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Francesca Moriani, Var Group: Non acquisizioni ma “business combination” per facilitare la digitalizzazione dell’industria italiana

A colloquio con l’AD di Var Group: tante acquisizioni per arricchire il portafoglio di competenze e tecnologie e una chiara visione su PNRR e digitalizzazione del sistema industriale italiano nel segno della semplificazione

Pubblicato il 16 Giu 2021

Maria Teresa Della Mura

Francesca-Moriani-AD-di-Var-Group (1)

“Un’azienda in continua evoluzione. Non ci siamo mai fermati e tantomeno lo faremo ora che abbiamo dato una fortissima accelerazione al nostro percorso”.
Sono queste le parole con cui Francesca Moriani, Amministratore Delegato di Var Group, descrive l’azienda da lei guidata, protagonista, in queste ultime settimane, di numerose acquisizioni.
“Tante acquisizioni si sono viste negli ultimi dodici mesi, anche nonostante il COVID, e tante se ne vedranno quest’anno, perché l’obiettivo di Var Group è e resta quello di accompagnare al meglio e di affiancare le aziende italiane del mondo industriale nei loro percorsi di innovazione. Per farlo abbiamo bisogno di fare un continuo upgrade di skill e competenze e abbiamo bisogno di allargare il nostro portafoglio di offerta”, continua Francesca Moriani.ù

Una logica di business combination nelle acquisizioni di Var Group

Di Var Group Moriani sottolinea quanto l’azienda abbia un approccio “totalmente imprenditoriale e industriale, anche se la holding è quotata in Borsa”. La logica operativa viene dunque descritta come “industriale e mai finanziaria”, tanto che più che di acquisizioni, Francesca Moriani preferisce parlare di “business combination”, vale a dire di operazioni attraverso le quali si vanno a identificare aziende fortemente skillate e verticalizzate su temi specifici sui quali Var Group è meno presente e strutturata, per costruire insieme a loro un piano industriale che dia forza a entrambe.
“Non è un caso che gli imprenditori che si uniscono al gruppo restano parte attiva dell’azienda. Il nostro ingresso nel capitale può essere di minoranza o di maggioranza, ma non arriva mai al 100%, perché preferiamo ragionare in una logica di imprenditorialità diffusa”.
Di fatto, nella logica il Var Group, l’imprenditore da un lato deve mantenere il focus sul proprio core business, dall’altro deve diventare manager all’interno di una grande organizzazione.
“È un modello che funziona, perché le persone si sentono sia partecipi del gruppo sia legati al proprio business sul quale continuano a investire”.

Focus sulla trasformazione del mondo industriale

C’è poca Pubblica Amministrazione nel focus strategico di Var Group: “Siamo nati e cresciuti all’interno dei classici distretti industriali prima con le piccole imprese, e via via con le realtà più grandi. Oggi siamo i partner del cambiamento delle imprese italiane. Le aziende hanno finalmente preso consapevolezza di quanto gli investimenti in piattaforme digitali siano cruciali per la sopravvivenza e per la loro competitività e noi siamo qui per accompagnarle”.
La pandemia ha sicuramente contribuito a questa accelerazione, prima con investimenti tattici, dal momento che moltissime imprese “non erano assolutamente strutturate per lo Smart Working e lo dimostra la quantità di portatili che abbiamo venduto nel marzo dello scorso anno”, poi con una graduale presa di consapevolezza.
“Il nostro rapporto con i clienti è molto cambiato. Adesso ci stanno coinvolgendo anche nei loro disegni strategici, ci considerano come consulenti che ascoltano le loro esigenze di business e cercano e migliori soluzioni che possano rispondere a queste esigenze. Non a caso stiamo facendo molti assessment e due diligence nelle organizzazioni, perché oggi c’è la consapevolezza di non aver fatto abbastanza e di non aver capito quanto si possono sfruttare le piattaforme digitali per migliorare i processi interni. Ma anche se qualche timore permane, oggettivamente c’è stata una bella accelerata”.

Tra PNRR e Transizione 4.0: obiettivo semplificazione

Un’accelerazione che trova sponda anche nel PNRR e nel Piano Transizione 4.0 e che, nella visione di Var Group, incoraggia la creazione di percorsi di collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti.
“Nessuno può proseguire da solo in questi percorsi di trasformazione. Non possono farlo i clienti, non possono farlo i vendor, non possono farlo le startup, non possiamo farlo noi. E qui sto citando i quattro attori fondamentali della trasformazione: la volontà è proprio quella di unire le forze”.
Non è un pour-parler, ma qualcosa di molto più concreto.
“In ambito industriale stiamo cercando di creare delle offerte dedicate, corredate di attività di consulenza specifica. Vogliamo poter offrire ai clienti soluzioni per la trasformazione digitale che siano automaticamente riconosciute all’interno del Piano. Stiamo lavorando sia con i vendor nostri partner, sia con partner del mondo della consulenza. Vogliamo costruire proposte semplici, che liberino i nostri clienti dai timori dell’eccesso di burocrazia: il nostro obiettivo è semplificare tutta quella che è la burocrazia a monte per garantire al cliente un investimento che possa rientrare all’interno del PNNR”.

I freni alla trasformazione delle imprese

Il desiderio di semplificazione nasce anche dalla consapevolezza del fatto che le imprese italiane sanno perfettamente di dover cambiare, e in questo momento hanno anche ben chiaro che ci sono fondi che supportano il loro percorso, ma “restano immobilizzate dall’incertezza: dove investo? Quanto investo? Quando comincio a vedere i primi benefici? Dove vado?”.
“In realtà – prosegue Moriani – le piattaforme digitali oggi sono pervasive, entrano nel merito di qualsiasi processo aziendale, interno ed esterno. Succede che i clienti non abbiano le idee chiare: hanno paura di perdere investimenti e di perdere troppo tempo. Ed è qui che il nostro ruolo è accompagnarli in questo percorso. Oggi noi di questo parliamo con gli amministratori delegati, con i decisori aziendali: dove andare a investire, cosa porta benefici, come digitalizzare intere filiere per poter beneficiare dell’utilizzo delle piattaforme, condividendo al meglio le informazioni e i processi”.

L’attenzione alle startup

Attori che non possono mancare negli ecosistemi nei quali opera Var Group sono anche le startup. “È importante coinvolgere nei processi di trasformazione i nativi digitali, che devono essere parte attiva della trasformazione perché portano la voglia di fare le cose in maniera diversa, la capacità di rompere gli schemi mentali.  Credo però che la loro esuberanza abbia anche bisogno di essere incanalata. Oggi il problema non sono i soldi, né le idee interessanti. Manca magari un po’ di spirito imprenditoriale, manca qualche figura senior a supporto: ed è a questo che servono gli ecosistemi”.
Gli ecosistemi servono a far incontrare una eterogeneità di figure, dal cliente alla startup, al partner tecnologico e di piattaforma, con l’obiettivo di “condividere esperienze, perché solo con la condivisione possiamo non perdere tempo e investimenti, quindi accelerare i tempi e raggiungere gli obiettivi più velocemente”.

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