Un sognatore, con uno sguardo molto concreto, tanto entusiasmo e la capacità di cogliere le sfumature del mercato, nonché di circondarsi di persone in grado di portare la propria unicità in azienda. Davide Donna, cofounder Co-Ceo e Coo di The Information Lab Italy & Spain, nonché Ceo di Nimbus Intelligence, parla con modestia e passione della sua esperienza alla guida delle due società di consulenza (specializzate in soluzioni di data analytics e AI) e della sua idea di innovazione, ponendo l’accento su temi come l’inclusività e l’importanza di creare valore positivo per il mercato, le persone, la società.
“Ho sempre avuto la curiosità e il desiderio di dar vita a qualcosa che potesse generare un impatto positivo – racconta Davide -. Mi sono laureato in ingegneria occupandomi di energie rinnovabili e per i primi dieci anni della ma carriera ho lavorato in una multinazionale americana che progettava motori diesel ‘puliti’ per il mercato statunitense, un ambito caratterizzato da sfide tecniche rilevanti”.
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Davide Donna, le origini del percorso
In quegli anni, però, cresce in Davide la convinzione di voler costruire qualcosa in autonomia. La svolta arriva quasi per caso: ritrova, infatti, un compagno dell’adolescenza, Emanuele Farotti, che, in quel periodo, collaborava per un’azienda inglese che si era data l’obiettivo di innovare il mondo dei dati e degli analytics. “L’iniziativa, in Inghilterra, stava andando molto bene – spiega Davide – ed era un’idea affascinante, in Italia ancora poco compresa ed esplorata. Io, invece, ero pronto: avevo voglia di qualcosa di nuovo, concreto e, finalmente, allineato a ciò che immaginavo da tempo”.
In partnership con la società anglosassone, nel 2015, Davide con l’amico Emanuele (oggi Co-Ceo e Cio) danno vita a The Information Lab Italia, all’interno del network internazionale. Davide continua, però, a vivere con discrezione il termine “imprenditore”, che per lui rimanda, con grande rispetto, a chi ha costruito imprese affrontando investimenti economici ingenti e rischi molto elevati.
“Nel digitale, invece, il valore risiede soprattutto nel capitale umano, nel tempo dedicato, nelle competenze che si sviluppano, nella credibilità che si sa generare”.
Responsabilità, dinamicità, intuito, capacità di cogliere il nuovo che arriva
Eppure, caratteristiche imprenditoriali tipiche, tra cui responsabilità, dinamicità, intuito, capacità di cogliere il nuovo che arriva, di lasciarsi accendere dalle idee e riuscire a trasformarle in progetti concreti, fanno pienamente parte del percorso di Davide Donna.
“Mi riconosco un approccio creativo e talvolta non convenzionale che, unito con la competenza tecnica, la pragmaticità e la visione strategica di Emanuele, ci hanno portato a raggiungere risultati superiori alle nostre aspettative – riflette Davide -. Ma il nostro è stato un vero salto nel buio. Non conoscevamo il mercato in cui stavamo entrando: io portavo con me un’esperienza umana e manageriale maturata in un settore diverso ed Emanuele competenze consulenziali, sviluppate tuttavia in un altro Paese. Credevamo, però, nelle potenzialità del progetto e nella forza del digitale di rivoluzionare non solo il posizionamento delle aziende, ma anche il ruolo delle persone al loro interno. Il nostro obiettivo era, e continua a essere, quello di diffondere conoscenza e cultura del dato per far emergere valore reale su tutti i fronti: aiutare i nostri clienti a crescere, includere il più possibile gli utenti di business nel processo di crescita e permettere ai profili tecnici di affermarsi come veri innovatori”.
Un modello basato su inclusione e capitale umano
Un concetto in cui Davide crede profondamente e che applica anche all’interno della sua organizzazione, avendo scelto di operare nel rispetto dell’inclusione e della diversità, oltre che in termini di sostenibilità ambientale e sociale. “Per noi è importante circondarci di persone “diverse da sé” e che ogni collaboratore possa portare in azienda le sue peculiarità e i suoi tratti distintivi, che non devono necessariamente derivare da percorsi di studi eccellenti o da istituti e atenei titolati. Gli outsider sono i benvenuti: persone genuine, aperte agli altri, dinamiche e capaci di ascoltare e di mettersi in gioco. Cerchiamo competenze, certo, ma non la conoscenza assoluta (i collaboratori vengono formati all’interno di un programma aziendale di cinque mesi chiamato Data Academy, ndr), quanto piuttosto la condivisione dei valori, la volontà di lavorare insieme verso un obiettivo comune e l’umiltà e la disponibilità a porre in circolo il proprio sapere, arricchendo il gruppo con esperienze e idee, per crescere e far crescere gli altri”.
