Operazioni

HPE pronta alla cessione della divisione software



Sempre più insistenti le voci della chiusura della trattativa con il fondo di private equity Thoma Bravo, per circa 8,5 miliardi di dollari

Gianluigi Torchiani

Pubblicato il 02 Set 2016


Meg Whitman, CEO HPE

Le voci su una possibile cessione della divisione software da parte di HPE erano girate con insistenza già nei primi giorni di agosto. Poi sembravano rientrate, in particolare per effetto dell’acquisizione a sorpresa di SGI a metà del mese, attiva tra l’altro proprio in questo ambito. Ora però i rumors tornano con insistenza: la compagnia guidata da Meg Withman sarebbe a un passo da cedere questo suo importante asset al fondo di private equity Thoma Bravo, per una cifra intorno agli 8.5 miliardi dollari. Un’offerta che sarebbe decisamente superiore rispetto a quelle della concorrenza e che potrebbe permettere di chiudere la vendita in tempi rapidi. HPE non ha per il momento confermato l’esistenza della trattativa, a cui diversi analisti sembrano però credere. La divisione software di HPE è in gran parte legata agli asset ottenuti con l’acquisizione di Autonomy nel 2011, costata allora 8,8 miliardi di dollari e giudicata “disastrosa” da alcuni media di Oltreoceano, soprattutto per gli strascichi legali che ha comportato nel tempo. A questa si aggiungono le attività ereditate da Mercury (rilevata per 4,5 miliardi dieci anni fa), da Vertica ( big data) e ArcSight (cyber security).

Quel che è certo è che la divisione software non vive un momento brillante: lo scorso anno il fatturato è stato di 3,6 miliardi di dollari, in calo rispetto ai 3,9 miliardi dell’anno precedente. Un decremento frutto soprattutto della transizione al Software as a service, ma che forse non sta lasciando del tutto tranquilli i vertici di HPE. Ma cosa farebbe la società dopo questa eventuale cessione, visto che buona parte del business hardware è finito nelle mani della sorella HP? Fondamentalmente tre sarebbero le aree che rimarrebbero presidiate: networking, storage e server, ovviamente in ottica software-defined così come impone la tendenza tecnologica del momento. Dunque, anche nel caso che l’operazione andasse a buon fine, non ci sarebbe una vera e propria uscita di HPE dall’universo software.

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