Storage

La via privata del cloud passa per il Nas



Forte della maggior convenienza, pratica ed economica, di realizzare una struttura interna, Western Digital rinnova la gamma di hard disk destinati all’archiviazione in rete, con due linee distinte per tecnologia e capacità, rivolte a piccoli gruppi di utenti e medie aziende

Redazione TechCompany360

Pubblicato il 25 Lug 2014


Davide Vento, business manager Western Digital

All’apparenza, tutti gli hard disk sono uguali, mentre in realtà sono ben diversi i ruoli che i supporti di memoria di massa sono chiamati a svolgere. Rispetto al normale utilizzo di un pc utente, le unità dedicate a funzioni di backup o allo streaming devono soddisfare requisiti ben distinti in termini di prestazioni, capacità e soprattutto affidabilità. Su queste basi qualche tempo fa Western Digital ha messo a punto una linea concepita espressamente per il mondo Nas, anche alla luce delle prospettive di crescita giudicate interessanti. «Il mercato cambia, c’è maggiore esigenza di capacità e conservazione dei dati – spiega Davide Vento, business manager dell’azienda -. Osserviamo una maggiore sovrapposizione in termini di ricerca di dati e relativo spazio utilizzato, sia a livello consumer sia in ambito aziendale. A questo contribuisce in misura importante la Web technology, per esempio con i filmati delle telecamere o la diffusione dei video».

Alla luce di riscontri considerati positivi della propria linea di unità per Nas WD Red, la decisione di procedere con un aggiornamento dell’offerta non è stata difficile. Spazio quindi a unità da 5 o 6 TB per l’offerta di base, affiancando la novità di WD Red Pro, con una densità fino a 16 alloggiamenti e capacità del singolo elemento fino a 4 TB. «Il primo va a collocarsi nel mercato Nas diskless, ma anche nel mercato Das, un settore intorno ai mille dollari di investimento – precisa Vento -; mentre il secondo si addice ai sistemi configurabili più frequenti in aziende di maggiori dimensioni».

Per entrambi, la possibilità di contare sull’aggiornamento di NASware 3.0. «Abbiamo migliorato il supporto Raid, aumentando anche affidabilità e assecondando la crescita di capacità – riprende Vento -. L’obiettivo è migliorare le prestazioni riducendo la possibilità di errori in lettura e scrittura». Punto forte per le ambizioni dei nuovi modelli è inoltre la compatibilità con 17 produttori che hanno già certificato i dischi, per un totale di 150 modelli presenti sul mercato.

La grande attenzione posta nella ricerca della massima affidabilità, ha portato ad alcune scelte precise in materia di configurazione hardware. «WD Red ha una capacità per piatto di 1,2 TB e utilizza la tecnologia Intellipower per gestire la velocità di rotazione variabile, rispondendo quindi meglio alle variazioni nella richiesta dei dati. Per i WD Red Pro invece, abbiamo preferito optare per piatti più piccoli, da 800 GB, per limitare le vibrazioni. Nel caso di applicazioni Nas con dieci e più dischi infatti, si possono avere vibrazioni ridondanti che causano errori. Per la stessa ragione, in questo caso si usa la velocità fissa da 7.200 rpm».

Parlare di aumentare la propria capacità di memorizzazione fisica in tempi di cloud computing potrebbe a prima vista apparire quasi un controsenso. Eppure, può essere proprio da questo cambiamento che arriva una ragione in più per guardare ai Nas con rinnovato interesse. «Se guardiamo alle attuali offerte di spazio remoto e le valutiamo in base al costo per gigabyte, ci accorgiamo che spesso hanno un prezzo di gran lunga più elevato delle unità fisiche – sottolinea Vento -. Può risultare invece più vantaggioso realizzare un cloud privato, per poter contare su un’organizzazione più flessibile e un accesso più rapido, aumentando anche la capacità a disposizione».

Quando si parla di prodotti e relativi servizi proposti alle aziende però, la qualità dell’offerta non è sufficiente, ed è proprio su questi aspetti che WD punta ad creare divario con la concorrenza. «In Italia siamo gli unici produttori di hard disk presenti fisicamente sul territorio con forze locali – conclude Vento -. Questo ci permette una maggiore conoscenza del mercato locale, ma soprattutto stare più vicino alle esigenze di nostri clienti. Possiamo garantire il contatto diretto anche tutti i giorni, raccogliendo impressioni e cercando di dare pronte risposte ai problemi».

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