Iniziative

David Bevilacqua torna in pista con i cyber warriors di Yoroi



Dai vertici internazionali di multinazionali ad aggregatore di startup e aziende innovative italiane. La nuova vita di Bevilacqua, impegnato con MAM nella costruzione di una filiera di realtà con offerte complementari e votate al canale

Gianluigi Torchiani

Pubblicato il 25 Mar 2016


David Bevilacqua, presidente di Yoroi

Parte da un progetto di aggregazione di imprese, italiane, giovani e innovative, lo stimolo che ha portato David Bevilacqua a interrompere, dopo pochi mesi, l’annunciata “pausa di riflessione” presa dopo avere raggiunto i vertici europei di Cisco. Un nuovo stile di vita lontano dalle frenesie imposte dai ruoli internazionali del recente passato che il manager si era proposto, e che sta adottando, che non lo hanno, comunque, distratto dall’identificare realtà promettenti e innovative in un contesto nazionale.

Una di queste è Yoroi, azienda di Cesena fondata 2 anni fa da Marco Ramilli, specializzata in soluzioni per la sicurezza basate su una sandbox “made in Italy” sviluppata su piattaforme opensource, di cui Bevilacqua è diventato Presidente. Un coinvolgimento diretto, quindi, anche all’interno di alcune delle aziende che fanno parte del network MAM creato da Bevilacqua stesso in società con vecchie conoscenze: Maurizio Camurani, fondatore di Vem Sistemi e Mauro Casagrande, già AD di Manutencoop.

Mens Agitat Molem: si scomoda Virgilio per MAM, che vuole costruire una filiera di aziende con partecipazioni, acquisizioni, partnership, per offrire al mercato, prevalentemente le medie aziende italiane, soluzioni e servizi complementari e integrati. A oggi sotto il tetto di MAM ci sono, oltre a Yoroi, Cuccuma, che si occupa di branding e comunicazione, ma l’intenzione è di ampliare velocemente la famiglia con realtà che abbiano competenze in ambito networking, analytics, sensoristica, building automation. Aziende che opereranno in maniera indipendente sul mercato, ma integrate all’interno di progetti comuni governati da MAM, che, in definitiva, fungerebbe da system integrator delle varie, singole, competenze e offerte.

«Nessuno riesce a fare tutto da soli – commenta Bevilacqua -, per questo cerchiamo di costruire una filiera completa ma che sia aperta alle aggregazioni e alle partnership commerciali o tecnologiche, sviluppando un vero e proprio canale e aprendoci ad altri vendor». Intanto gli sforzi sono, dicevamo, concentrati sullo sviluppo di Yoroi, “cyber warriors”, come si definisce, che prende il nome dall’armatura dei Samurai «resistente ma leggera – specifica Bevilacqua – con un’offerta che copre le esigenze degli analisti delle vulnerabilità, con report puntuali che consentono alle aziende di rispondere in maniera tempestiva e adeguata alle minacce. Proponendo servizi di penetration test, vulnerability assest, cyber security defence center e monitoraggio della rete del cliente».

Il modello di go-to-market di Yoroi è interamente votato all’indiretta, con un canale che già si compone di nomi importanti, quali Dedagroup, Maticmind e Gruppo Loccioni, ma che apre la strada anche a realtà più locali per proporre ad aziende di dimensioni minori i servizi a canone dell’azienda cesenate. Un target, quello del midsize, nel quale Bevilacqua ha identificato grandi opportunità e ampi spazi di sviluppo, proprio per la persistente carenza di cultura nella sicurezza che però i nuovi trend di mobility e di utilizzo in cloud delle tecnologie stanno accelerando verso l’adozione di misure di tutela delle informazioni aziendali.

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