La tradizione non si tradisce, soprattutto se funziona. La sedicesima edizione dell’Arrow University ha confermato anche quest’anno la bontà della sua formula, ricevendo apprezzamenti dai dealer intervenuti e dai numerosi vendor sponsor. Apprezzamenti facilmente valutabili da un aumento delle presenze rispetto all’edizione passata, con 600 iscritti complessivi e 31 vendor espositori, i quali si sono susseguiti nella fitta agenda di 46 workshop. Anche la location è sempre la stessa: Villa Quaranta, alle porte di Verona, crocevia ideale per intercettare gran parte dei system integrator del Centro-Nord Italia.
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Arrow University: formula vincente che non si cambia
«L’evento ha una formula che ormai è collaudata – ha commentato Federico Marini, managing director di Arrow ECS Italia -. Per noi si tratta di una comfort zone ben collaudata, visto che siamo arrivati alla sedicesima edizione in 15 anni di vita della società. Quest’anno abbiamo la partecipazione della maggior parte dei brand che abbiamo a listino e che erano presenti anche la scorsa stagione, più qualche new entry, come Carbon Black, azienda di security che, non essendo presente con filiale, Arrow rappresenta sul mercato italiano. Oltre ad ospitare i nostri “cugini” Arrow per la parte di componentistica».
Vendor vecchi e nuovi
Un portfolio d’offerta del distributore abbastanza stabile nei brand, con leggere fluttuazioni, come nel caso Gigamon, che esce dall’offerta e che lascia il posto a Ixia, brand di testing e sicurezza per le reti. Ma lavori sono in corso per aggiungere altri nomi. Anche se Marini ancora non può sbilanciarsi, anticipa solamente che si tratta di 3 importanti vendor in area networking e cloud. «A livello di security direi, invece, che l’offerta è ormai completa, avendo a portfolio tutte le tecnologie possibili – riprende il managing director -. L’offerta networking è invece destinata a crescere come anche aumenteremo gli sforzi sul cloud computing, arricchendo il nostro Arrow Marketplace, allineandoci alle altre filiali di Arrow all’estero. Su quest’ultimo, in particolare, vogliamo fornire servizi a supporto proprio di quelle aziende partner che vorrebbero affrontare il mercato cloud pur senza avere una propria offerta, consentendo loro di appoggiarsi al nostro marketplace. A riprova che un distributore può continuare a far valere il proprio ruolo anche nel cloud».
Una diversificazione del business del distributore che, sa quando era concentrato unicamente sulla sicurezza, ora comprende anche networking e storage, business unit a cui ora se ne aggiunge una sull IoT, trasversale alle due divisioni ECS e Componentistica, nella logica del “One Arrow”, destinata a sviluppare congiuntamente progetti in ambito Internet of Things.
Arrow University: La sicurezza rimane un problema culturale
Un lavoro di supporto ai dealer e ai system integrator che il distributore esegue insieme o per conto dei vendor che rappresenta. Tra questi Check Point, di cui Arrow rappresenta il distributore più importante, su cui il vendor fa affidamento sia dal punto di vista economico, sia per il suo lavoro di evangelizzazione del canale e del mercato in generale. «Il nostro focus si è ormai stabilizzato sulla difesa dai ransomware – dichiara David Gubiani, Security Engineering Manager di Check Point Italia -. Certo non nuovo, ma dove ancora c’è moltissimo da fare, soprattutto in termini di cultura sui clienti, i quali non perdono l’abitudine di cliccare dove non dovrebbero. E questa debolezza è sempre più sfruttata in maniera subdola dal cybercrime, che ne sta facendo un business estremamente redditizio, e sul quale sono disposti a spendere grandi capitali in ricerca e sviluppo. I prodotti per combatterli ci sono, ma bisogna, ovviamente, volere investire. Sunblast Agent Antiransomware è la risposta di Check Point, alla quale si associano altre soluzioni che fanno forensic e che descrivono quanto è successo. Tutti strumenti che concorrono ad abilitare il business aziendale, non a rappresentare una spesa. Ma per sviluppare una cultura di questo tipo, bisogna cambiare radicalmente il modo di guardare alla sicurezza. Partendo da lontano. Per questo Check Point è attiva anche attraverso la presenza nelle scuole, per fare formazione preventiva».
Arrow University: La sicurezza sincronizzata per non lasciare spazio al cybercrime
Cambiano le modalità e la virulenza degli attacchi e cambia, ovviamente, anche la maniera di rispondere alle minacce, cercando di coprire tutte possibili vulnerabilità. Sophos da anni è distribuito da Arrow, il quale è stato il primo distributore del vendor in Italia «E ancora rappresenta il primo in termini di volumi – dichiara Marco D’Elia, country manager Italia di Shopos -, supportandoci per la parte formativa e di certificazione, in un’ottica di outsourcing completo. La soddisfazione è reciproca, e il nostro approccio alla sicurezza con la modalità Synchronized Security, su cui stiamo fortemente investendo, ci sta facendo raggiungere risultati molto positivi, con crescite worldwide del 20% (in Italia ben oltre ancora) che ci stimolano a continuare con ulteriori acquisizioni in modo da avere un’infrastruttura integrata e gestibile da un’unica console.
