il canale, che ogni giorno si confronta con una domanda complessa e frammentata, che esprime diversi livelli di maturità tecnologica e un’esigenza di condivisione e di collaborazione sempre più spinta.

Come traghettare le aziende alla Unified Communication and Collaboration? Come spiegare i vantaggi di un approccio fatto di tantissime tecnologie diverse, afferenti in modo diverso a varie Business Unit che non sempre parlano la lingua dell’IT? In che modo system integrator e service provider possono vendere l’innovazione facendo capire ai clienti che si tratta di scelte soprattutto funzionali? Si tratta di una bella sfida che coinvolge infrastrutture di networking, logiche organizzative, risorse e modelli di gestione. Il tutto facendo i conti con budget sempre più contenuti. Non servono solo skill dal profilo elevato e tanta esperienza, ma anche una conoscenza profonda delle logiche aziendali, diverse per settore e per tipologia organizzativa. Il tutto aprendo un margine anche ai business più disruptive.

È quanto è emerso da una survey condotta da NetworkDigital4, in collaborazione con Westcon, Avaya e Plantronics, su un panel di aziende del canale. A rispondere alle domande 250 system integrator, service provider e distributori di tutte le regioni italiane, che hanno consentito di effettuare una fotografia interessante dei pensieri e dell’offerta.

Due dati per tutti emersi dall’analisi: quasi 9 aziende su 10 dichiarano quanto sia importante per i propri clienti la qualità della comunicazione intra e interaziendale, con un 90,8% degli intervistati che racconta come a guidare la scelta siano primariamente motivi legati all’ottimizzazione economica. A fronte di questo, quasi 2 partner di canale su 10 non ritiene che la propria azienda sia capace a spiegare le tecnologie UCC ai propri clienti.

Per il canale, dunque, la UCC è un valore ma può anche essere una criticità se c’è know-how. Spiegare come funziona una piattaforma di comunicazione e di sviluppo presuppone la capacità di progettare o di lavorare su una backbone digitale integrata, su cui innestare nuovi modelli di lavoro e nuovi business non riguarda solo aspetti puramente organizzativi.

In gioco c’è una governance di nuovo livello che aiuterà i clienti finali a potenziare l’efficienza del business in virtù del fatto che le informazioni, condivise e messe in sicurezza secondo i migliori criteri di compliance, sono sempre aggiornate, puntuali e non ridondate, a tutto vantaggio di un’economia multicanale di nuovo livello.

In questo senso il canale può fare la differenza, diventando un partner strategico per tutte le aziende che stanno cercando un loro percorso di innovazione associato a nuove formule di comunicazione unificata, razionalizzata, controllata all’insegna della migliore business continuity.

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