ADV in chat: così cambia la pubblicità sui social network

Facebook sta testando un nuovo metodo per presentare banner ai suoi iscritti con finalità diverse da quelle classiche: costruire rapporti, non solo vendere

Pubblicato il 30 Gen 2017

Paolo Longo

Chat messaggistica

Sappiamo bene quanto i marchi spingano verso la pubblicità sui social network. Negli ultimi anni, e le stime degli analisti lo confermano, gli investimenti 2.0 sono cresciuti parecchio, con la piazza virtuale sempre più al centro di un importante voce del bilancio delle singole aziende. Da parte sua Zuckerberg non fa nulla per rimanere impassibile, anzi la volontà è quella di spostare in avanti i limiti del possibile, innovando pian piano le metodologie di interazione tra brand e clienti. Per questo, a breve, Facebook integrerà all’interno di Messenger banner e inserzioni pubblicitarie, votate però a un tipo diverso di comunicazione. Si, perché l’obiettivo non è quello di portare le persone, con un solo click, verso siti web e portali dove finalizzare l’acquisto di un bene o un servizio, ma creare un rapporto più stabile, anche intimo, tra domanda e offerta, in un’ottica di e-commerce maggiormente cucito addosso all’utente.

Un bot tra le chat

E così, quando i famosi banner approderanno su Messenger, lo faranno non all’interno delle chat individuali o di gruppo (sarebbe un vero spam) ma tra le sezioni della pagina principale dell’applicazione, lì dove adesso ci sono le liste di amici, i compleanni, le richieste di contatto e tanto altro. Stando alle prime indiscrezioni, premendo su un modulo adv, si aprirà una nuova finestra di chat, in cui sarà possibile entrare in contatto con un responsabile della compagnia, che si tratti di un vero commerciale o di un bot, inteso per fornire informazioni senza interruzioni. Se tutto ciò dovesse trovare conferma, si tratterebbe di sicuro di un importante passo in avanti verso un marketing più equilibrato, non tanto nelle forme ma nei contenuti. Lo scopo è quello di globalizzare i processi di ingaggio ma differenziando le esperienze dei navigatori, fornendo un servizio 1-to-1 molto simile a quello reso possibile dalla comunicazione telefonica o fisica in negozio. Insomma vendere resta il punto cardine della strategia social ma con un occhio di riguardo alla costruzione dei rapporti.

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