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Kaspersky Lab protegge le banche contro gli attacchi del cybercrime – VIDEO

Il mondo del credito è sempre più nel mirino dei criminali informatici. Per proteggerlo serve una strategia di sicurezza che presti la giusta attenzione all’intelligence, da costruire con il supporto dei partner

Pubblicato il 28 Lug 2016

Gianluigi Torchiani

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Ottenere benefici economici illeciti è l’unico obiettivo di migliaia di cybercriminali sparsi in tutto il mondo. E dove c’è la maggiore concentrazione di denaro? Nelle banche, ovviamente. Dunque non può stupire che gli attacchi contro queste istituzioni e i servizi finanziari utilizzati dagli utenti siano in costante aumento. Con conseguenze pericolose non soltanto per gli effetti degli attacchi in sé: secondo una recente indagine di Kaspersky Lab, una solida reputazione per la sicurezza è uno degli elementi che i clienti considerano quando devono scegliere un istituto finanziario. Tutto questo è perfettamente noto a un vendor attivo nella sicurezza come Kaspersky Lab: «Abbiamo scoperto che ai cybercriminali non interessa solo attaccare gli utenti che effettuano operazioni bancarie, ma anche prendere di mira direttamente le banche stesse, tramite attacchi rivolti contro i dipendenti con un phishing su misura, reso possibile dallo studio dei comportamenti persino sui social network. Abbiamo anche notato che gli attaccanti hanno più tempo per preparare le loro azioni, tanto che possono aspettare un anno prima di entrare in azione», spiega Morten Lehn, General Manager di Kaspersky Lab Italia.

Approccio dinamico della sicurezza

Insomma, all’interno di un ambiente sempre più tecnologico, le banche oggi devono sempre fare più attenzione alla protezione IT e Kaspersky Lab le supporta le con soluzioni di sicurezza Enterprise, come Kaspersky Anti-Targeted Attack o il nuovo Kaspersky Embedded Systems Security, per evitare che eventuali compromissioni dell’infrastruttura causino danni sia a livello di reputazione che economico. «Le banche hanno senza dubbio un livello di difesa elevato, altrimenti l’intero sistema non reggerebbe. È però vero che con la velocità di movimento del cybercrime, devono essere in grado di cambiare approccio sulla sicurezza. D’altra parte è impossibile non avere dei buchi e possedere una difesa al 100% contro qualsiasi rischio, dunque è ancora più importante combinare le tradizionali protezioni sull’endpoint con una giusta componente di intelligence, in modo da essere sempre un passo avanti ai criminali informatici», evidenzia il general manager.

L’aspettativa del vendor, insomma, è che il mondo del credito sia obbligato, presto, a investire ulteriormente nella sicurezza informatica. Tutto questo rappresenta anche un’opportunità per il canale, a cui è legato il modello di vendita di Kaspersky Lab. «Noi lavoriamo sempre con il canale. È vero che quando si tratta di questo tipo di settori occorre lavorare con degli specialisti abituati a operare sul campo. Dunque magari affrontare il mondo bancario è più difficile per quei rivenditori abituati a trattare soltanto l’antivirus, ma per i system integrator di una certa dimensione le possibilità ci sono senz’altro. Magari anche per fare formazione interna sui dipendenti», conclude Lehn

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