Mobilità

Perché Uber si è messa a fare Google Maps

L’app ha annunciato la prossima integrazione del supporto agli orari in tempo reale dei mezzi pubblici. Una resa? Forse si

Pubblicato il 18 Mag 2017

Paolo Longo

uber trasporti pubblici

Googlemaps. Vuoi conoscere l’orario di arrivo del tram o della linea che porta in centro? Semplice, basta aprire l’app di Uber. Si, è proprio così, non c’è un errore di battitura: Uber sta per diventare la Google Maps del trasporto pubblico. Ad annunciarlo è stata la stessa azienda con sede negli USA, che ha spiegato le novità che arriveranno con il prossimo aggiornamento del software per iPhone e Android, che vedrà l’integrazione delle informazioni, in tempo reale, sulle corse in arrivo e in partenza da una specifica fermata. Lo farà grazie alla partnership con Transit, un servizio canadese che già opera in più di 125 città a livello globale e che consentirà a Uber di aggiungere all’offerta di chiamata di un mezzo privato quella di gestione degli spostamenti urbani su ruote e binari.

Uber come Google Maps
Uber come Google Maps

Perché questo cambio di strategia? Potrebbe sembrare che Uber in questo modo snaturi la sua essenza ed effettivamente è così. Non solo in Italia ma in tante altre città, il servizio di noleggio conducente è vietato, perché non ancora contemplato a livello legale, e dunque il rischio è un lento e inesorabile declino per un’app che, a suo modo, ha contribuito a smuovere le carte in tavola di un modus operandi troppo legato a schemi del passato. La volontà di porsi comunque come una piattaforma utile per i clienti ha spinto Uber ad allargare i propri orizzonti, fino a scendere a compromessi con quelli che sono mezzi di trasporto rivali di ciò che offre. Da un altro punto di vista, la mossa potrebbe essere letta come la volontà, per la compagnia, di spingere metodi di spostamento intelligenti, che scoraggino l’uso di un mezzo privato a favore di quelli pubblici, per un impatto ambientale minore. Sarà così, ma c’è di concreto che Uber non è più la stessa e il rischio di confondersi nella giungla delle app simili a Maps e Citymapper è sempre più reale.

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