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Sviluppatori IoT: System Integrator che guardano oltre l’IT



Cosa fanno, dove trovarli, quali competenze devono sviluppare. Gli sviluppatori che approcciano l’IoT devono partire dal concetto di integrazione, nell’ottica di un ecosistema di tecnologie e di specializzazioni. Con l’aiuto dei distributori

Loris Frezzato

Pubblicato il 16 Set 2019


I System Integrator stanno attraversando una fase evolutiva importante, che li sta portando ad affrontare nuovi ambiti fino a oggi poco o per nulla esplorati dal proprio business tradizionale. Uno tra questi ambiti che sta stimolando l’interesse di questi operatori è l’IoT, nuova frontiera dell’integrazione, nel reale senso del termine, che potrà trasformare o estendere la connotazione dei system integrator così come li abbiamo conosciuti fino a oggi, a quella di sviluppatori IoT.

Sviluppatori IoT: la logica dei dati dietro il concetto dell’IoT

L’Internet of Things (IoT) si fonda sul concetto della trasmissione e condivisione dei dati. Dati generati da dispositivi, oggetti, che poco hanno a che fare con i classici device con cui vengono normalmente generati e trasmessi i dati, quali pc, notebook, tablet, smartphone.

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Dati raccolti da dispositivi dislocati che vengono poi “dati in pasto” ai sistemi centrali, in grado di filtrarli e analizzarli e di ricavarne informazioni, tante informazioni, molte delle quali possono essere estremamante utili alle aziende, sulla base delle quali possono intraprendere, o meno, determinate azioni utili al proprio business.

Sviluppatori IoT: non solo i dispositivi IT trasmettono dati

Tanti dispositivi, molto diversi tra di loro. Oggetti veri e propri, senza per forza avere un’anima IT. Che hanno in comune il fatto di essere connessi alla rete e di essere dotati o abbinati a dei sensori, ossia apparecchiature in grado di emettere segnali sulla base di parametri predefiniti, al variare degli stessi, e inviare tali segnali attraverso un sistema di network.

sviluppatori iot

L’OT e l’IT si uniscono nei progetti IoT

Dispositivi che appartengono a mondi fino a oggi paralleli a quello dei system integrator IT: il mondo dell’elettrico, dell’elettronica, dell’OT (Operational Technology), ossia di quella categoria di prodotti, hardware e software, che misurano e controllano le performance degli oggetti, delle macchine, insomma dei device non IT. Mondi che fino a oggi non hanno avuto molti elementi in comune, ma che i nuovi paradigmi dell’IoT sta facendo incontrare. Si incontrano le tecnologie e si incontrano anche le relative categorie di operatori, che lentamente stanno tentando di convivere, mettendo in sinergia le loro, complementari, specializzazioni.

I sensori: fonti di dati che diventano oro nelle mani degli sviluppatori IoT

I dati che arrivano al centro, sono quelli che sono prodotti dai vari dispositivi, spesso oggetti, preposti a inviare, attraverso la rete, variazioni di stati/situazioni/condizioni predefinite. Si tratta di sensori, i quali rappresentano i veri protagonisti dei progetti IoT, introducendo, di fatto, oggetti non IT in un contesto prettamente IT, accomunati dal fatto che entrambe le “famiglie” di dispositivi, lavorano sui dati.

Tali sensori sono applicabili e sfruttabili nei più disparati ambiti: dai macchinari preposti alla produzione industriale, ai sistemi per le auto, la logistica, il mondo dell’healthcare, in tutte le forme di monitoraggio, dal clima, alle utilities, alla logistica, e via dicendo. I dati emessi da tali sensori vanno poi filtrati, compattati e selezionati attraverso un sistema dotato di microcontrollore, in grado di fornire dati meno grezzi e più accurati rispetto a quelli generati dai singoli (e tanti) sensori, in modo da facilitare l’estrazione di informazioni utili.

Edge Computing: i sensori intelligenti facilitano il lavoro degli sviluppatori IoT

Tra questi sensori, quelli intelligenti possiedono al loro interno già dei moduli di elaborazione, in modo da fornire dati “ripuliti”. Si tratta dell’edge computing, ossia dell’elaborazione dei dati direttamente da dove vengono generati, in modo parziale o spinta, ma comunque già “organizzati” in modo da essere appetibili dai sistemi di analisi centrali e velocizzarne il processamento.

Molti di questi sensori sono integrati da tempo all’interno dei tantissimi smartphone presenti sul mercato o negli ambiti medicali, come i sensori Mems, (Micro Electro-Mechanical System), che integrano circuiti elettrici e strutture meccaniche in apparecchi microscopici, mentre altri, sempre intelligenti, come le etichette dotate di RFID,  concorrono a identificare e localizzare i prodotti e contribuiscono a determinare le loro condizioni. Proprietà utili in una grandissima varietà di situazioni, dai magazzini agli impianti produttivi, sfruttabili per segnalare situazioni che richiedono interventi rapidi di emergenza o di gestione ottimizzata.

Intelligenza distribuita e analizzata, grazie alle infrastrutture

Se la sensoristica è un ambito che esiste da tempo, abbastanza recente invece è l’estensione e compartecipazione dei dati raccolti dai sensori attraverso le infinite connessioni consentite dalla rete. Situazione tipica proprio dei progetti IoT, dove sensori intelligenti distribuiscono, appunto, la propria intelligenza e la mettono a fattor comune con i dati raccolti da altri, in modo da poter dare un quadro dettagliato di quanto accade e di allertare o addirittura attivare azioni di risposta, proprio sulla base di un input che si genera dall’analisi delle informazioni che arrivano al “core”, il centro dove tutto viene deciso.