Qui alla Arrow University stiamo insistendo sul concetto di Next Generation End Point Protection, che caratterizza la nostra offerta, che evolve verso un approccio da machine learning che adatti o identifichi il comportamento in base alle situazioni. Infatti l’antivirus, da solo, non basta più, ci vuole qualcosa che associ antivirus, machine learning, exploit protection e cifratura dei dati sottratti. In definitiva si attiva quella Syncronized Security, che ha competenze di end point e di firewall, che fa comunicare i sistemi di protezione end point con tutti gli altri sistemi di protezione attivati».
Arrow University: la garanzia di accedere a servizi sicuri
Ma la nuova sfida oggi, con il dissolversi progressivo dei perimetri aziendali, è garantire la sicurezza di tutto quanto risiede in cloud, dove le aziende stanno ormai spostando gran parte delle proprie attività e applicazioni, in modo da renderle fruibili da remoto, mentre i fornitori sposano sempre più la logica dell’as a service. Terreno d’azione di F5 networks, che si affida ad Arrow per gestire la propria rete di system integrator specializzati, chiedendo al distributore scalabilità, capillarità sul territorio e il trasferimento dei propri messaggi al mercato. «Siamo nell’era delle applicazioni critiche che devono essere garantite in sicurezza – dichiara Maurizio Desiderio, country manager Italia e Malta di F5 Networks -, ma questi sono anche gli anni del Cloud, che deve essere sicuro. Le aziende si stanno via via spostando su architetture complesse basate su cloud, e spesso è multiplo, associando diversi cloud per non vincolarsi a un unico provider e per evitare problemi commerciali ma anche di rischi di business. In un panorama simile, quindi, la gestione deve essere semplificata, demandandola a terze parti. Il nostro obiettivo è proprio di fare da collante, per garantire che l’erogazione di servizi attraverso applicazioni venga gestita in maniera univoca a prescindere da dove questi vengano erogati, sia da cloud sia on premise. In definitiva, creiamo una sorta di “bolla” che contiene tutto ciò che serve per lo svolgimento dell’applicazione, in maniera sicura e univoca. Full Proxy è il nome dell’architettura di application delivery di F5 Networks, una “bolla” che rende più facile spostarsi da un ambiente all’altro a garanzia dell’erogazione dei servizi e, nel contempo, garantirne la protezione».
Arrow University: il cloud pubblico (sicuro) alletta le medio-grandi aziende
Un cloud sicuro che non esclude il cloud pubblico, verso il quale sempre più aziende vendor stanno guardando, per offrire ai propri clienti architetture flessibili e a servizio dove far risiedere dati e applicazioni. E sul quale sta puntando Barracuda, azienda in piena fase di transizione verso il cloud pubblico, mediante partnership con Amazon Web Services e Google, per il quale chiede supporto importante ad Arrow. «Arrow, con cui collaboriamo da 3 anni, ha l’approccio al mercato che si adatta perfettamente alla nostra strategia, con una modalità molto affine alla nostra – dichiara Stefano Pinato, country manager Italia di Barracuda – e che ci riesce ad assicurare copertura del territorio e supporto dedicato. Noi intanto possiamo dedicarci alla transizione di parte del nostro business verso il cloud pubblico, aumentando la quota a servizio della nostra offerta. Una svolta che ci sta portando ad aumentare la vendita di tecnologie su cloud rispetto a quella on premise, in linea con la tendenza dei nostri clienti, che stanno via via a prendere confidenza con il cloud. Una tendenza che i system integrator stessi stanno seguendo. Per quanto riguarda i cloud pubblici, Barracuda mette a disposizione i propri firewall, i Web Application Firewall e l’anti Spam. Quindi siamo impegnati sul fronte GDPR e, infine, sull’IOT. I nostri firewall, infatti, sono disegnati per ambienti distribuiti, e possiamo gestire grandi volumi di firewall attraverso dispositivi automatizzati connessi in rete».
Gestire anche l’IoT in sicurezza
Dell’esigenza di gestire la protezione dell’IoT è pienamente consapevole Trend Micro, che proprio nel varo della divisione IoT da parte di Arrow ha visto un ulteriore motivo di affiancamento: «Abbiamo iniziato a investire su IoT, attraverso una specifica Business Unit – afferma Martina Mulas, Senior Manager, Strategic Partners & Channel Trend Micro Southern Europe -, nella quale vi lavorano manager asiatici, da tempo all’avanguardia su questi temi. L’obiettivo è di sviluppare soluzioni per l’Internet of Things, il cui rilascio è previsto entro il 2020. Intanto in Italia un primo passo lo stiamo facendo iniziando a sensibilizzare la parte industriale e Scada, non ancora prettamente IoT, ma che guarda in quella direzione. Intanto ci stiamo concentrando sulla parte alliance e, in particolare su quella cloud, per mantenere l’evoluzione dei nostri prodotti al passo con le nuove tecnologie che si stanno mostrando sul mercato. Per il resto, Trend Micro continua inarrestabile nella sua crescita, con investimenti importanti da qui ai prossimi 3 anni, con persone nuove, account nuovi e nuove figure sales per essere sempre più presenti sul mercato. Persone commerciali con livello tecnologico, due mondi che dobbiamo fare convergere. La tendenza è creare delle figure di prevendita che siano abilitate anche alla vendita, perché ci vuole sempre più competenza capire e spiegare le tecnologie ai clienti, ponendosi come consulenti nei loro confronti. Da qui l’organizzazione della Trend Micro Academy, svolta a Novembre, un nuovo appuntamento annuale con le prersone tecniche dei partner e degli alliance, per trasferire skill tecnici sulle nostre soluzioni.