Strategie

Nella nuova Toshiba c’è sempre spazio per i vecchi valori di qualità e attenzione al cliente

In una fase delicata per l’azienda, la divisione Client Solutions acquista l’autonomia utile a concentrarsi sul mondo B2B puntando su versatilità e personalizzazione dei prodotti, con lo sguardo attento su IoT

Pubblicato il 27 Apr 2017

Giuseppe Goglio

toshiba

Arrivata negli anni a coprire un insieme di attività tra le più svariate, come tante altre multinazionali anche Toshiba più di recente è stata chiamata a fare i conti con una realtà diventata difficile da gestire. Sostenere un’offerta così ampia non era infatti più possibile di fronte al pericolo consistente di dover disperdere troppo le risorse. «Negli ultimi due anni, l’azienda è stata impegnata in una profonda fase di riorganizzazione, con l’uscita dai mercati non ritenuti più strategici – ammette Massimo Arioli, head b2b sales & marketing dell’azienda -. Sono state messe a punto nuove linee guida, con la volontà di concentrarsi maggiormente sul mondo B2B, da dove arriva il 90% del fatturato».

Nessuna dismissione

Punto fermo da cui ripartire, uno dei settori dove il marchio nel corso degli anni ha saputo tradurre al meglio i concetti di innovazione. «In particolare, è stata completamente riorganizzata la divisione PC, per creare maggiore efficienza nel mercato professionale – spiega Arioli -. Resta un settore per noi centrale, in costante cambiamento e dove di conseguenza siamo chiamati ad adeguarci». Una precisazione doverosa, di fronte alle voci ricorrenti di una prossima dismissione dell’intera offerta, sulla scia delle vicende negative incontrate del settore energia. «È vero che lasciamo il mondo consumer, ma proprio questo dimostra la volontà di voler restare competitivi – sottolinea Arioli -. Nel rispetto della nostra tradizione, intendiamo dedicare maggiore attenzione al valore rispetto ai volumi e di conseguenza la decisione viene naturale».

La divisione Client Solutions

Una ristrutturazione in effetti c’è stata, ma si è trattata di una pura operazione interna, finalizzata a ottenere quella flessibilità necessaria in un settore sempre molto esigente e dinamico. Una via anche per rilanciare l’entusiasmo e al tempo stesso sganciarsi da vicende corporate non sempre di aiuto. «La nuova divisione europea Client Solutions indica chiaramente la volontà di andare oltre il semplice prodotto. Agirà come sussidiaria della casa madre, ma in modo autonomo. Come ci piace definirla, una re-startup, concentrando tutta la produzione all’interno per assecondare meglio le esigenze dei clienti».

Portégé, non solo portatili

Punto forte della nuova offerta, tenuta a battesimo da importanti aggiornamenti del marchio storico di notebook Portégé, è una grande attenzione al mondo IoT. Qui, il semplice PC portatile diventa un tassello di una strategia molto più estesa. Puntando su un processo totalmente autogestito, dalle prime fasi di progettazione, all’assemblaggio fino al collaudo e l’assistenza, per eventualmente ricominciare dopo aver ascoltato i riscontri sul campo dei clienti, l’obiettivo è coprire più settori possibili di un mercato allettante per molti. «Parliamo di 117 miliardi di dollari su scala globale entro il 2020 secondo research.com. Già quest’anno, Business Insider stima come l’82% delle aziende adotterà un’applicazione riconducibile a IoT, un mercato ormai prossimo a scavalcare PC, tablet e smartphone».

Un cambiamento drastico

Toshiba Client Solutions non si ferma quindi solo ai notebook, e quando lo fa non si limita all’evoluzione tradizionale, spesso concepita come nuovi processori, memorie più potenti e spaziose o nuove connessioni. L’offerta è estesa al concetto di Zero client, poco più di un thin client portatile con nessun dato memorizzato localmente, e più in generale ai dispositivi IoT, prima di tutto gateway per la raccolta di dati wireless, occhiali interattivi o telecamere di controllo per veicoli, già integrate nei sistemi di analisi.
Nell’insieme, un cambiamento drastico con una importante sterzata a livello strategico, utile a smarcarsi dai destini non sempre controllabili di una grande azienda internazionale. A livello locale, da tradurre puntando invece su certezze coltivate nel tempo. «Il nostro modello distributivo resta invariato – conclude Arioli -. Con i grandi clienti strategici trattiamo in modo diretto, anche se alla fine la vendita vera e propria resta gestita dai partner. Avvieremo naturalmente un programma di aggiornamento per la nuova offerta, ma non viene assolutamente messo in discussione il principio per noi fondamentale di massima tutela per il canale».

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