L’Iot estende l’ambito d’azione dei system integrator

Una connessione tra dispositivi possibile attraverso infrastrutture abilitanti, alcune delle quali già in grado, loro stesse, di fornire informazioni e gestire i flussi in base al variare dei carichi. Infrastrutture che comprendono certamente le reti, ma il cui cervello è rappresentato da server altamente performanti in grado di analizzare, con tempi vicini al real time, i dati che vi confluiscono, ricavarne informazioni sensate e utili ed elaborare risposte adeguate.

Sviluppatori IoT e il nuovo ecosistema: cade il concetto di fornitore unico

Mondi diversi da integrare, competenze diverse da associare e anche operatori diversi, ognuno con le proprie specificità, tecnologiche, di skill e di mercato. Va da sé che uno sviluppatore per IoT deve considerare tutti questi aspetti, e che non può proporsi alle aziende come unico fornitore. Il mondo dell’IoT, per sua natura, si compone di tanti “ingredienti” reperibili sia trasversalmente attraverso le diverse business unit all’interno dello stesso system integrator, sia andando a coinvolgere fornitori esterni, sia IT, sia non IT.

Tutti insieme concorrono al progetto che gli sviluppatori IoT hanno in mente, nato non solo dall’esigenza del cliente, ma dall’osservazione attenta del suo mercato di riferimento, delle dinamiche di approvvigionamento e del go to market che caratterizza il suo comparto, anticipando, con spirito di innovazione, le possibili applicazioni dell’IoT per l’ottenimento di vantaggi strategici sulla competition.

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Distributori IT: la casa naturale per gli sviluppatori IoT

I progetti IoT, abbiamo detto, si compongono di più elementi, spesso tradizionalmente scollegati tra di loro. Un ruolo determinante per orchestrare le tante tecnologie e le diverse competenze e specializzazioni che servono per la realizzazione di un progetto IoT, lo può ricoprire il distributore ICT.

Queste figure, più ancora di un vendor ICT – per quanto “aperto” a integrazioni di tecnologie terze sia – hanno visibilità e accesso e l’indipendenza necessaria, per poter scegliere i migliori tasselli utili. E le migliori competenze sul mercato. Mettendo sempre più spesso insieme grossi nomi della system integration con piccole startup specializzate sui singoli aspetti dell’IoT.

Alcuni distributori si stanno poi spingendo oltre, aggiornando il proprio data base di contatti includendo realtà fino a oggi sconosciute, appartenenti a settori estranei al proprio tradizionale core business, e proponendo addirittura soluzioni pre-configurate di progetti IoT per diversi mercati ed esigenze, già contenenti una selezione di tecnologie che lasciano comunque ampia possibilità di personalizzazione.

Dove si trovano gli sviluppatori IoT?

I protagonisti principali per la candidatura a diventare sviluppatori IoT, rimangono i system integrator. Piccoli o grandi che siano, ma che abbiano esperienza provata nelle infrastrutture ICT, oltre che, ovviamente, una mirata conoscenza delle dinamiche di mercato dei settori verticali dei loro clienti. Il loro approccio alle competenze IoT, ma anche di altre tecnologie dell’innovazione digitale, come blockchain o intelligenza artificiale, per esempio, può avere diversa origine, spesso indipendentemente dalla loro dimensione.

Sviluppatori IoT: quali competenze e dove reperirle?

Lo sviluppo di dispositivi IoT da integrare all’interno di progetti integrati, prevede diversi stadi di sviluppo che implicano differenti skill specifici, a partire dalle conoscenze di elettronica necessarie per l’assemblaggio dell’hardware, quindi le competenze di informatica, necessarie per leggere i dati che i sensori hanno generato e inviato e programmare di conseguenza il dispositivo. A questi si aggiungono poi le competenze lato server, per l’analisi dei dati stessi e quelle informatiche relative alla creazione delle interfacce Internet.

Startup acquisite da system integrator

In alcuni casi, molte di queste competenze vengono reperite in piccole neonate realtà, con poco mercato, ma con alta specializzazione in ambiti digitali innovativi. Sono piccole startup magari, che possono continuare a sviluppare i propri progetti all’interno di strutture più grandi, con capacità di supporto tecnologico, economico e commerciale, che se acquisite vanno a rappresentare una vera e propria fucina di innovazione senza “rallentare” il business tradizionale ma con la possibilità di ampliarne l’offerta.

Startup nate all’interno dei system integrator

Altro sistema, meno frequente, è invece lo sviluppo, all’interno dell’organizzazione del system integrator stesso, di un comparto dedito alla ricerca sull’innovazione, orientandolo alle tecnologie innovative. Capita che system integrator che abbiamo portato avanti con successo tale strategia, rendano poi “indipendente” tale struttura in modo da metterla a disposizione dell’intero mercato, competitor compresi, in modo da ampliarne le potenzialità di business.

Diverse origini, ma la logica rimane la stessa: le competenze IoT sono parte di un ecosistema di cui difficilmente un solo fornitore si potrà appropriare, estendendo a dismisura gli ambiti d’azione dei system integratori di oggi, e facendo fare loro un ulteriore balzo verso l’affrancamento dalla vendita del prodotto, in un contesto dove le capacità di consulenza nei confronti dei clienti rappresenterà il loro vero core business.

I cinque punti fondamentali da considerare in un progetto IoT

Con tutte le buone intenzioni, a volte i progetti IoT possono deludere le aspettative se non si seguono alcune ma fondamentali regole. Pianificazione attenta, approccio per gradi, mettere la Rete al centro, mai trascurare la Sicurezza e, ovviamente, l’infrastruttura.

Leggi qui l’approfondimento sui punti da seguire per uno sviluppatore IoT

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