Social media

La guerra dei social contro l’Isis: sospesi altri 235.000 account Twitter

Il microblog è fortemente impegnato nella lotta al terrorismo 2.0, come testimoniano le tante sospensioni di massa

Pubblicato il 29 Ago 2016

Paolo Longo

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Twitter continua la sua guerra al terrore e ha sospeso circa 235.000 account di promozione all‘Isis, oltre ai 125.000 messi offline a febbraio. L’azione porta a 360.000 il totale dei profili sul social network dai 140 caratteri analizzati e cancellati, all’interno di un programma di monitoraggio senza sosta, avviato già da diversi mesi. Il compito della piattaforma non è di certo semplice, visto che opera in quel sottile confine che divide la libertà di parola dal terrorismo, ma si fa sentire concretamente in difesa di tutti gli iscritti a livello internazionale. “Come tante persone al mondo, anche noi siamo terrorizzati dalle atrocità commesse dagli estremisti – ha scritto il team di Twitter – condanniamo l’uso del sito per la promozione del terrorismo e le Regole di Twitter rendono chiaro questo aspetto: nessuna minaccia o violenza è permessa sui nostri servizi. La natura della propaganda è cambiata, e così il nostro lavoro di prevenzione”.

L’annuncio della sospesione dei nuovi profili, avvenuta, qualche giorno fa, è arrivato dopo che un giudice statunitense ha respinto una causa contro Twitter, avviata da Tamara Fields, il cui marito è stato ucciso in un attacco contro un centro di addestramento della polizia ad Amman in Giordania. L’accusa era che Twitter desse ai militanti dell’Isis la possibilità di usare il proprio network per diffondere la propaganda, raccogliere fondi e coinvolgere nuove reclute. Stando al giudice, l’azienda è protetta dalle procedure della legge federale.

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