Oracle Open World 2015

Oracle rafforza la strategia in ambito cloud

Introdotto un nuovo livello di certificazione di base per i partner, denominato Cloud Registered. La società ha poi annunciato una serie di nuove soluzioni sulla nuvola, oltre che il rafforzamento della partnership con Intel. Lanciando così la sfida ad Amazon e Microsoft

Pubblicato il 27 Ott 2015

Gianluigi Torchiani

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Larry Ellison, CTO di Oracle

Oracle è pronta a giocare la partita del cloud e a reggere l’impatto di una concorrenza sempre più aggressiva. È questa la principale novità che emerge dall’Oracle open World 2015 che si sta concludendo in queste ore a San Francisco. Il numero uno della compagnia, Larry Ellison, nel suo keynote, ha rivendicato una sorta di primogenitura del cloud da parte di Oracle, che ha massicciamente investito in soluzioni di questo tipo un decennio fa, quando ancora si parlava di software as a service e non di nuvola. Tanto che oggi quasi il 100% delle soluzioni Oracle possono essere vendute in modalità diverse da quelle tradizionali. Ma soltanto ora il mercato globale dei database (41,3 miliardi di dollari l’anno di giro d’affari) sta davvero iniziando a muoversi verso la nuvola. Un mercato che, manco a dirlo, è controllato per il 35% dalla stessa Oracle, mentre uno dei maggiori nomi del cloud, Amazon, al momento, non va oltre l’1%. Ma visti i tassi di crescita, la compagnia pensa bene di prevenire ogni eventuale rischio con una strategia più aggressiva rispetto a quella attuale.

Tanto che Ellison ha chiaramente indicato i nomi dei competitor di Oracle in questa nuova fase: Amazon, Microsoft e SalesForce, mentre invece ai tradizionali rivali SAP e IBM non si presterà più particolare attenzione, ha dichiarato il chairman. La strategia cloud, per ora, non ha portato clamorosi risultati in termini di giro d’affari: secondo il Wall Street Journal nell’ultimo trimestre la compagnia ha tratto 451 milioni di euro dalle versioni cloud delle sue applicazioni, meno di quanto atteso dagli analisti, più altri 160 milioni dalla versione non tradizionale sue infrastrutture. In generale, l’ultimo trimestre non è stato esaltante per la società, che ha osservato vendite al ribasso dell’1,7%.

Dunque a San Francisco Oracle ha decisamente rilanciato sulla nuvola: in particolare è stata annunciata una partnership con Intel, ribattezzata Project Apollo, che si propone di ridurre la complessità e migliorare le prestazioni dei sistemi cloud di Oracle, grazie al supporto della tecnologia Intel. Secondo i dati diffusi dalle due multinazionali, Apollo migliorerebbe le prestazioni del 50%, riducendo al contempo i tempi. L’obiettivo dichiarato è quello di conquistare i clienti legati ai tradizionali sistemi IBM.

Ellison ha poi sottolineato i punti che differenziano Oracle in ambito cloud: in particolare la società è l’unica, insieme a Microsoft a lavorare sul cloud in tre diversi ambiti come software, piattaforme e infrastrutture. Ma a differenza della casa di Redmond e degli altri giganti della nuvola, utilizza standard aperti per lasciare una maggiore libertà di scelta ai propri utenti finali. Che nell’ottica di Oracle, devono poter comunque scegliere in modo agile tra soluzioni tradizionali e quelle basate sulla nuvola. A San Francisco sono poi stati annunciati una serie di strumenti, soluzioni e servizi in ambito cloud, tra cui alcune specifiche per l’industria e l’e-commerce, così da rafforzare l’offerta complessiva. Sul costo dei servizi cloud offerti, infine, Ellison si è spinto a parlare di prezzi “competitivi” con quelli AWS, a testimonianza di una sfida sempre più diretta.

Che ovviamente coinvolge anche il vasto universo di partner Oracle, a cui ora la società californiana chiede con forza di impegnarsi nella vendita via cloud, che dovrà sempre più affiancare quella on premise, così da non perdere opportunità di business. La novità è l’introduzione di una nuova certificazione di base per i partner, chiamata Cloud Registered, che si affianca a quelle già annunciate lo scorso febbraio.

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