Internet
Erdogan usa FaceTime ma nega ancora una volta i social network
Durante il tentativo di golpe in Turchia, Facebook, Twitter e YouTube sono diventati inaccessibili per i residenti del paese, come accaduto già tante altre volte
Pubblicato il 21 Lug 2016
La notte del golpe
Una situazione di black-out che si è verificata nuovamente durante la notte del tentativo di golpe militare del 15 luglio. Come hanno riportato i principali siti di monitoraggio, nei minuti successivi allo scoppio della rivolta, gli ISP turchi hanno chiuso le porte di ingresso a Facebook, Twitter e YouTube. La conferma è arrivata danche dal dipartimento di stato degli USA, che ha invitato chiunque avesse bisogno di contattare qualcuno di farlo con una telefonata, sms o email. Nel giro di un’ora e mezza tutto è tornato alla nornalità, anche se chi conosce già i blocchi turchi ha imparato a eludere la censura, utilizzando VPN o servizi di anonimizzazione del traffico web, come Tor e Orbot (su Android).
Il paradosso della notte senza internet di Ankara è che proprio mentre si svolgeva il golpe, il Presidente Erdogan sorvolava i cieli di mezza Europa, parlando in diretta via FaceTime con la CCN turca e invitando i cittadini a scendere in piazza e resistere. Come dire: c’è tecnologia e tecnologia, lasciate decidere a me cosa va bene per voi. Il discorso non si basa ovviamente sulla tipologia del servizio scelto (Skype sarebbe stato lo stesso) ma sull’ulteriore differenza posta tra sistemi di comunicazione e social network, come se tra i due vi fosse un abisso concettuale e tecnico che, in verità, non ha motivo di esistere.