Numeri, riconoscibilità e scelte strategiche
Un modello che clienti e collaboratori riconoscono e apprezzano, e i numeri lo confermano: in dieci anni di attività, tra la realtà italiana, la società gemella in Spagna e il recente spin-off, il gruppo conta oggi oltre 130 dipendenti, circa 15 milioni di euro di fatturato e più di 300 clienti, di ogni settore e dimensione. “Siamo entrati nel mercato puntando su tecnologie innovative – precisa Davide -, ma per restarci è necessario essere ancora più disruptive, concentrarsi su ciò che è davvero strategico per le aziende, parlare con i clienti e comprenderne con precisione le esigenze. Il mondo sta cambiando velocemente, soprattutto con l’arrivo dell’AI, ed è fondamentale non sbagliare direzione tecnologica: bisogna mantenere entusiasmo, lucidità, visione e, allo stesso tempo, razionalità, per capire cosa continuare a proporre dell’esistente e in che nuovi ambiti investire, in modo coerente con la propria identità e value proposition”.
Dopo aver intuito, già agli esordi dell’azienda, il valore strategico della data visualization e del data reporting, oggi lo sguardo innovativo di Davide Donna e del suo socio si concentra sulle opportunità legate al backend AI engineering, terreno da cui è nata, come evoluzione strategica, anche Nimbus Intelligence. “Le aziende devono continuare a trasformarsi, aprendosi magari anche a partnership capaci di generare sinergie e permettere di competere con i grandi player. È un settore che evolve rapidamente e che, per natura, non conosce confini”.
Equilibrio, tempo e leadership consapevole
Il vero confine, per Davide, è sempre stato il tempo, che nei primi anni da “imprenditore” dedicava quasi esclusivamente al lavoro. “Poco per volta ho capito che, per continuare a crescere, era indispensabile costruire una struttura interna solida, con responsabilità distribuite in modo chiaro. Quando l’organizzazione si consolida, accade qualcosa di prezioso: si libera spazio mentale e si recupera tempo da dedicare alla propria vita personale. Anche lo stress diminuisce, perché non ci si sente più soli a sostenere ogni decisione e ogni urgenza. Allo stesso modo, con grande equilibrio, è comunque fondamentale essere presenti accanto ai propri manager, così da cogliere esigenze interne, favorire la crescita delle persone e non perdere di vista nuove opportunità di business”.
Il “salotto culturale del dato”: quando l’ufficio diventa luogo di scambio
Alleggerita la pressione quotidiana, Davide ha ritrovato quella leggerezza di pensiero che da sempre lo caratterizza e che gli consente di lasciarsi ispirare dalle situazioni e di sperimentare nuove strade. “Cerco di prendermi cura della mia mente, di stimolarla e arricchirla. Sono un grande appassionato di storia e di viaggi, e negli ultimi anni mi sto dedicando anche a corsi di teatro. Credo, infatti, molto nella cultura come leva di crescita, per le persone e per le aziende. La trasformazione delle organizzazioni attraverso i dati non può avvenire solo tramite la tecnologia: richiede un nuovo mindset e, più in generale, un vero percorso di change management. Per questo, tutto ciò che favorisce cultura, dialogo, confronto e condivisione diventa un valore. Ci piace definire il nostro ufficio “il salotto culturale del dato”: organizziamo spesso incontri ed eventi e, un paio di volte all’anno, anche vernissage aperti al pubblico, invitando artisti a realizzare opere ispirate al nostro lavoro”.
L’importanza delle radici familiari
È solo in chiusura di intervista che Davide apre una parentesi più personale, quasi a voler raccontare l’origine di quella curiosità, dell’interesse per la cultura e della ricerca di equilibrio che oggi lo caratterizzano. “Molto di ciò che sono – riflette – nasce da quello che la mia famiglia mi ha trasmesso. Soprattutto mio nonno, che ha avuto un ruolo decisivo nella mia crescita”. Dopo la guerra, infatti, il nonno di Davide Donna fondò un’azienda manifatturiera che seppe far crescere anche a livello internazionale, ma che incontrò una crisi tale da non poter proseguire sul mercato.
“È lui l’imprenditore a cui, automaticamente, penso: un uomo forte, intraprendente, che ha rischiato molto a sue spese, e che ha dedicato all’azienda tutta la sua energia. Da lui ho ereditato il seme della passione, l’inclinazione per il nuovo, il desiderio di crescere, far crescere, condividere un’idea e coinvolgere le persone; dai miei genitori l’interesse per la cultura, il senso di umanità e l’importanza del tempo condiviso. In generale, è grazie a loro se ho compreso quanto sia importante mantenere un equilibrio: mettere impegno e determinazione nel lavoro, ma anche gestire le energie in modo sostenibile e preservare spazi personali che aiutino a mantenere benessere e, al contempo, lucidità nelle scelte”, conclude Davide Donna.
Una consapevolezza che oggi si riflette nel suo modo di interpretare la leadership, e che si traduce in un modello d’impresa capace di crescere valorizzando le persone, mettendo in circolo il loro potenziale e mantenendo sempre alta l’attenzione verso l’innovazione.









