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Bonfiglioli (CEO di Bonfiglioli Consulting): “l’adozione dell’AI e delle tecnologie più innovative non è più un’opzione”



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Secondo lo studio “What’s Next nelle Operations? Benchmarking Study” di Bonfiglioli Consulting, l’industria italiana mostra eccellenti performance in sostenibilità (89%) e operations (71%), ma resta indietro sulla trasformazione digitale (48%). Solo il 3% delle aziende utilizza l’intelligenza artificiale in modo consolidato, frenata da carenze di competenze e qualità dei dati

Pubblicato il 29 ott 2025



Michele Bonfiglioli_CEO Bonfiglioli Consulting
Michele Bonfiglioli, CEO di Bonfiglioli Consulting

L’industria italiana “si scopre efficiente, sostenibile e in crescita, ma ancora troppo poco digitale”. È questa la fotografia del nuovo studio “What’s Next nelle Operations? Benchmarking Study” condotto da Bonfiglioli Consulting, presentato all’AI Operations Forum 2025 presso gli IBM Studios di Milano.
L’indagine, condotta su oltre 100 aziende di 22 settori industriali, coinvolge un campione composto per l’85% da figure C-level e per l’83% da imprese con oltre 100 dipendenti, prevalentemente B2B (87%).

Le performance sono solide in sostenibilità (89%) e operations (71%), seguite da supply chain (67%) e risorse umane (58%). La digitalizzazione, invece, resta la dimensione con maggior potenziale di sviluppo, con un indice medio del 48%.


Bonfiglioli: “Il divario digitale non è più sostenibile”

“I risultati dello studio confermano un tratto distintivo dell’industria italiana: una forte cultura al miglioramento continuo e alla ricerca dell’eccellenza, e oggi l’Operational Excellence deve includere anche la sostenibilità”, ha dichiarato Michele Bonfiglioli, CEO di Bonfiglioli Consulting.
Ma l’analisi evidenzia anche un ritardo tecnologico: “L’adozione dell’AI e delle tecnologie più innovative non è più un’opzione, ma una leva indispensabile per la competitività e la resilienza delle imprese.”


Digital transformation: l’AI è ancora agli inizi

Lo studio registra un indice di maturità digitale del 48%. Le tecnologie più diffuse sono gli ERP (73%), seguiti da CRM (34%), MES (32%) e Cloud Computing (25%). Restano marginali i Digital Twin (9%), la robotica avanzata (12%) e la realtà aumentata e virtuale (22%).

Sul fronte dell’intelligenza artificiale, il 55% delle aziende non l’ha ancora implementata, mentre solo il 3% la utilizza in modo consolidato. La Generative AI ha una penetrazione ancora più bassa: appena il 9% l’ha integrata nei processi quotidiani.

A frenare l’adozione sono la mancanza di competenze interne (42%), la qualità dei dati (40,4%) e la difficoltà di integrazione con i sistemi esistenti (38,4%).


Investimenti e applicazioni: AI ancora marginale

Solo il 2% delle imprese italiane si definisce una vera “smart factory”.
Nel manifatturiero, l’AI è impiegata principalmente in dashboard operative intelligenti (15,4%), manualistica tecnica (13,4%), formazione HR (11,5%) e ottimizzazione produttiva (9,6%).

Sul fronte investimenti, il 72% delle aziende destina tra l’1% e il 5% del fatturato alla digitalizzazione, il 21% tra il 5% e il 10%, e solo il 2% supera questa soglia. Un 5% non ha ancora avviato alcun investimento.


Sostenibilità: da obbligo normativo a leva competitiva

La sostenibilità si conferma un pilastro strategico, con un livello medio di maturità dell’89%. Il 74% delle imprese investe fino al 5% del fatturato in iniziative green, mentre il 19% arriva al 30%.

Le motivazioni principali sono la compliance normativa (38%), la riduzione dei costi (34%) e la brand reputation (28%). Secondo lo studio, oltre un terzo delle aziende prevede un aumento degli investimenti nei prossimi anni.


Operations: innovazione, efficienza e visione di lungo periodo

Le aziende italiane mostrano una maturità operativa del 71% e una forte propensione alla pianificazione: il 75% lavora su orizzonti strategici superiori ai tre anni.
Gli obiettivi prioritari sono innovazione di prodotto e servizio (88%), riduzione dei costi (83%) e accelerazione del time-to-market (72%).
Il 33% delle aziende utilizza strumenti di miglioramento continuo in modo strutturato e oltre l’83% coinvolge attivamente i clienti in questi processi.


Risorse umane: formazione e talent retention al centro

Con una maturità media del 58%, le risorse umane si confermano motore di competitività. Il 92% delle imprese investe meno del 5% del fatturato in formazione, ma il 33% prevede di aumentare i budget nel prossimo anno.

I programmi formativi privilegiano competenze tecniche (88%), soft skills (77%), sostenibilità e nuove tecnologie (63%), con crescente attenzione all’intelligenza artificiale (40%).
Per trattenere i talenti, le imprese puntano su “un ambiente di lavoro stimolante (78%), percorsi di crescita (66%), work-life balance (58%) e retribuzione competitiva (47%)”.



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